Resta in Croazia, con i suoi cinque membri di equipaggio, il "Maverik", peschereccio biscegliese di proprietà di Mauro Mastrapasqua, che ne è anche l'armatore, trattenuto dal 7 giugno scorso dalle autorità di quel Paese con l'accusa di aver superato il limite delle acque internazionali e aver pescato in quelle croate.Oggi è stato celebrato il processo e il peschereccio è stato confiscato. «Il tribunale croato - ha spiegato il comandante dell'ufficio circondariale marittimo di Bisceglie, Pasquale Brescia - non ci ha ancora inviato il suo decreto, ma sappiamo che il "Maverik" dovrà pagare una sanzione pecuniaria di 21.000 euro e che il peschereccio è stato confiscato». Per la legge croata, inoltre, l'equipaggio va trattenuto fino a quando la sanzione non viene pagata, ipotesi difficile da concretizzare se i marinai restano in Croazia. Per questo motivo si sta cercando un accordo attraverso il consolato italiano.
L'appello. L'avvocato difensore dell'equipaggio del "Maverik" ha presentato ricorso e ci sarà il processo d'appello, mentre una indagine parallela sull'accaduto verrà svolta dall'ufficio circondariale marittimo di Bisceglie che depositerà gli atti al Tribunale di Trani. A fini dell'indagine sarebbe essenziale poter utilizzare la strumentazione di bordo del "Maverik" per capire cosa sia accaduto la mattina del 7 giugno scorso: se cioè, come dice la polizia croata, il peschereccio abbia realmente oltrepassato di un miglio il limite massimo di 12 miglia dalla costa croata per pescare, o se, come sostengono i marittimi biscegliesi, il peschereccio si trovasse invece a 13 miglia da quella costa.
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