Indagati quattro direttori di banca e un commercialista. I soldi «sporchi» arrivavano da maxi evasione fiscale
Diversi immobili, conti correnti, rapporti fiduciari e quote societarie per un importo complessivo di circa 12 milioni di euro sono stati sottoposti a sequestro preventivo dalla guardia di finanza ad Andria con decreto emesso dal Gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura. La misura cautelare patrimoniale è stata eseguita da militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari nei confronti di 12 persone, tre fratelli con i rispettivi nuclei familiari, indagati per riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita. Secondo l’accusa, attraverso la gestione della sala di ricevimenti Villa Carafa, gli indagati avrebbero riciclato ingenti somme di denaro provenienti da una maxi evasione fiscale contestata ad un quarto fratello, nella sua qualità di rappresentante legale della società di gestione. Ulteriori cinque informazioni di garanzia per concorso nel reato di riciclaggio sono state notificate nei confronti di quattro direttori di banca ed un commercialista.L’indagine, denominata Marriage, ha avuto inizio nel gennaio del 2009, sulla base di segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio. Attraverso l’analisi di documentazione bancaria (138 rapporti bancari in 21 tra banche, società fiduciarie e società di gestione del risparmio) e riscontri presso le coppie di sposi fruitori dei servizi di ristorazione, è stato quantificato in circa 11 milioni di euro l’importo complessivo dei redditi derivanti dalla gestione della sala ricevimenti (nel periodo e non dichiarati al fisco tra il 1997-2008. In sostanza, la società di gestione di Villa Carafa sottofatturava gli introiti derivanti dai banchetti nunziali con percentuali di evasione che oscillavano tra il 40% ed il 60%. Con la complicità di quattro direttori di banca e di un commercialista, la grande mole di denaro in nero dopo essere stata depositata su libretti al portatore o certificati di deposito intestati a persone inesistenti o a terzi estranei ed inconsapevoli, veniva successivamente messa a disposizione sui conti personali dei soci della società dei rispettivi nuclei familiari. Il denaro veniva poi utilizzato per acquistare - direttamente o tramite apposite società - immobili di pregio nel centro di Andria (in molti casi dichiarando un valore notevolmente inferiore a quello reale, come confermato in atti da diversi venditori dei predetti immobili), titoli e polizze assicurative o quote societarie. I finanzieri hanno sottoposto a sequestro 138 rapporti bancari presso istituti di credito di Bari, Andria e Trani, Milano, Trieste e Stezzano (Bg), riconducibili a persone fisiche o giuridiche, 12 quote sociali di società operanti nel settore immobiliare, agricolo e del commercio al dettaglio di calzature, tutte con sede in Andria e 23 immobili tra appartamenti, box e locali commerciali, terreni agricoli ad Andria (BT), per un valore commerciale complessivo di circa 12 milioni di euro.
Fonte : Corriere
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