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giovedì 29 novembre 2012

TRANI : «Non riconosciamo più commissario e assessori»

Con un documento 5 consiglieri del Pdl aprono la crisi. Posizione durissima nei confronti del commissario Di Marzio

Dalle parole ai fatti, anzi alle lettere. Beppe Corrado, Gianni Gargiuolo, Rino Savino, Pasquale De Toma e Raimondo Lima hanno sottoscritto un documento che finirà nelle prossime ore nelle mani del coordinatore provinciale del Popolo della Libertà, Benedetto Fucci, del suo vice, Sergio Silvestris, e per conoscenza, sulla scrivania del sindaco Gigi Riserbato.


Nel documento, i cinque consiglieri del partito di maggioranza relativa assumono una posizione durissima nei confronti del commissario cittadino, Giuseppe Di Marzio, e dei quattro assessori della giunta Riserbato in capo al Pdl. «Non riconosciamo più il commissario cittadino e non riconosciamo l'azione degli assessori». Insomma, la bomba è esplosa fragorosa. Non a caso ieri pomeriggio Nicola Giorgino, componente del coordinamento provinciale del Pdl, ha richiesto ufficialmente la convocazione del coordinamento per discutere il caso Trani.


I cinque consiglieri del Pdl, insieme all'indipendente Giuseppe Paolillo, nel tardo pomeriggio di giovedì sono stati ricevuti dal sindaco Gigi Riserbato. Al primo cittadino, i sei consiglieri hanno posto il problema di una verifica degli equilibri di maggioranza dopo l'elezione del presidente del Consiglio. Fabrizio Ferrante, a conti fatti, avrebbe beneficiato di ben 7 voti da parte dei consiglieri del Pdl, 12 in totale dalla maggioranza. A breve verranno attivate le segreterie cittadine e provinciali per cercare di capire come superare questo momento.

Poco prima di incontrare i sei consiglieri della maggioranza in contestazione, Riserbato aveva scambiato alcune impressioni con i cronisti: «Le uniche richieste per la presidenza mi erano pervenute dal Pdl. Con Ferrante non vi era alcun tipo di accordo pre-elettorale, chi dice il contrario lo sfido a dimostrarlo. E' stata tentata fino all'ultimo una mediazione fra i tanti candidati pidiellini, nessuno però ha voluto far passi indietro e così si è scelta una strada di grande democrazia, riponendo la presidenza nelle mani di un esponente dell'opposizione. Dal gruppo di Ferrante non mi aspetto sconti in aula anche se spero che il presidente mantenga un ruolo di garanzia, cosa per altro fatta nel corso della seduta di mercoledì». Quanto all'uscita dei cinque consiglieri dall'aula prima dell'approvazione degli assestamenti di bilancio, Riserbato prova a stemperare gli animi: «C'erano delle evidenti tensioni, ho compreso il fatto che siano andati via. Meglio uscire dall'aula piuttosto che dire cose sull'onda dell'emotività». Intanto, suo malgrado, la situazione ha subito un brusco peggioramento.

Fonte : Trani ViVa

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