La Buona Politica invita a votare per i referendum del 12-13 giugno, per dare senso agli strumenti di democrazia partecipata previsti dalla nostra Costituzione.
I maggiori traguardi normativi che hanno segnato una svolta nel modo di pensare e di agire del nostro Paese sono stati raggiunti grazie ai referendum popolari: la stessa forma repubblicana dello Stato italiano è stata oggetto della prima grande consultazione democratica del nostro Paese. Così come le battaglie per i diritti civili per il divorzio e l’aborto hanno rappresentato esercizi di democrazia popolare, scaturiti da dibattiti, anche serrati, all’interno degli stessi partiti tradizionali e tra le varie opinioni della società civile.
Questa volta, come non mai, la valenza dei referendum non risiede nel tecnicismo dell’abrogazione di determinati articoli, commi, capoversi, aggettivi, quanto nel riportare all’attenzione di tutta la cittadinanza l’importanza di talune decisioni in argomenti di particolare rilievo per la convivenza civile, con l’obiettivo di indirizzare le istituzioni parlamentari a tenere in debita considerazione le posizioni dell’opinione pubblica corrente.
Il maggiore risultato che bisogna raggiungere nei referendum del 12-13 giugno è il superamento del quorum del 50%+1 degli aventi diritto, segnale che darà la dimostrazione di un Paese che è sveglio, non più addormentato e non più disposto ad esprimere le proprie opinioni solo partecipando ad un quiz televisivo.
Gli argomenti affrontati dai prossimi referendum sono di importanza cruciale per la vita quotidiana di ognuno di noi: dalla gestione pubblica del bene acqua, alla localizzazione degli impianti di produzione di energia nucleare, alla uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Se volessimo sintetizzare in due parole il significato degli imminenti referendum la domanda a cui dobbiamo rispondere è: vogliamo dare valore ai beni pubblici di cui tutti siamo beneficiari e responsabili ? La nostra risposta è Sì.
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