“Si torna al passato”. Così commenta la ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese, il consigliere regionale Pdl Giovanni Alfarano.
“La verità è che l'acqua non è mai stata privata. L'acqua è un bene pubblico e continuerà ad esserlo. Ne è la dimostrazione il fatto che l'attuale Società per Azioni detiene un capitale sociale controllato per l'87 % dalla Regione Puglia e per il 13 % dalla Regione Basilicata.
La legge approvata dal Consiglio Regionale ha il sapore di un provvedimento strumentale, populista, demagogico, elettorale. La forma giuridica sin qui esistente, ovvero la S.p.A. (soggetto di diritto privato) ha consentito, grazie all'efficienza dei suoi organismi interni, il raggiungimento di risultati importanti.
Ad evidenziarlo è stato lo stesso Assessore Regionale in carica, Fabiano Amati. Tra le note positive registrate figura la riduzione delle perdite fisiche, amministrative, gli investimenti notevoli, una crescita esponenziale degli utili con una previsione di circa 30 milioni di euro per il 2010. La domanda è d'obbligo. Si può trasformare un'azienda che funziona?
La decisione intrapresa dal centro-sinistra, al governo della Regione, è contro ogni logica. Una legge contro i pugliesi che vedono perdersi l'unica azienda della Regione Puglia con un quadro economico-finanziario di tutto rispetto.
Un modello di gestione che bisognava estendere a tutte le altre aziende pubbliche. Su tutte, quelle sanitarie, le quali, presentano bilanci sconcertanti tanto da portare il governatore a provvedimenti drastici come la chiusura di 19 ospedali, il taglio di 2.200 posti letto, l'aumento dell'addizionale Irpef, il ticket a pagamento per tutti e tanto altro ancora.
Inoltre, credo sia doveroso rimarcare che l'Acquedotto Pugliese S.p.A., in questi anni, non ha mai distribuito profitti. Ebbene, oggi, con la sua ripubblicizzazione si creano i presupposti per omologare quest'azienda a tutte le altre aziende pubbliche inefficienti.
Condizione da non sottovalutare e che potrebbe determinare l'aumento delle tariffe. Sì perché è con le tariffe che bisognerà coprire i costi di funzionamento della nuova azienda pubblica. Pertanto, qualora i suddetti costi dovessero salire, salirebbero anche le tariffe.
Ecco perché si ritorna al passato. Il tutto, con il forte rischio di creare un nuovo carrozzone politico a danno dei pugliesi e che in passato, oltre a distribuire acqua, ha distribuito debiti”.
Giovanni Alfarano - Consigliere Regionale PDL
“La verità è che l'acqua non è mai stata privata. L'acqua è un bene pubblico e continuerà ad esserlo. Ne è la dimostrazione il fatto che l'attuale Società per Azioni detiene un capitale sociale controllato per l'87 % dalla Regione Puglia e per il 13 % dalla Regione Basilicata.
La legge approvata dal Consiglio Regionale ha il sapore di un provvedimento strumentale, populista, demagogico, elettorale. La forma giuridica sin qui esistente, ovvero la S.p.A. (soggetto di diritto privato) ha consentito, grazie all'efficienza dei suoi organismi interni, il raggiungimento di risultati importanti.
Ad evidenziarlo è stato lo stesso Assessore Regionale in carica, Fabiano Amati. Tra le note positive registrate figura la riduzione delle perdite fisiche, amministrative, gli investimenti notevoli, una crescita esponenziale degli utili con una previsione di circa 30 milioni di euro per il 2010. La domanda è d'obbligo. Si può trasformare un'azienda che funziona?
La decisione intrapresa dal centro-sinistra, al governo della Regione, è contro ogni logica. Una legge contro i pugliesi che vedono perdersi l'unica azienda della Regione Puglia con un quadro economico-finanziario di tutto rispetto.
Un modello di gestione che bisognava estendere a tutte le altre aziende pubbliche. Su tutte, quelle sanitarie, le quali, presentano bilanci sconcertanti tanto da portare il governatore a provvedimenti drastici come la chiusura di 19 ospedali, il taglio di 2.200 posti letto, l'aumento dell'addizionale Irpef, il ticket a pagamento per tutti e tanto altro ancora.
Inoltre, credo sia doveroso rimarcare che l'Acquedotto Pugliese S.p.A., in questi anni, non ha mai distribuito profitti. Ebbene, oggi, con la sua ripubblicizzazione si creano i presupposti per omologare quest'azienda a tutte le altre aziende pubbliche inefficienti.
Condizione da non sottovalutare e che potrebbe determinare l'aumento delle tariffe. Sì perché è con le tariffe che bisognerà coprire i costi di funzionamento della nuova azienda pubblica. Pertanto, qualora i suddetti costi dovessero salire, salirebbero anche le tariffe.
Ecco perché si ritorna al passato. Il tutto, con il forte rischio di creare un nuovo carrozzone politico a danno dei pugliesi e che in passato, oltre a distribuire acqua, ha distribuito debiti”.
Giovanni Alfarano - Consigliere Regionale PDL
Nessun commento:
Posta un commento