IN mare per una battuta di pesca subacquea muore annegato in seguito ad un malore. E’ successo stamane a Zapponeta, località Zona Aloisa, ai confini con Manfredonia. L’uomo, nativo del capoluogo dauno sarebbe morto annegato mentre era in compagnia di un amico. Verso le 13 la segnalazione di un altro sub amatoriale che preoccupato per il mancato rientro dell’uomo avrebbe chiamato i soccorsi. Poco dopo l’arrivo del 118 e degli uomini della Guardia Costiera di Manfredonia. Dunque il trasporto via mare, causa interruzione strada, fino all’entrata del porto di Manfredonia. Dunque il recupero del corpo alle 15 e 30 da parte dell’agenzia funebre Padre Pio (Murgo). Quindi il trasporto al cimitero di Manfredonia ed il trasferimento nell’obitorio. In seguito l’arrivo del medico legale che ha accertato il decesso dell’uomo. Nessuna ferita od altro sarebbe risultato sul corpo dello sfortunato sub foggiano. Già avvenuto il riconoscimento del cadavere da parte dei famigliari dell’uomo. Domani la probabile autopsia, qualora venisse disposta da parte dell’autorità giudiziaria competente. Seguono accertamenti da parte degli operatori della Guardia Costiera di Manfredonia che è intervenuta nella tarda mattinata con mezzi navali e terrestri, attuando le procedure di ricerca per ritrovare il pescatore sportivo del foggiano disperso nelle acque antistanti il Comune di Zapponeta, come detto in località foce Aloisa. Durante le prime fasi delle operazioni di ricerca il corpo del disperso è stato rinvenuto privo di vita, recuperato dalla motovedetta della Guardia Costiera CP820 e successivamente trasportato (nelle modalità indicate) a Manfredonia.
IL PRECEDENTE AVVENUTO QUASI UN ANNO FA – Si ricorda che alle 7 del mattino dello scorso 19 giugno, dunque quasi un anno fa, un altro uomo, il 57enne Michele Nasca, guardia giurata del Barlettano, è morta dopo essere stata risucchiata da una idrovora sommersa di una struttura in cemento armato in località Zona Aloisa ( Focus ). All’autopsia furono invitati a partecipare anche i legali degli indagati. Come anticipato da Stato il giorno della tragedia, il 57enne Nasca (guarda giurata del Barlettano) stava effettuando della pesca subacquea in località Foce Aloisa agro di Zapponeta, vicino ad un pontile quando sarebbe stato risucchiato da un’idrovora sommersa di una struttura in cemento armato della zona (l’idrovora è un tipo di pompa usata per assorbire ed asportare grandi masse d’acqua, funzionamento con eliche, in particolare per opere di bonifica o in casi di alluvione; in questo caso la massa d’acqua assorbita ed asportatata era da trasportare nell’area di Margherita di Savoia, negli impianti salini di proprietà della Ati Sale, per essere depositata nelle vasche utili per l’essiccazione naturale) mentre raccoglieva dei frutti di mare (probabilmente cozze) vicino al pilastro.
LA TRAGEDIA – A dare l’allarme inizialmente sarebbe stato il fratello della vittima. Anche se si presume che ci sarebbero state altre persone intente a pescare nell’area. Il bocchettone dell’idrovora della struttura (in posizione sommersa) non sarebbe stato naturalmente visto dalla vittima. Tre in totale le idrovore presenti sotto il prefabbricato, idrovore attorno alle quali ci sarebbe stata connessa, in passato, una griglia di protezione (probabilmente in acciaio o alluminio). Una griglia attorno alla quale si sarebbe formata nel tempo la crescita di altri frutti di mare. La griglia, per cause ancora da verificare, mancava già da tempo a protezione dalle idrovore in questione. I due fratelli (forse con un’altra persona) sarebbero entrati nell’acqua tuffandosi dagli scogli posti alla destra della struttura (nell’area non sarebbero presenti cartelli di divieto di balneazione). a vittima si sarebbe avvicinata eccessivamente alla tubazione (con pompa di tiraggio e funzionamento con eliche – eliche in azione, che avrebbero causato la morte dell’uomo, poste probabilmente a circa 30 centimetri dall’apertura dell’idrovora) così venendo risucchiata all’interno della stessa, fino ad essere colpito dalle eliche. L’uomo avrebbe perso, nell’incidente, un arto superiore ma anche inferiore del corpo. In ogni modo, nonostante la sporgenza del bocchettone dell’idrovora, nonostante gli accertamenti relativamente alla responsabilità della società (Ati Sale) che gestisce la struttura, nell’area era esposto un cartello con divieto di balneazione. L’uomo pertanto non avrebbe dovuto trovarsi nel luogo. Le indagini in corso furono condotte dal sostituto procuratore del tribunale di Foggia, dottoressa Rosa Penza.
“PERICOLO ANNEGAMENTO, IDROVORA IN FUNZIONE” – Il cartello esposto all’entrata del pontile (sospeso in aria grazie a dei pilastri, pontile che conduce dopo 200 metri circa ad un prefabbricato in cemento armato dove sono poste le pompe di tiraggio) parla di un “pericolo annegamento” anche a causa di una “idrovora in funzione”. Nei lati destra e sinistra dell’area non sono in ogni modo visionabili degli ulteriori cartelli con divieto di pesca e balneazione. Un pescatore del luogo raccontò inoltre a Stato come “già anni fa un altro pescatore subacqueo era morto nello stesso modo” con il quale, stamattina, Michele Nasca ha trovato la morte.
LA SOCIETA’ – Secondo fonti attendibili, l’idrovora che avrebbe risucchiato il corpo dell’uomo si troverebbe pertanto in un’area data in concessione alla società ‘Ati sale‘ che gestisce le saline della vicina Margherita di Savoia (Costituita nel 1994 da A.T.I. S.p.A.,Azienda Tabacchi Italiani, società controllata al 100% dai Monopoli di Stato, per commercializzare il sale proveniente dalle Saline di Stato. Con Decreto legislativo 9 luglio 1998 n° 283 è istituito l’Ente Tabacchi Italiani (E.T.I.), cui sono destinate le attività produttive e commerciali attribuite all’ Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, compresa la produzione del sale. Nel dicembre 2000 E.T.I. S.p.A acquisisce il 100% della società Atisale S.p.A. Nell’agosto 2002 vengono cedute ad Atisale S.p.A le attività produttive delle Saline di E.T.I. S.p.A. Nel febbraio 2003 il pacchetto azionario di Atisale S.p.A. è acquisito al 100% dalla Società Salapia Sale s.r.l. di Margherita di Savoia – Fg). Una volta pescata la massa marina nello specchio d’acqua circostante, l’idrovora dell’impianto consentirebbe un ritorno dell’acqua inizialmente nel fabbricato e da qui, attraverso dei collegamenti, verso i canali adiacenti, che porterebbero l’acqua verso le Saline di Margherita di Savoia ma anche attraverso il deposito in vasche.
GLI AVVISI DI GARANZIA – DA fonti attendibili sarebbero stati 4, al tempo, gli avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica di Foggia ai danni di responsabili della società che ha in gestione l’impianto. Probabilmente, il reato in questione potrebbe far riferimento aomicidio colposo. Si ricorda che al tempo intervenirono sul luogo squadre del nucleo Soccorso acquatico di Foggia, vigili del fuoco di Manfredonia, militari della Comando Compagnia dei carabinieri di Manfredonia, uomini della Spesal Asl, sommozzatori di Brindisi, uomini del Sas di Foggia e operatori della Capitaneria di Porto di Manfredonia.
Fonte Stato Quotidiano
IL PRECEDENTE AVVENUTO QUASI UN ANNO FA – Si ricorda che alle 7 del mattino dello scorso 19 giugno, dunque quasi un anno fa, un altro uomo, il 57enne Michele Nasca, guardia giurata del Barlettano, è morta dopo essere stata risucchiata da una idrovora sommersa di una struttura in cemento armato in località Zona Aloisa ( Focus ). All’autopsia furono invitati a partecipare anche i legali degli indagati. Come anticipato da Stato il giorno della tragedia, il 57enne Nasca (guarda giurata del Barlettano) stava effettuando della pesca subacquea in località Foce Aloisa agro di Zapponeta, vicino ad un pontile quando sarebbe stato risucchiato da un’idrovora sommersa di una struttura in cemento armato della zona (l’idrovora è un tipo di pompa usata per assorbire ed asportare grandi masse d’acqua, funzionamento con eliche, in particolare per opere di bonifica o in casi di alluvione; in questo caso la massa d’acqua assorbita ed asportatata era da trasportare nell’area di Margherita di Savoia, negli impianti salini di proprietà della Ati Sale, per essere depositata nelle vasche utili per l’essiccazione naturale) mentre raccoglieva dei frutti di mare (probabilmente cozze) vicino al pilastro.
LA TRAGEDIA – A dare l’allarme inizialmente sarebbe stato il fratello della vittima. Anche se si presume che ci sarebbero state altre persone intente a pescare nell’area. Il bocchettone dell’idrovora della struttura (in posizione sommersa) non sarebbe stato naturalmente visto dalla vittima. Tre in totale le idrovore presenti sotto il prefabbricato, idrovore attorno alle quali ci sarebbe stata connessa, in passato, una griglia di protezione (probabilmente in acciaio o alluminio). Una griglia attorno alla quale si sarebbe formata nel tempo la crescita di altri frutti di mare. La griglia, per cause ancora da verificare, mancava già da tempo a protezione dalle idrovore in questione. I due fratelli (forse con un’altra persona) sarebbero entrati nell’acqua tuffandosi dagli scogli posti alla destra della struttura (nell’area non sarebbero presenti cartelli di divieto di balneazione). a vittima si sarebbe avvicinata eccessivamente alla tubazione (con pompa di tiraggio e funzionamento con eliche – eliche in azione, che avrebbero causato la morte dell’uomo, poste probabilmente a circa 30 centimetri dall’apertura dell’idrovora) così venendo risucchiata all’interno della stessa, fino ad essere colpito dalle eliche. L’uomo avrebbe perso, nell’incidente, un arto superiore ma anche inferiore del corpo. In ogni modo, nonostante la sporgenza del bocchettone dell’idrovora, nonostante gli accertamenti relativamente alla responsabilità della società (Ati Sale) che gestisce la struttura, nell’area era esposto un cartello con divieto di balneazione. L’uomo pertanto non avrebbe dovuto trovarsi nel luogo. Le indagini in corso furono condotte dal sostituto procuratore del tribunale di Foggia, dottoressa Rosa Penza.
“PERICOLO ANNEGAMENTO, IDROVORA IN FUNZIONE” – Il cartello esposto all’entrata del pontile (sospeso in aria grazie a dei pilastri, pontile che conduce dopo 200 metri circa ad un prefabbricato in cemento armato dove sono poste le pompe di tiraggio) parla di un “pericolo annegamento” anche a causa di una “idrovora in funzione”. Nei lati destra e sinistra dell’area non sono in ogni modo visionabili degli ulteriori cartelli con divieto di pesca e balneazione. Un pescatore del luogo raccontò inoltre a Stato come “già anni fa un altro pescatore subacqueo era morto nello stesso modo” con il quale, stamattina, Michele Nasca ha trovato la morte.
LA SOCIETA’ – Secondo fonti attendibili, l’idrovora che avrebbe risucchiato il corpo dell’uomo si troverebbe pertanto in un’area data in concessione alla società ‘Ati sale‘ che gestisce le saline della vicina Margherita di Savoia (Costituita nel 1994 da A.T.I. S.p.A.,Azienda Tabacchi Italiani, società controllata al 100% dai Monopoli di Stato, per commercializzare il sale proveniente dalle Saline di Stato. Con Decreto legislativo 9 luglio 1998 n° 283 è istituito l’Ente Tabacchi Italiani (E.T.I.), cui sono destinate le attività produttive e commerciali attribuite all’ Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, compresa la produzione del sale. Nel dicembre 2000 E.T.I. S.p.A acquisisce il 100% della società Atisale S.p.A. Nell’agosto 2002 vengono cedute ad Atisale S.p.A le attività produttive delle Saline di E.T.I. S.p.A. Nel febbraio 2003 il pacchetto azionario di Atisale S.p.A. è acquisito al 100% dalla Società Salapia Sale s.r.l. di Margherita di Savoia – Fg). Una volta pescata la massa marina nello specchio d’acqua circostante, l’idrovora dell’impianto consentirebbe un ritorno dell’acqua inizialmente nel fabbricato e da qui, attraverso dei collegamenti, verso i canali adiacenti, che porterebbero l’acqua verso le Saline di Margherita di Savoia ma anche attraverso il deposito in vasche.
GLI AVVISI DI GARANZIA – DA fonti attendibili sarebbero stati 4, al tempo, gli avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica di Foggia ai danni di responsabili della società che ha in gestione l’impianto. Probabilmente, il reato in questione potrebbe far riferimento aomicidio colposo. Si ricorda che al tempo intervenirono sul luogo squadre del nucleo Soccorso acquatico di Foggia, vigili del fuoco di Manfredonia, militari della Comando Compagnia dei carabinieri di Manfredonia, uomini della Spesal Asl, sommozzatori di Brindisi, uomini del Sas di Foggia e operatori della Capitaneria di Porto di Manfredonia.
Fonte Stato Quotidiano
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