Che Confindustria, il braccio armato
di una certa concezione padronale del lavoro e dei lavoratori, chiedesse di
aumentare il profitto per le proprie aziende caricandone tutto il peso sulle
maestranze e sui loro diritti, lo avevamo messo in conto e non ci scandalizza
più di quanto non abbia già fatto in passato. Ma che a mutuare gli stessi
atteggiamenti prevaricatori ed irrispettosi nei confronti delle persone fosse il
decantato mondo della cooperazione forse lo temevamo ma non ce lo aspettavamo.
Succede così che la più grande società della
distribuzione cooperativa in Puglia, la Coop Estense, dimostri di aver perso il
suo tratto di distintività e vada ben oltre le azioni messe in campo in questo
periodo di crisi dalla stessa grande distribuzione organizzata. Di fatto, dopo
aver battuto i pugni sul tavolo affinché le leggi liberiste (ci riferiamo in
particolar modo alla totale liberalizzazione degli orari di lavoro e delle
aperture festive) fossero pienamente fruibili anche in Puglia, decide anche che
nei propri punti vendita si può fare la spesa anche di notte.
I
consumatori il giorno 23 dicembre potranno restare all’interno dei negozi di
Coop Estense fino alle ore 24.00!
Un’altra bella notizia per i figli dei dipendenti della
Coop, che non solo ormai vedono ridotta la presenza delle loro mamme e dei loro
papà nei giorni che nostro Signore e la nostra vecchia Repubblica hanno dedicato
al riposo, ma che adesso, con questa scelta unilaterale e non condivisa prima,
dovranno fare sacrifici anche per i preparativi della festa nel giorno
dell’anti-vigilia.
Tutto questo fa il paio con una
disdetta del Contratto Integrativo Aziendale e l’applicazione del metodo della
“pagellina” per vedere qualche misero riconoscimento salariale aggiuntivo (“se
sei stato bravo, se non sei stato assente nemmeno un giorno, se non hai preso
mai il raffreddore, se hai risposto sempre di sì alle esigenze di flessibilità
aziendali, se hai detto a tuo figlio che preferivi fare ore in più al lavoro
anziché stare con lui, allora la Coop ti darà un piccolissimo premio, sempre che
nonostante la crisi si incrementino le vendite di un tot che è stato
unilateralmente stabilito; se non hai fatto tutto questo per mamma Coop Estense,
la pagellina sarà insufficiente ed il premio equivalente a zero”).
Facciamo notare che la richiesta di
restare aperti 52 domeniche all’anno doveva portare profitti e miglioramenti
sotto l’aspetto occupazionale. Non ha portato né gli uni né tantomeno gli altri!
Le aperture della grande distribuzione nei giorni festivi, secondo noi, hanno
l’unico effetto di spostare gli acquisti da un giorno della settimana ad un
altro. Ed è una soluzione logica se decliniamo questa scelta con la crisi di
liquidità che attraversano le famiglie italiane, soprattutto quelle del
Mezzogiorno. Lo stesso effetto di cui sopra sarà quello ottenuto con la
decisione di aprire i negozi fino alla mezzanotte.
Gli unici a sentirne gli effetti
saranno, come al solito, i lavoratori e le lavoratrici che vedono continuamente
calpestata la loro dignità di persone, da un’azienda che dovrebbe distinguersi
proprio per le modalità con cui affronta i bisogni della società e delle persone
che operano al suo interno.
Che ci vuoi fare: piccoli Marchionne
crescono! …anche se Marchionne, almeno, la possibilità alle maestranze di
scegliere attraverso un referendum l’aveva data…
Il Segretario
Regionale
Filcams Cgil Puglia
(Mary Manocchio)
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