L’AREA METROPOLITANA DI BARI
FA PAURA, TROPPO GRANDE, TROPPE OPPORTUNITA’ E TROPPO IMPEGNO.
SI SCRIVE AUTONOMIA, SI LEGGE
ISOLAMENTO.
PER QUELLI CHE...
Lo scorso 20 luglio il nostro
intervento su quali nuove opportunità avrebbe rappresentato un eventuale
ingresso dei comuni della Sesta Provincia BAT in quella di Foggia, quindi anche
nell’area garganico-sipontina e avevamo parlato della nascita del Sistema Nord
Puglia. Oggi si prospetta la possibilità che molti comuni decidano di entrare a
far parte dell’Area Metropolitana di Bari e ciò fa ancor più paura a politici e
dirigenti evidentemente abituati a navigare in acque basse affollate di
soggetti di prossimità quindi spaventati di dover aderire a qualcosa di troppo
grande, troppo impegnativo e con troppe opportunità da ben gestire.
L’involuzione della situazione relativa al futuro della Sesta Provincia pugliese
la dice lunga su come si sia evitato, fino all’ultimo, un serio, pubblico,
allargato dibattito e contraddittorio su cosa significherebbe entrare a far
parte dell’Area Metropolitana di Bari e su cosa significherebbe restare quello
che siamo. Autonomi? No, isolati. Non lo ha voluto neanche fare il Consiglio
Comunale di Andria, nonostante le pressanti richieste avvenute nel corso di un
pubblico incontro ma il parere dei cittadini, naturalmente, non conta, come non
conta quello di coloro che non si rendono conto di essere essenziali ma
evidentemente troppo distratti, non si fanno valere.
Che il futuro sia delle città
metropolitane, che l’Europa e tutte le Amministrazioni mondiali siano ormai da
tempo orientate verso il sostegno alle grandi opere infrastrutturali in grado
di essere realizzate solo in visione di un reale beneficio al servizio di
numerose comunità e soprattutto per mettere in collegamento e in rete realtà
distanti, annullando gli effetti di questo “limite” è un altro dato di fatto
che chi conosce un minimo di meccanismi di economia globale e di proiezione
programmata dovrebbe ben sapere.
Mentre in Germania e nelle altre
grandi civiltà europee e internazionali si sta proprio completando questo
processo di straordinaria innovazione sociale, economica e culturale, nel pieno
ed incondizionato rispetto delle diversità, delle differenze, delle storie,
delle culture, delle tradizioni e delle specializzazioni di ciascuna comunità
locale, nella nostra terra tale dibattito non sfiora neanche minimamente le
menti di chi continua ad essere ostaggio della cultura della “Bari-Nord”,
tradizionale linea ferroviaria interna che blocca intere città per trasportare
pendolari da Barletta a Bari, viaggiando spesso con treni semivuoti e creando
un danno indotto incalcolabile in termini di ore lavoro, disagio sociale,
dispendio di materie prime costosissime e enormi danni ambientali.
Quindi alla prospettiva di una
nuova ed entusiasmante esperienza in grado di stravolgere positivamente
l’intero nostro territorio si preferisce l’azione localistica che da sempre si
è mostrata fallimentare ed oltremodo dispendiosa tenuto conto che le opere che
si realizzano, quando si realizzano e se si realizzano arrivano sempre molto
tardi ed è come se fossero state, di fatto, vanificate rendendosi inutili,
superate e al servizio di un inesistente sistema a rete che, invece, proprio
l’Area Metropolitana sarebbe in grado di creare, avvalendosi delle molteplici,
numerose e diversificate funzioni che le Regioni, per legge, devono loro conferire
e trasferire e degli ingenti finanziamenti che d’ora innanzi l’Europa destinerà
solo ed unicamente per queste finalità e per queste entità.
In un’Area così grande e così
impegnativa, quindi, non si può certamente pensare di entrarvi con classi
dirigenti e politiche improvvisare e sempre pronte a sostenere iniziative
localistiche e con finalità principalmente propagandistiche.
No, quel sistema non fa per chi
la pensa in questo modo. Quello è un sistema dove conta l’azione, la
realizzazione, la visione, la cultura della gestione pubblica, l’innata
propensione a rendersi disponibili a sostenere processi di progresso per il
bene della collettività e del territorio e non per lobbies scambiste. Servono,
quindi, passione e capacità e se queste non ci sono si vede e non si possono
inventare.
Se questo è il tempo della
decisione, allora si eviti di utilizzare falsi strumenti di partecipazione per
avallare iniziative privatistiche o personali del tutto ignote al Popolo e alla
Comunità; si eviti di farsi paladini di un pubblico pensiero che non
corrisponde a quello reale.
Se è vero, come è vero, che il
futuro è adesso ciò significa che proprio adesso è il momento di scegliere e
quelle scelte non vanno fatte né con i sondaggi, né con i banchetti, né con le
riunioni nei sottoscala, né con le sceneggiate mascherate né con l’arroganza di
appropriarsi del diritto di rappresentanza con delega in bianco.
Questa di ora non può essere una
scelta politica e dei politici o almeno non può essere solo quello né possiamo
assistere ancora passivamente al consumarsi di continue, giornaliere e perenni
rese di conti per passate e future ambizioni ad personam. L’invito, quindi, è
soprattutto per quanti abbiano un ruolo cosiddetto “marginale” nella politica e
nelle istituzioni, pur facendone parte ed essendone parte attiva e
numericamente significativa. Forse proprio loro che comunque sanno, conoscono,
sono partecipi e comunque coinvolti possono fare la differenza, aprendo il
cuore al coraggio e all’assunzione di un vero e significativo ruolo sociale e
civico oltre che politico.
Se questo sentimento nuovo
tarderà a venire rimarremo eternamente ostaggi di un sistema che non vuole
cambiare perché cambiare è scomodo, riduttivo, limitativo, restrittivo e
oppressivo di quel potere individuale, di classe, di gruppo, di cerchia e di
club che si vuole rimanga assoluto, indissolubile ed incontrastato.
Naturalmente tutto ciò deve
trovare cittadini ancora disposti ad ascoltare e questo non è facile.
Associazione “Io Ci Sono!”
Settore Economia & Sviluppo Territoriale
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