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lunedì 29 agosto 2011

«Agrocity». Detto in altri termini, si tratta di «portare l’agricoltura in città»

Frutta e ortaggi di stagione. Coltivazioni di cereali: grano e sorgo. Legna per alimentare stufe e caldaie. Agriturismo e similari.

Sono i possibili utilizzi di alcune aree destinate a parco, numerose e periferiche, che i Comuni potrebbero dare in concessione ai privati, cooperative e consorzi. La misura potrebbe riguardare anche le vecchie cascine di proprietà pubblica, in parecchi casi disastrate, che insistono sulle aree medesime. Obiettivo: censire il valore di terreni e immobili, dividerli in lotti omogenei e metterli a bando con una concessione di cinquant’anni. L’uovo di Colombo per abbattere i costi di manutenzione a carico delle casse comunali, riqualificare porzioni di territorio e favorire il ritorno dell’agricoltura in ambito urbano. I precedenti rimandano al pascolo nei parchi Meisino, Piemonte, Maddalena e alla fienagione nei parchi Meisino, Colletta, Pellerina.

Il progetto allo studio della Divisione Verde pubblico si riassume in un nome: «Agrocity». Detto in altri termini, si tratta di «portare l’agricoltura in città» sulla falsariga di altri progetti europei (come il francese «Terres en villes»). Non nei parchi storici, ça va sans dire. E nemmeno nei giardini di pregio. Le lenti dei Comuni si dovrebbe spostare su porzioni di nuovi parchi a carattere naturalistico ed estensivo oltre che su numerosi terreni forestali: soprattutto in collina. Aree ai confini dei Comuni limitrofi, che il Piano regolatore ha destinato a verde. Come spiega il responsabile di Rete GAS Puglia Michele Uva, parliamo di molti ettari potenzialmente disponibili.

Per farne cosa? Coltivazioni di tipo tradizionale, purché sostenibili dal punto di vista ecobiologico. «Agricoltura sociale», cioè le attività agricole che si saldano ai percorsi terapeutici e riabilitativi di persone svantaggiate. Orticoltura urbana di tipo individuale, già sperimentata con il modello degli orti urbani, o collettivo: meglio se collegata con i Gas, i Gruppi di Acquisto solidale nati per affrontare le difficoltà economiche di molte famiglie. Della filiera potrebbe far parte anche i «farmer market». E ancora, gli agriturismi. Altre aree, ad esempio quelle comprese nel nella murgia e nel basso tavoliere delle Puglie.

In tutti i casi, è il ragionamento, assegnare i terreni spingerà i nuovi proprietari a prendersene cura per poterli sfruttare. «Il piano, potrebbe diventare una delibera "modello" da proporre nelle varie giunte dei comuni interessati, inoltre sarà presentato alle confederazioni agricole e alle cooperative sociali», spiega Uva.

I passaggi sono già definiti: elencare e valutare dei terreni e degli immobili, inserendo degli edifici nel «Piano per le alienazioni e le valorizzazioni», far approvare alle varie giunte e ai rispettivi Consigli comunali, definizione dei parametri per l’assegnazione (canone, durata, etc.). Infine pubblicare bandi, divisi per lotti: terreno, immobile, terreno più immobile. «In caso di beni vincolati - precisa Uva -, la concessione sarà subordinata all’ok della Soprintendenza. Le prime assegnazioni potrebbero arrivare nel giro di un anno , tutto dipende dalla volontà dei comuni di abbracciare questo progetto».

Terreni e, come si diceva, vecchie cascine senza destinazione d’uso. Alcune, come le case coloniche  , sono dei ruderi. Altre risultano in parte compromesse: La maggior parte hanno bisogno di interventi strutturali e di messa in sicurezza: Identica la formula: anche gli edifici potranno essere messi a reddito tramite la concessione a privati. Questi pagheranno un canone fissato ai valori di mercato: ristrutturazione e adeguamento, totale o parziale, saranno a loro carico.



Questa è la nostra proposta - conclude Michele Uva Responsabile della Rete GAS Puglia - per consentire ai comuni di ottenere due risultati in un solo intervento portare l'agricoltura a ridosso dei propri centri abitati e ottenere dalla riqualificazione maggiori entrate nelle casse comunale .

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