Nella bat solo le citta’ marinare
si attendono di limitare i danni a luglio ed agosto.
Per la stagione turistica eventi
sparsi e concorrenza tra le citta’ di una provincia che attraversa un momento
difficile.
Un mix negativo che fara’ ancor piu’ male alla nostra
economia e al nostro territorio.
la prima domenica negozi chiusi pressoche’ dappertutto
nella bat.
Sono partiti male, malissimo i
saldi estivi 2012, al punto che molte vetrine non sono neanche state ancora
allestite con i soliti immancabili adesivi che annunciano sconti stratosferici
e senza precedenti. I consumatori hanno capito da subito che non era il caso di
restare in città desertificate, come abbiamo verificato essere quella di Andria
e altri centri urbani delle altre città limitrofe, quindi hanno preferito il
mare rinviando la “curiosata” a chissà quando perché anche la prima fatidica
domenica dei saldi, quella tanto attesa dagli ipermercati per fare il pieno (lo
stanno facendo sempre a discapito dei piccoli negozi in coma), è andata buca,
al punto che in tutta la
Provincia di Barletta-Andria-Trani abbiamo registrato, anche
quest’anno, la chiusura pressoché generalizzata dei piccoli negozi, tranne che
per qualche cittadina marinara dove per consuetudine e mancanza di alternativa,
i negozi restano aperti senza neanche incassare un sesto dei costi di gestione
dell’apertura straordinaria, qualora in regola con assunzione di dipendenti e
con il pagamento degli straordinari.
Una situazione che non è solo
contingente e strutturale ma anche difficilmente risollevabile poiché anche le
Amministrazioni Comunali, in generale, si dimostrano completamente insensibili
rispetto ai problemi economici che le piccole imprese stanno vivendo né
sembrano minimamente preoccuparsi dell’aumento vertiginoso del rischio di
ricorso al prestito ad usura non per comprarsi la barca, come qualche stolto sindacalista
disse alcuni mesi fa in televisione privata ma per pagare le tasse incassate
dai comuni sull’orlo del dissesto finanziario piuttosto che dall’Erario che
continua a “pretendere” dimenticando che se da un giorno all’altro dovessero
chiudere anche solo un milione delle oltre 7 milioni e mezzo di partite iva,
cancellandosi dagli Elenchi Inps, sarebbe il fallimento immediato dell’Italia e
non la salverebbe neanche una “manovra” del miglior Schumacher visto che non
potrebbero pagarsi più le pensioni.
Senza soffermarci sulle consuete,
solite, noiose e strumentali annuali dichiarazioni di chi, almeno in occasione
dei saldi, cioè due volte l’anno, cerca e trova spazio sui media invitando i
consumatori a stare attenti alle truffe e finte promozioni, sotterrando
ulteriormente quel minimo di dignità rimasta ai nuovi reclusi delle città cioè
ai piccoli negozianti e alle loro famiglie, spostiamo la nostra attenzione sul
dato di fatto che vedrebbe aggiungersi a tutti questi fattori “depressivi”
anche un lassismo istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni le quali
continuano ad ignorare la necessità di mettersi assieme attorno ad un tavolo
non solo per litigare se la sede della Asl deve restare ad Andria o andare,
come tutto il resto, a Barletta ma anche, almeno una volta, per capire se
quello che si sta facendo, quel poco che si sta facendo, quel minimo storico
che si vorrebbe fare rispetto allo sviluppo e al progresso di questo
territorio, possa passare attraverso una concertazione dalla quale possa
emergere un’idea condivisa di sviluppo e di programmazione territoriale ed
economico-sociale perché se anche unendo tutti i “cervelli” ciò non dovesse
emergere allora bisogna veramente capire dove sia il problema perché se si
scoprisse che non è solo di natura campanilistica o individualistica per
salvaguardare i propri orticelli ormai incolti allora bisognerebbe intervenire
urgentemente perché sarebbe oltremodo dannoso consentire che ognuno cammini in
una direzione diversa giocando a rubarsi “il girovago” della città vicina
invece di puntare al turismo di qualità che abbia soprattutto capacità di spesa
ma che richiede servizi di altissimo livello e infrastrutture che noi ci
sogniamo soltanto. Mandate in soffitta, quindi, tutte quelle iniziative
fallimentari pensate e astutamente programmate per raccattare soldi pubblici e
ancor più soldi dei privati commercianti che hanno creduto a chissà quale
progetto di rilancio delle economie cittadine, facendo, ancora una volta, il
gioco degli affaristi di professione, si torna alla cruda realtà che ci
presenta un conto molto salato che nella maggior parte dei casi non si è in
grado di pagare. Se a tutto questo si aggiunge un clima generalizzato di
incertezza e di assenza di una sicura e seria guida istituzionale, allora i
prossimi mesi saranno molto difficili e in questo caso evitiamo di divulgare,
almeno per ora, i dati che già stiamo raccogliendo rispetto ai mancati
pagamenti che ci saranno per le scadenze di luglio e di agosto in materia di
imposte, tasse, contribuzione Inps e tutte le altre decine di mannaie pronte ad
abbattersi sulle teste già pendenti dei piccoli commercianti tanto “utili” in
taluni casi quanto dimenticati immediatamente dopo essere stati “utilizzati”.
Intanto anche questa mattina,
lunedì 9 luglio, quasi la totalità dei negozi interessati dalla normativa sui
saldi, sono restati chiusi. Il mercato del lunedì di Andria? Un disastro!
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