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venerdì 21 dicembre 2012

ANDRIA : Centrale a Biomasse , un impianto che andrà a incidere sul nostro futuro in maniera consistente



Nel dibattito pubblico, non solo su stampa, sta irrompendo all'attenzione della cittadinanza tutta il tema dell'impianto di una centrale a biomasse in agro di Andria.
Com’è solito fare, il presidente del consiglio comunale convoca in fretta e furia la conferenza dei capigruppo e a distanza di un paio di giorni, convoca il consiglio comunale senza tener conto del fatto che un impianto del genere andrà a incidere sul nostro futuro in maniera consistente e che quindi sarebbe stato più opportuno approfondire e discutere con la Città di tale questione. Invece no, c’è stata un’accelerazione davvero ingiustificata.
L’impianto oggetto della proposta di deliberazione di consiglio è un impianto di 7,781Mw “alimentato da biomassa di tipo olio vegetale, costituito prevalentemente da olio di colza”, localizzato in Contrada Rivera.
Dopo aver ricevuto tutti i pareri e le autorizzazioni che sono atti meramente TECNICI, ora tocca al consiglio comunale esprimere una linea prettamente POLITICA, cioè scegliere se far realizzare o meno quest’impianto. Il consiglio comunale poteva (non era un obbligo) farlo in passato, ha deciso di non farlo (secondo noi sbagliando), però ora non possiamo relegare il dibattito a un rimpallo di responsabilità politiche passate e presenti.
È il momento di decidere e di non dividerci su un argomento così importante che avrà ricadute nefaste sul nostro territorio, sulla nostra salute e sulla nostra economia, solo per permettere a qualcuno di far quattrini.
Approfondendo la questione con le carte, ci sono molte incongruenze e molte questioni non affrontate. Se le affrontassimo tutte, cadremmo nel tecnicismo che annoia molti, ma due questioni sono rilevanti, cioè quella riguardante la “filiera corta” e quella riguardante le immissioni in atmosfera.
La proposta di deliberazione pone una condizione, cioè che “l’impianto dovrà essere stabilmente alimentato da biomasse provenienti almeno per il 40% del fabbisogno, da “filiera corta”, cioè ottenute in un raggio di 70 km dall’impianto”. Una condizione che può essere rispettata solo sulla carta perché, essendo l’impianto alimentato con olio di colza, non ci risulta che nel giro di 70 km ci siano distese utili alla produzione del combustile necessario per alimentare i motori dell’impianto. L’assenza di colture nel giro di 70 km è anche riportata nel piano di approvvigionamento della Mamo New Energy (la quale andrà a “colonizzare” i Paesi dell’est per produrre e importare l’olio per “non essere invasivi verso il territorio circostante l’impianto”) e nel parere dell’ufficio provinciale agricoltura (dove si dice: “Rileva ancor di più, la mancata dimostrazione dell’esistenza di una filiera Agro- Energetica corta, utile all’evidenza della probabile disponibilità locale dell’olio vegetale combustibile”). Come dire, l’azienda s’impegnerà sulla carta a utilizzare il 40% di combustibile a filiera corta, ma nella realtà questo non sarà possibile.
Che senso ha approvare una deliberazione con tale condizione pur sapendo che nella realtà quegli impegni non potranno mai essere mantenuti?
L’altra questione riguarda le emissioni in atmosfera. Nel parere del comitato tecnico provinciale per le materie ambientali del 24 Aprile 2012 è riportato: “poiché dallo studio delle ricadute basato sui dati meteo relativi all’anno 2010 sono stati evidenziati alcuni superamenti del parametro NOx che, potrebbero rientrare ponendo in essere gli accorgimenti tecnici e impiantistici, si autorizza l’impianto … con le seguenti prescrizioni … (e poi ci sono le prescrizioni)”.  Come sempre, gli studi sono fatti sull’impianto considerato singolarmente e non in maniera complessiva e, lo stesso Assessore all’ambiente, nella riunione della quarta commissione del 18 Dicembre, ha ammesso l’inesistenza di studi a tal proposito.


Come si può approvare una cosa del genere non conoscendo quali possono essere gli effetti delle emissioni in atmosfera dell’impianto non considerato singolarmente?
È corretto specificare che, in caso di bocciatura di tale odg, il consiglio non esporrebbe l’ente ad alcun risarcimento danni da parte dell’azienda proponente.
Proprio in questi giorni, il Sindaco e l’Assessore all’ambiente hanno incontrato alcuni cittadini preoccupati per l’emergenza leucemie e cancro nella nostra Città, assumendo impegni ben precisi. Impegni che sarebbero contraddetti se questa deliberazione fosse approvata dal consiglio comunale.
Inoltre, diverse associazioni (Andria Città Sana, Laboratorio di cultura politica, WWF, …) hanno manifestato la propria contrarietà a questo impianto.
In altre realtà, tali progetti sono stati bloccati grazie alla cittadinanza che ha spronato le Istituzioni affinché le stesse bocciassero questi impianti.
Ecco perché oggi è necessario essere in molti/e al consiglio comunale. Partecipiamo in tanti/e, perché ci riguarda. Ci vediamo alle 16.00.

f.to I coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà - Andria
             Michele Lorusso - Valentina Lomuscio

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