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News dalle Città della BAT

venerdì 5 agosto 2011

Costi della politica, in Puglia i consiglieri non avranno il rimborso

In Puglia si chiude il caso dei costi della politica. Molti consiglieri regionali, i meglio remunerati in Italia, avevano chiesto le indennità non ricevute a partire dal 2006 quando ci fu un taglio del 10 %. Si dice nettamente contrario l'ex presidente del Consiglio regionale, Pietro Pepe (nella foto). AGGIORNAMENTO. Le indennità non sono rimborsabili.

NOTIZIA DEL 18 LUGLIO
In tempi economici e sociali molto difficili, mentre ai cittadini vengono richiesti ulteriori sacrifici economici ma senza adeguati contrappesi nel taglio dei privilegi dei parlamentari, sul web fa furore il blog di un precario (un assistente parlamentare?) che svela "i segreti della Casta". Rivelazioni che hanno dello scandaloso. Perché come se non bastassero le munifiche indennità e i tanti benefits già conosciuti, a cui si aggiungono anche le tariffe super-scontate per i telefonini, gli sconti fino al 20% per l'acquisto di un'autovettura, i permessi per la Ztl, i viaggi gratis per sé e per mogli, figli e amici, la "talpa" denuncia addirittura che i parlamentari presentano finte denunce di furti di pc portatili per ottenere i rimborsi. Sono denunce molto pesanti su cui, senza agitare "lotte di classe, bisogna fare luce. E possibilmente provvedere a rimuovere tali situazioni.

In Puglia per i costi della politica si è aperto un nuovo caso. Nel 2006 all'unisono il Consiglio regionale, sulla base della Finanziaria, decise di tagliarsi gli "stipendi" del 10%. Oggi, per una curiosissima coincidenza legata ad una sentenza della Corte costituzionale che impone alle Regioni di ripianare le situazioni pregresse, i consiglieri regionali possono chiedere la restituzione delle somme "tagliate". Sono 50 le istanze presentate per ottenerle.

Pietro Pepe ricorda che quando ci fu il taglio tutti furono "d'accordo". Inizialmente in pochi, poi si decise in modo unitario di decurtare il 10%. Pepe non chiederà niente. "Non è morale - dice - rivendicare un risarcimento quando tutti sono chiamati a fare sacrifici. Nel 2006 decidemmo tutti d'accordo, convincendo anche quelli che non lo erano. Occorre trovare una soluzione condivisa in un clima di confronto democratico e non in uno di "invidia sociale" tra la gente comune, costretta ai sacrifici, e la politica, che vuole evitarli". Le proposte per uscire da tale situazione? La restituzione delle somme o l'utilizzo per scopi sociali. Oppure, a monte, una revisione normativa.

AGGIORNAMENTO del 20 LUGLIO 2011
"Le indennità non si possono rimborsare". Lo precisa un comunicato del Consiglio regionale dopo un parere dell'Avvocatura regionale. "In riferimento alle differenze indennitarie richieste da consiglieri ed ex consiglieri - si legge - l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, su relazione del presidente Onofrio Introna, ha preso atto dell’integrazione fornita dall’Avvocatura della Regione Puglia regionale al parere “formulato sul piano teorico della gerarchia delle fonti statali, nonché delle determinazioni statutariamente previste dall’Ufficio di Presidenza” nel 2006. Constatando che le differenze non vengono ritenute “suscettibili di rimborso”, essendo decorso il termine “fissato a pena di decadenza dall'art.21 l.1034/1971 per impugnare l'atto amministrativo”, l’Ufficio di Presidenza ha concluso che agli interessati non verrà corrisposto alcun arretrato, dal momento che la determinazione in oggetto, n. 96 del 2006, continua ad essere pienamente efficace, non essendo stata impugnata nei termini di rito (entro il 7 luglio 2007)".

Erano 43 i consiglieri, ex e in carica, che avevano fatto istanza per ottenere gli arretrati. Si trattava di circa 63.000 euro ciascuno.

fonte : notizie - online

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