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venerdì 22 giugno 2012

MARGHERITA DI SAVOIA : La Puglia lancia la sfida della pizza

La pizza in ComuneDalla Camera di Commercio di Bari
60mila euro per promuovere il marchio

Fior di latte della provincia di Bari, pomodori San Marzano dop, olio extravergine d’oliva, sale di Margherita di Savoia e farina pugliese. I commercianti baresi promuovono la pizza a chilometro zero e il primo marchio registrato alla Camera di Commercio. «Sono anni che lavoriamo per identificare il nostro prodotto - spiega Mimmo Tarantini, vicepresidente dell’associazione L.u.c.a. (Libera unione commercianti Apulia) - ed ora siamo arrivati alla sua certificazione. Cominciamo con la registrazione del marchio con il nome autentica pizza pugliese». Due i modelli di pizza proposti e sui quali la Samer, l’azienda della Camera di commercio che si occupa appunto delle certificazioni di qualità, effettuerà i controlli: la pizza barese (farina, sale, pelato pugliese, mozzarella, olio) e la «marzolina» (farina, sale, pelato pugliese, mozzarella, olio, pomodori Regina di Polignano, ricotta marzotica di Conversano e rucola selvatica pugliese). Il diametro non deve superare i 35 centimetri e lo spessore non deve andare oltre 0,2 centimetri. «Non è un modo per fare marketing - aggiunge Tarantini - ma per valorizzare i nostri prodotti locali: la pizza sarà realizzata esclusivamente con ingredienti locali ed inoltre sarà a basso tasso glicemico».
La pizza in Comune
La Camera di Commercio ha stanziato 60mila euro per promuovere il marchio e una serie di manifestazioni. I primi a farsi avanti sono stati circa 300 pizzaioli della città. «Abbiamo approvato nel corso dell’ultima giunta - spiega Giuseppe Margiotta, presidente della Samer - il disciplinare che fissa nero su bianco le regole che bisogna rispettare per poter ottenere la certificazione. Non stiamo parlando del marchio dop, perché in quel caso ci vogliono anni. Adesso partiamo con questa dicitura "autentica pizza barese" e per luglio ci saranno già i primi locali con il nuovo marchio». Il Comune ha appoggiato il progetto dei commercianti, offrendo collaborazione anche per l’organizzazione di eventuali iniziative. Il primo cittadino Michele Emiliano però ci tiene a precisare: «Non abbiamo assolutamente nulla contro gli altri tipi di pizza - spiega il sindaco - questa non è una gara di campanile e quindi rispettiamo assolutamente la pizza napoletana. Vogliamo solo promuovere il marchio barese, differente da quello campano perché la nostra pizza è molto sottile. Siamo pronti quindi a promuovere iniziative e manifestazioni, a partire da questa estate, proprio per fare conoscere ai baresi qual è la pizza della nostra terra».
Gli ingredienti devono essere rigorosamente a chilometro zero, provenienti cioè dalla Puglia. «È un modo anche per dare slancio alla nostra economia - conclude Tarantini - in un momento di profonda crisi come quella che stiamo affrontando. Abbiamo quindi deciso di metterci insieme e di affrontare questa contingenza economica senza subirla. Il marchio servirà a promuovere non solo la pizza ma anche i prodotti della nostra terra come i pomodori, l’olio, le mozzarelle». Nel disciplinare approvato dalla Samer e dalla Camera di Commercio viene indicato anche il metodo di preparazione della pizza, dall’impasto, alla lievitazione, ai condimenti (con specifiche sulle dosi), fino ai tempi e alle tecniche di cottura. «Il pizzaiolo - si legge nel documento - infornerà la pizza adagiandola su di una pala di alluminio o legno.
La pizza avrà una cottura uniforme su tutta la circonferenza. La temperatura non deve superare i 370 gradi centigradi per un tempo di cottura di 60, 90 secondi». «Noi della Samer - conclude Margiotta - programmeremo incontri mensili in tutti i locali che aderiranno, proprio per certificare il rispetto del disciplinare. Chi non seguirà le regole, perderà la possibilità di esibire il marchio e di partecipare anche agli eventi che promuoveremo in tutta la città». Soddisfatto anche l’assessore al Commercio, Franco Albore, che ha condotto le trattative con i pizzaioli, per poter poi arrivare alla definizione del disciplinare e del marchio. «È un progetto valido - conclude Albore - che abbiamo sostenuto anche per creare una maggiore sinergia con la categoria. Speriamo sia il primo passo per la creazione della vera e propria pizza "dop" barese, garantita dalla qualità dei prodotti locali».

Samantha Dell'Edera

Fonte : Corriere della Sera

1 commento:

  1. ...e ricordatevi di acquistare al supermercato solo prodotti che provengono da più vicino, contribuiremo così alla riduzione del traffico delle merci e dei costi valorizzando i prodotti "locali" ;)

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