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domenica 4 dicembre 2011

ANDRIA : "E' il momento della collaborazione, dite voi: allora che sia reale questa volontà e che la dimostriate."


Gentile Sindaco Giorgino, da tempo abbiamo posto all' attenzione dell'Assessore alla cultura, alcune riflessioni sul tema della cultura nella nostra città ponendogli domande importanti su come fino ad oggi si è operato per gestire il comparto culturale.
Quando abbiamo deciso di interloquire con lui, lo abbiamo fatto tentando di cancellare ogni pensiero preconcetto e analizzando nel merito il suo operato e le sue scelte. A nulla sono valse le nostre aperture attuate sia sulla stampa che in Consiglio Comunale. Abbiamo anche auspicato e richiesto più volte che venisse costruita un'occasione ufficiale in cui costruire con la cittadinanza e le opposizioni un cantiere collaborativo che permettesse di tutelare la cultura nonostante la crisi e i forti tagli perpetrati dal governo Berlusconi ora fuori dalla scena politica.
E' il momento della collaborazione, dite voi: allora che sia reale questa volontà e che la dimostriate.
Lo abbiamo chiesto per il Festival Castel dei Mondi, per il suo futuro e non solo. Non abbiamo ancora ricevuto risposta nonostante i continui inviti fatti all'Assessore competente. D’altronde, capiamo che deve essere stato difficile (e crediamo lo sia ancora) per l'attuale Assessore alla cultura, appartenere al centro destra vicino all'ex Presidente del Consiglio Berlusconi, svolgere il compito di Assessore alla cultura e dover digerire frasi come quella dell'ex Ministro Tremonti in cui affermava che "con la cultura non si mangia" sancendo di fatto la direzione tutta berlusconiana di un modello produttivo in cui non c'era e non ci sarà mai posto per i talenti, per la bellezza, per i saperi e per tutto ciò che emancipa noi esseri umani dalla bassezza spingendoci ad accrescere il nostro pensiero critico.
E' lo stesso per lei Sindaco Giorgino. Non basta presenziare a tutti gli eventi e dichiarare che "la cultura è importante". Vogliamo però provare a guardare oltre sperando, questa volta, di ricevere una cortese risposta. La sua Amministrazione ha ottenuto eredità importanti da quella precedente e dall'amministrazione regionale guidata dal Presidente Vendola. Citiamo alcuni esempi: i Teatri Abitati con la residenza teatrale alla Manzoni, i finanziamenti al Festival Castel dei Mondi e al Festival Suoni del Mediterraneo, i finanziamenti per il Laboratorio Urbano dell'Officina San Domenico, il finanziamento e progetto per la riqualificazione dell'ex Mattatoio e tanti altri; questi sono alcuni fondamentali esempi. Molti di questi progetti presto si troveranno di fronte all'inderogabile esigenza di essere gestiti concretamente messi in moto.
Il mondo, da questo punto di vista, è andato avanti e anche la nostra Italia.
Molti di noi considerano il provincialismo, uno dei mali che affligge la nostra città e a cui si deve trovare assolutamente rimedio se si vuole provare a costruire una città più civile; una città migliore.
Ci chiederà come. Non vogliamo essere gente di "sole-parole" ma anche di fatti. Noi crediamo che il provincialismo si possa sconfiggere aprendosi e cogliendo tutti gli spunti che provengono dal mondo che ci sta attorno. Rispetto a questo mi piacerebbe invitarla a informarsi su quanto sta accadendo a Roma con la bellissima vicenda del Teatro Valle Occupato.
So bene che la parola "occupato" genererà in lei un po' di orticaria come era accaduto per Tremonti pronunciando la parola "centro sociale". In fondo lei appartiene a quella non-cultura, o no? L' occupazione del Valle a Roma, invece, è la sponda da cui si affaccia e si affaccerà un nuovo modello di democrazia per l'Italia nostra. Vale la pena informarsi e non arrivare sempre con un indecoroso ritardo sulle questioni.
Il Teatro Valle era una struttura dismessa, rallentata, dimenticata e contesa fra poteri forti che ne avrebbero decretato la fine. Un rimpallo eterno fra istituzioni lasciava dimenticata e abbandonata una delle più belle strutture nel cuore di Roma che aveva ospitato prime di alcune delle migliori opere prodotte da grandi intellettuali italiani, vedi Pirandello. Tutto sembrava destinato a non sbloccarsi.
Poi è accaduto qualcosa: giovani, operatori della cultura, artisti, intellettuali, politici, meno giovani, semplici cittadini, mamme, studenti hanno deciso di dare un forte segnale. Hanno occupato la struttura per dire chiaramente a Roma, all'Italia e a tutto il mondo intero che c'è qualcuno che crede ancora che la cultura sia un bene comune da difendere. Un bene imprescindibile, come l'acqua, il cielo, l'aria, il mare; come il creato.
Si perchè la cultura non è inscrivibile fra le cose che possiamo "possedere", non si ha la cultura. Si è, piuttosto, la propria cultura. Essa è dimensione di vita e del proprio spirito. Anche su questo sdoganamento dell'avere rispetto all'essere dovremmo discuterne ma certamente non lo farò ora in questa nota. Il Teatro Valle ha rappresentato una grande discontinuità e un grande esempio: possiamo tornare in piazza insieme a riprenderci ciò che è nostro senza demandare eternamente a qualcuno scelte e responsabilità.
L'occupazione del Teatro Valle non è stato "affare di pochi". No. Hanno appoggiato l'occupazione di questo teatro e l'operato di questi ragazzi artisti del calibro di Afterhours, Alberto Botta, Alessandro Gassman, Ambrogio Sparagna, Andrea Camilleri, Andrea Cosentino, Arnoldo Foà, Ascanio Celestini, Babilonia Teatri, Bandabardò, Marlene Kuntz, Bernardo Bertolucci, Claudio Santamaria, Dario Fo, Edoardo Bennato, Elena Sofia Ricci, Elio Germano, Stefano Rodotà e tanti altri.
La lista è veramente infinita. E adesso? Adesso, dopo mesi, si sta discutendo di come costruire una Fondazione che tuteli il Teatro Valle come bene comune. E' un grande cantiere aperto a tutti. Non solo ai tecnici, non solo agli artisti ma a tutti coloro che desiderino dare il proprio apporto a questo grande progetto che di cittadinanza attiva.
La inviterei, egregio Sindaco, a informarsi sullo statuto che stanno scrivendo per la Fondazione del Valle. Uno statuto non assemblato nelle segrete stanze, ma sul web con gli spunti di tutti.
In questo statuto, io credo, vi siano le basi per una nuova idea di partecipazione e quindi una riscoperta della democrazia. Vi sono articoli dedicati al riconoscimento della cultura come bene comune, altri dedicati al pieno rispetto del lavoro come punto centrale imprescindibile. Persone fisiche e giuridiche potranno partecipare alla Fondazione garantendo partecipazione attraverso un lavoro periodico sia esso fisico, intellettuale, in sede o fuori sede per la cura del bene comune Teatro. Così tutti i soci avranno diritto-dovere di partecipare alla gestione del Teatro Valle Bene Comune.  L'assemblea dei soci costituisce il vero organo decisionale della Fondazione come ogni sistema democratico imporrebbe. Per diventare socio basterà versare una quota di iscrizione che sarà decisa dall'aspirante socio in base alle proprie possibilità, e poi una quota negli anni successivi il cui importo verrà stabilito dall'Assemblea stessa. Tutti i soci avranno uguali diritti indipendentemente dalla quota versata all'iscrizione.
Fondamentale, credo, sia sottolineare come verrà eletta la direzione artistica.  La direzione artistica verrà assegnata attraverso una pubblica chiamata a proporre. Il progetto potrà riguardare un progetto artistico compreso fra uno e tre anni. Questo permetterà una turnazione della direzione artistica senza che si creino monopoli perpetrati nel tempo e potentati strategici a poteri forti.  La supervisione di ogni carica e di ogni progetto apparterranno ai compiti dell'assemblea stessa.
Sono esempi importanti di come ci sia un bisogno imprescindibile di partecipazione e di una fuoriuscita totale dagli schemi "del palazzo". Ci domandiamo, allora, come la sua amministrazione pensa di agire in merito agli affidamenti di tutte quelle strutture che riguardano il comparto culturale e che potrebbero dar vita ad un sistema produttivo basato sulla cultura nella nostra città. Occorre dare spazio ai giovani della città evitando che si verifichino spiacevoli situazioni che magari vedano i soliti potentati operare all'interno di queste strutture inaridendo sempre più i nostri ragazzi che in completa solitudine e di fronte alla totale assenza di certezze per il proprio futuro, scelgono di emigrare altrove.
Noi pensiamo che attorno alla cultura possa nascere un nuovo fermento cittadino che sicuramente darebbe risvolti positivi sull'economia locale, sul turismo e sull'occupazione giovanile.
Noi crediamo che la cultura sia un bene comune da difendere anche nella nostra comunità cittadina.
Attendiamo di sapere quali sono le sue opinioni, idee e proposte in merito.
Salutandola la ringraziamo.
f.to Il consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà - Andria
             Dott. Ninni Inchingolo

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