"Bisogna dimostrare coesione, unità, compattezza, fare una battaglia per
il territorio, per la nostra provincia. Se questa linea, unitaria, non
arriverà in III commissione, se la conferenza dei sindaci, soggetto
sovrano, unico deputato a esprimere la volontà e i bisogni del
territorio non riuscirà a elaborare una proposta scevra di
particolarismi, che non sia ispirata né a possedimenti e feudi
elettorali né alla tutela spicciola di posizioni apicali, possiamo, sin
da ora, rassegnarci e dire addio a una sanità che offra qualità di
servizi, appropriatezza dei ricoveri e che abbia degli indici adeguati
al territorio e dare il benvenuto a una sanità con standard da Terzo
mondo, con un rapporto, in alcuni casi, come l’Utic, di 1 posto letto
per oltre 65.000 abitanti.
Crediamo che questo non succederà o che, peggio ancora, non ci toccherà? A cosa servirà mai, mi chiedo e chiedo a chi ha partorito questi numeri, in un ospedale come Barletta, avere una cardiologia se, in teoria, non avendo una Utic, in quel reparto nessuno manderà pazienti se non dal pronto soccorso dove non ci sono gli strumenti di terapia intensiva grazie ai quali stabilire le sorti di un cardiopatico?
Quale razionalizzazione e, soprattutto, razionalità, vi è in tutto ciò? Nella provincia di Barletta - Andria – Trani, stando agli standard previsti per legge, servirebbero almeno tre postazioni Utic, con almeno 6 posti letto ciascuna, e non una con sei posti in tutto. Ma questo è solo un esempio, paradigmatico, del criterio utilizzato per il nostro territorio. Poi ci sono i punti nascita e tante altre situazioni meno note. Perché non è lo stesso per gli altri territori? Qual è il criterio? In fondo la nostra non è una Asl neonata.
La mia proposta di incontrarci e affrontare insieme la situazione ha raccolto, da più parti, consenso, ora, però, bisogna concludere. Oggi pomeriggio l’ordine provinciale dei medici sta discutendo. La loro posizione è fondamentale, a noi politici spetta ascoltarla e trarne le conseguenze, a tutela del diritto alla salute dei cittadini.
La conferenza dei sindaci si riunirà fra una settimana. Questo tempo sia uno spazio di riflessione e appianamento di eventuali interessi ristretti e apra a una piattaforma comune da poter portare in III Commissione, che rappresenta l’unico luogo in cui tentare di intervenire per correggere il tiro del regolamento regionale".
Crediamo che questo non succederà o che, peggio ancora, non ci toccherà? A cosa servirà mai, mi chiedo e chiedo a chi ha partorito questi numeri, in un ospedale come Barletta, avere una cardiologia se, in teoria, non avendo una Utic, in quel reparto nessuno manderà pazienti se non dal pronto soccorso dove non ci sono gli strumenti di terapia intensiva grazie ai quali stabilire le sorti di un cardiopatico?
Quale razionalizzazione e, soprattutto, razionalità, vi è in tutto ciò? Nella provincia di Barletta - Andria – Trani, stando agli standard previsti per legge, servirebbero almeno tre postazioni Utic, con almeno 6 posti letto ciascuna, e non una con sei posti in tutto. Ma questo è solo un esempio, paradigmatico, del criterio utilizzato per il nostro territorio. Poi ci sono i punti nascita e tante altre situazioni meno note. Perché non è lo stesso per gli altri territori? Qual è il criterio? In fondo la nostra non è una Asl neonata.
La mia proposta di incontrarci e affrontare insieme la situazione ha raccolto, da più parti, consenso, ora, però, bisogna concludere. Oggi pomeriggio l’ordine provinciale dei medici sta discutendo. La loro posizione è fondamentale, a noi politici spetta ascoltarla e trarne le conseguenze, a tutela del diritto alla salute dei cittadini.
La conferenza dei sindaci si riunirà fra una settimana. Questo tempo sia uno spazio di riflessione e appianamento di eventuali interessi ristretti e apra a una piattaforma comune da poter portare in III Commissione, che rappresenta l’unico luogo in cui tentare di intervenire per correggere il tiro del regolamento regionale".
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