Dal reale al virtuale, dalla rappresentazione dei due attori sul palco, a due schermi rettangolari a cristalli liquidi che si impongono sulla scena dall’alto, e che trasmettono continuamente immagini, particolari contesti geografici e paesaggi avvolti dalla nebbia che fanno presagire l’arrivo di una 'Tempesta'. Lo spettacolo della compagnia veneta Anagoor, in scena ieri sera nell'ambito del programma della XV^ edizione del Festival Internazionale di Andria “Castel dei Mondi”, diretto da Riccardo Carbutti e promosso dalla Città di Andria - con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Puglia e del Teatro Pubblico Pugliese attraverso l’attivazione dei fondi FESR - , è una performance di teatro visivo; quarantacinque minuti di suoni, immagini, luci, corpi e gestualità ora reali, ora virtuali, comunicati allo spettatore attraverso la fisicità dirompente dei due attori sul palco, così come attraverso gli schermi, in una continua commistione comunicativa che lascia al pubblico la possibilità di interpretare, di attribuire un significato o più significati a quanto accade. A sinistra della scena, un enorme cubo in plexiglass che, invaso dal fumo, per tutta la rappresentazione diventa luogo di proiezioni e visioni, spazio scenico principale per le performances degli attori Anna e Pierantonio Bragagnolo. Sullo sfondo, invece, la 'Tempesta', che è nell’aria, avvertita dallo spettatore come qualcosa che sta per accadere, che potrebbe arrivare; annunciata solo da una musica che inquieta, dal fumo che avvolge la scena, dalle luci intermittenti dalla forte potenza visiva e comunicativa, proiettate sapientemente dalla regia di Simone Derai. La rappresentazione pone sullo stesso piano la performance degli attori e i video proiettati dai due schermi, “costringendo” lo spettatore a spostare lo sguardo su un piano orizzontale, tra passato e presente: da una parte “la memoria” di quello che è avvenuto attraverso i video proiettati, dall’altra la presenza scenica dei personaggi in carne ed ossa, offrendo due diversi punti di vista su quanto sta avvenendo sulla scena.
Segnalato al Premio Scenario 2009, lo spettacolo andato in scena ieri sera nell’auditorium Paola Chicco è una rievocazione dell’enigmatico dipinto di Giorgione del 1500, 'Tempesta' appunto, di cui riprende gli studi sulla luce, il paesaggio, proponendo attraverso una scenografia semplice, fatta di pochi oggetti di scena, la stessa illusione di una prospettiva infinita, la centralità del “paesaggio” che, nello spettacolo di Anagoor, è percepita attraverso diversi significanti visivi e uditivi, dialoghi gestuali ed espressione del corpo.
“Si prudens esse cupis in futura prospectum intende”. Lo spettacolo si chiude con questa frase latina apparsa su uno dei due schermi che significa: “se vuoi essere saggio volgi lo sguardo al futuro”. Un ultimo video su cui riflettere, un input che conduce lo spettatore a porsi altre domande e ad attribuire altri significati, volgendo lo sguardo al futuro.
Segnalato al Premio Scenario 2009, lo spettacolo andato in scena ieri sera nell’auditorium Paola Chicco è una rievocazione dell’enigmatico dipinto di Giorgione del 1500, 'Tempesta' appunto, di cui riprende gli studi sulla luce, il paesaggio, proponendo attraverso una scenografia semplice, fatta di pochi oggetti di scena, la stessa illusione di una prospettiva infinita, la centralità del “paesaggio” che, nello spettacolo di Anagoor, è percepita attraverso diversi significanti visivi e uditivi, dialoghi gestuali ed espressione del corpo.
“Si prudens esse cupis in futura prospectum intende”. Lo spettacolo si chiude con questa frase latina apparsa su uno dei due schermi che significa: “se vuoi essere saggio volgi lo sguardo al futuro”. Un ultimo video su cui riflettere, un input che conduce lo spettatore a porsi altre domande e ad attribuire altri significati, volgendo lo sguardo al futuro.
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