Cerca nel blog

News dalle Città della BAT

martedì 21 dicembre 2010

TRINITAPOLI : L'UDC è pronto ad andare da solo

Le elezioni dovrebbero essere un momento esaltante per i cittadini ed i politici, cosi da consacrare la democrazia e la libertà. Una festa della civiltà nella consapevolezza di affidare la guida del Paese a uomini e donne giusti, capaci e onesti. L’avvicinarsi delle elezioni, però, fa salire la febbre soprattutto agli addetti ai lavori: agli amministratori uscenti, ai consiglieri comunali e agli aspiranti tali. Una febbre che, il più delle volte, causa infezioni alla democrazia, alla libertà, alla legalità, alla serenità, alla onestà intellettuale di chi dovrebbe proporsi, di chi dovrebbe decidere e di chi dovrebbe votare. Tutto questo ci fa chiedere se siamo un mondo a parte o parte del mondo. Se siamo fermi all’epoca del Podestà, del Parroco, del Farmacista e del Maresciallo dei Carabinieri o viviamo in una società cibernetica dove si viaggia alla velocità del pensiero con l’ausilio di prolunghe tecnologiche che ci permettono di affacciarsi dal più sperduto angolo del mondo nel più incantevole paradiso terrestre. Difficile da dirsi a Trinitapoli, vista la lettera aperta del Sindaco Di Gennaro pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Un articolo che al di là del contenuto "politico o amministrativo", non è dato saperlo, manifesta la tristezza e la pochezza di una classe dirigente avvilita nella disperazione di dipanare contrasti risalenti agli anni ‘60 senza alcuno slancio e/o passione per quello che si fa, o si vorrebbe fare, per Trinitapoli. La preoccupazione imperante è quella di rivendicare la propria candidatura a Sindaco, e schernire coloro i quali legittimamente vorrebbero ambire a tale status. Se il Sindaco si ricandida è giusto e democratico; se a chiedere di candidarsi è un’altro si rincorre il potere, all’insegna dell’egoismo e della propria vanità: “che strano modo di concepire la politica!” Ciò che rattristisce, < ovvio il richiamo al Sindaco di Firenze che vorrebbe la rottamazione dei vecchi politici, e quindi anche di chi ha fatto in precedenza l'amministratore>, è il fatto che i metodi sono sempre gli stessi: la convocazione delle segreterie politiche, la conta dei pro e dei contro, la mezza dichiarazione di mettere sul tavolo la disponibilità a cedere




la candidatura a Sindaco a chi merita, salvo poi uscire con un articolo di giornale e comunicare che si riparte da Di Gennaro. Riunioni convocate senza alcun criterio, metodo e crono-programmi; senza tener in debito conto quanto si apprestava a fare il Parlamento e senza preservare le forze presenti in Consiglio Comunale. Come si può partire con un ragionamento politico tra le c.c.d.d forze del centrosinistra bypassando quelle presenti in Consiglio Comunale ? Come si pretende di far sedere al tavolo, senza prima aver risolto le vicende all’interno delle forze di maggioranza, i Partiti dell’opposizione, quelli appena sorti sulla scena politica e quelli che hanno comunque in cinque anni osteggiato l’amministrazione uscente? Perché commettere l’errore dei Troiani e fare entrare nelle mura dell’amministrazione il Cavallo costruito dai nemici per mettere a ferro e fuoco la coalizione ? Se è stata una strategia "lo stratega" ha fallito; se è il frutto di un dilettantismo, mai colmato dall’esperienza, è preoccupante. Può un partito come il SEL ( non si comprende se sia presente o meno in consiglio comunale, atteso che i consiglieri comunali eletti non hanno sentito mai il bisogno di spiegare se hanno lasciato Rifondazione Comunista o meno) che, per cinque anni, ha fatto una feroce opposizione chiedere all’UDC, sotto il silenzio compiaciuto degli alleati, se è parte o meno del centrosinistra? Certo a questi ex compagni bisogna dirgli che siamo nel 2010, che a Palazzo Chigi c’è Berlusconi, che Nichi Vendola è Governatore della Regione Puglia e che si propone come leader di sinistra a carattere nazionale, che Francesco Ventola è Presidente della Provincia BT, ma perché il PD persevera in questi errori ? Perché il PD non si è preoccupato di capire cosa vuole o cosa ha tentato di trasmettere alla maggioranza il mai troppo amato Presidente del Consiglio? Perché il PD non si è preoccupato di recuperare i secessionisti del condottiero BARISCIANO? E’ questa la politica con la P Maiuscola? La presa di posizione di Antonio Marcellino (socialista), che si allontana dalle sedute di giunta e non si presenta, nei momenti significativi della vita amministrativa, in Consiglio Comunale , è perché si





sente offeso da certe lettere e ignorato per il mancato il confronto politico-amministrativo ? BUONAROTA è in sintonia con l'attuale maggioranza, indipendentemente dalla presenza o meno di Marcellino e purché vi sia il solito slogan sull'agricoltura o per l'agricoltura è tentato a stare lontano da questa maggioranza ? Brandi è pro o contro questa giunta? Pro o contro questa coalizione? La sua decisa indecisione, se essere o non essere la lastra di una strada percorsa e/o da percorrere è affine alle aspettative dell'intera coalizione di maggioranza ? Perché mai, ancora una volta, dobbiamo assistere ad una fuga in avanti del Sindaco che balbetta, in solitudine, il realizzato alla cittadinanza, anziché coordinarlo con tutte le forze di maggioranza? A qualche novello sinistroide, rispieghiamo, speriamo per l’ultima volta, che l’UDC rappresenta una forza moderata, di centro e di ispirazione cattolica; anticomunista e antifascista collocata al centro della politica Nazionale, Regionale, Provinciale e Locale che non disdegna di allearsi con quelle forze politiche che esprimono programmi e uomini che non pregiudichino, che non contaminino, che non violino e non sacrifichino i valori a cui il partito si ispira. Equazione questa condivisa anche dai peggiori detrattori dell’UDC che, all’occorrenza, si coalizzano, senza problemi, pur di vincere. Lo volete capire che la gente è stanca di tutto questo; che la gente si allontana dalla politica, e da chi la rappresenta, se e si parla solo di poltrone; che la gente non ha fiducia nelle istituzioni perché pochi uomini sono rimasti a servire il paese prima che le proprie elucubrazioni mentali? Quanti disoccupati ci sono a Trinitapoli? E di questi quanti sono donne? Quanti sono uomini? Quanti al disotto dei trent'anni? Quale politica per queste persone ? Quanti sono i poveri ? quanti sulla soglia della povertà ? Quali servizi si rendono ai cittadini e qual' è la qualità degli stessi ? Che sinergia ha la politica con le forze sociali, con le parrocchie, con le associazioni, con il volontariato? Trinitapoli è una città sicura? I nostri figli vivono in scuole idonee, anche da punto di vista igienico sanitario? Come si intende risolvere il problema dei problemi " l'immondizia ", nascondendo la polvere sotto il tappeto?





Le attività produttive del nostro paese sono valorizzate o vessate e ostacolate da una politica medioevale, clientelare e amica di una burocrazia nemica del cittadino? Su questi temi l'UDC chiede il confronto, la redazione di un programma e l'individuazione di un leader non sulle chiacchiere. Per noi le chiacchiere stanno a zero: il nostro partito si è totalmente rinnovato e chi determina l'attuale linea politica è pronto a salvare quanto di buono è stato fatto per il paese, ma ad avviare un rivoluzione copernicana che comporti anche il sacrificio di chi è rimasto l'ultimo baluardo della semplicità, dell'umanità, della disponibilità e della libertà verso il cittadino in un contesto vecchio non per età, ma per idee.

Rinnovamento che sarà possibile solo se tutti saranno disposti a fare un passo indietro, altrimenti avremo il trionfo del gattopardismo dove il vecchio sarà ancora il meglio. La proposta, pertanto, è semplice quanto fattibile: i partiti di maggioranza devono trovare la c.d. “quadra” su uomini e programmi; valutare se allargare la coalizione a chi condivide uomini e quanto realizzato in questi cinque anni: intesa sui programmi e solo dopo proiettarsi al futuro.

L’UDC a questo confronto è disponibile, stando sempre al centro, passando se è necessario ad un azzeramento, pronto, casomai, con il proprio credo, con il proprio programma, con i propri valori a trovare nuove alleanze o ad andare da soli: perché lo scopo non è vincere la campagna elettorale, ma governare un paese per la dignità dei suoi cittadini.



La Segreteria

Nessun commento:

Posta un commento