Per sfruttare i finanziamenti regionali, avrebbero dichiarato ed attestato che i corsi erano frequentati da giovani stagisti compiacenti ma, in realtà, assenti.
Una truffa ben macchinata, quella scoperta dai poliziotti del commissariato di Canosa ai danni della Regione Puglia, da parte di un gruppo di canosini che sono stati indagati per truffa e falso ai danni delle’ente pubblico.
Struttando infatti i corsi di «Ritorno al Futuro» (relativamente all’avviso pubblico della Regione Puglia n.1/2008 del Por Puglia per il Fondo sociale europeo 2007-2013), l’iniziativa volta a sostenere i giovani laureati disoccupati ed inoccupati per valorizzarne le capacità e le potenzialità creative, professionali ed occupazionali, la «Canosa Formez» (un ente di formazione professionale accreditato presso la Regione Puglia) aveva messo su un’organizzazione di insospettabili che riusciva a trarre dei profitti conseguendo somme di denaro pari a settemila e cinquecento euro a partecipante. Come? Attestando falsamente la frequenza del master post-laurea (di 800 ore complessive, di cui 500 per di lezioni teoriche e le altre 300 ore di stage) da parte di un gruppo di stagisti legati da vincoli di parentela.
Non solo. L’associazione accreditata per la frequenza dei corsi, secondo quanto accertato dai poliziotti del commissariato canosino ai comandi del vice questore aggiunto Fulvio Schinzari e coordinati dal sostituto procuratore Marco D’Agostino del Tribunale di Trani, avrebbe percepito somme di denaro a titolo di anticipo e saldo da due stagiste (Simona Notargiacomo di 26 anni Angela Valeria Masciulli di 34, anche loro canosine e indagate), conseguendo un ingiusto profitto sempre in danno della Regione Puglia.
Le due stagiste, in altre parole, avrebbero attestato falsamente di aver frequentato il master, incluso il periodo di stage, mai frequentato.
Le indagini dei poliziotti, inoltre, hanno coinvolto anche un dirigente scolastico di Canosa (il 75enne Domenico Di Pinto) che, nella qualità di tutor aziendale nello stage di alta specializzazione per il coordinamento educativo nei servizi per l’infanzia, nonostante l’effettiva assenza delle stagiste, attestava falsamente la frequenza dello stage.
Oltre al dirigente scolastico e alla due stagiste, risultano indagati anche il 35enne Paolo Lacidogna in qualità di presidente del consiglio direttivo della «Canosa Fomez», la moglie 28enne Antonella Pomarico, la 31enne Mariangela Lacidogna (sorella del presidente) ed il 31enne Antonio Mosè Del Vento, marito di Mariangela Lacidogna e cognato di Paolo.
In ogni caso, fanno sapere gli investigatori della polizia di canosa, le indagini proseguono. Potrebbero essere coinvolti altri insospettabile nella truffa ordita nei confronti della Regione che, nel frattempo, ha provveduto alla sospensione temporanea dell’accreditamento dei finanziamenti. | | | |
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