Leggiamo alcuni dati relativi al bilancio 2011 della città di Andria. Non entriamo nel merito delle procedure previste dallo Statuto comunale circa le modalità di mancato coinvolgimento delle Associazioni e dei Cittadini rispetto a questo fondamentale strumento di organizzazione e funzionamento della macchina amministrativa, che incide fortemente sulle tasche dei cittadini ma ci limitiamo, in questa sede, all’analisi del contenuto rispetto all’aggravio di tasse e imposte.Il bilancio comunale è forse il primo vero banco di prova di un’Amministrazione comunale; infatti è lì che si denota la qualità dell’attenzione rivolta ai bisogni della cittadinanza ed è lì che si dovrebbero vedere le differenze tra le varie Amministrazioni.
Da vent’anni a questa parte sembra che la storia della città di Andria ricominci ogni mattina e che nessuno sappia niente di cosa è successo in passato, come se i banchi della Sala Consiliare fossero stati sempre vuoti, da una parte de dall’altra.
Sulla questione dei debiti rivenienti dalla passata Amministrazione, almeno ciò viene riferito, ci chiediamo: ma come mai nessuno sapeva? Le figure istituzionali, di maggioranza e di opposizione; di elezione e di nomina politica cosa stavano facendo? Chi controllava? Chi era pagato per farlo? Non certo noi Cittadini che siamo da sempre parte passiva e considerata con un valore vicino allo zero, in tutti i sensi.
Molto, tantissimo, invece, valiamo quando si tratta di trovare i soggetti sui quali scaricare la mole di denaro da racimolare per risanare. Ma risanare cosa? Sono anni che si parla si risanamento; sono anni che si dovrebbe investire nel Lavoro, nel Sociale e nel sostegno ai bisogni umani mentre assistiamo ad “investimenti” che vanno in altre direzioni.
L’A.N.C.I. affermò che sia l’ISI che la successiva ICI serviva a ripianare, in pochi anni, i bilanci deficitari dei comuni d’Italia. Oggi buona parte di queste risorse non ci sono più mentre quei debiti non sono stati risanati e la bancarotta è sempre dietro l’angolo.
Altre entrate come gli oneri di urbanizzazioni dei condoni edilizi degli anni passati sono state vanificate invece di essere reinvestite nei quartieri e nelle opere durature: che fine hanno fatto questi soldi?
Attenti a non prendere questi cattivi esempi delle passate Amministrazioni perché ora non si può più scherzare e le responsabilità sono dirette e reali: altro che la politica per gioco o per divertimento.
Basta con le chiacchiere e gli spettacolini mangiasoldi. La gente ha altro cui pensare e lo sta dimostrando disertando tutti gli eventi, anche di natura culturale e politica.
Stanchi di ascoltare; stanchi di ascoltare le prediche del Vangelo e i Sermoni della Bibbia.
Le emergenze sociali sono aumentate all’infinito e c’è necessità di avere speranza e serenità; di credere nel futuro. Ma come si fa a credere nel futuro se leggiamo che gli aumenti per la Tassa Rifiuti sono del 40% e dietro l’angolo c’è sempre la mano pronta di esattori di Equitalia che fanno terrore e ti tolgono il sonno? A proposito di Equitalia perché i nostri rappresentanti politici ai più alti livelli non si adoperano nel sostenere che la legge della Tarsu e dell’Ici non possono essere rapportate alle superfici bensì al numero dei componenti il nucleo familiare?
Ci aspettavamo interventi che andassero nella direzione di abbattere e sgravare questo ed altri costi per le famiglie bisognose e a basso reddito, come hanno fatto molti altri comuni. Questi Cittadini cosa faranno? Non pagheranno, per necessità?
Cos’altro rimane da toglierci?
E’ bene saperlo subito in modo che ognuno si prepari a raccogliere gli onori e pagarne gli oneri.
Il Presidente: Vincenzo Santovito
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