La politica dev'essere spettacolo? E’ questo che il
popolo vuole?.... Ma lo spettacolo più bello è quello del mito. A Trinitapoli
personaggi politici mitologici ci sono stati nel passato, il loro ricordo è
circondato da leggende e storie più o meno vere. I loro tratti, Quelli che,
a detta di molti, hanno contraddistinto in modo evidente una maniera di fare
politica innovativa, unica e geniale (vedi il confronto con i territori
circostanti ).
Ispirati dalla passione per un’arte (n.d.r qual è la
politica) tra le più complesse, divorata da uomini onnivori e, allo stesso
tempo, fonte d’ispirazione di un postmodernismo che continua ancora oggi a
sfornare figli legittimi, meno legittimi, ricalcatori dell’ultima ora, adepti
raffinati o mestieranti nostalgici.
Questa è la situazione tristemente lucida dei personaggi
politici nostrani, “vecchi” che non vogliono o possono lasciarci e “Giovani”
che spesso appaiono troppo “Vecchi” per restare ? Non parleremo del ricambio
generazionale o della rottamazione , perché qui tutto diventerebbe banalmente
falso. Un uomo una volta disse : “Ci sono vecchi giovani e giovani vecchi”,
tutto qui. Questa spiegazione dovremmo farcela bastare tutti.
A Trinitapoli mancano tante cose eppure c’è ne sono molte, ma
una cosa nessuno può toglierci la cultura dell’uomo politico visto per tanti
anni come un mito non sempre buono e neanche cattivo, ma come in un film di
Sergio Leone, racchiude entrambe gli aggettivi nella stessa persona.
La situazione politica nostrana è pessima, abbiamo i conti
in rosso, rischiamo di non riuscire a fronteggiare neanche le spese correnti e
diciamolo francamente la “nuova” classe politica da destra a sinistra non
risulta essere all’altezza del passato. I nuovi mancano di qualità ?
Assolutamente no. Semmai gli manca quel mix invisibile ed inspiegabile di
carisma e personalità che facevano dei vecchi democristiani alla pari dei
vecchi comunisti, personaggi al limite della mitologia. Questa gente ha
rappresentato la storia di Trinitapoli per alcuni in positivo per altri in
negativo ma comunque sono stati e ancora restano un punto di riferimento del “popolino”.
I nuovi “giovani vecchi” di destra e sinistra non esitano a definirli dei
populisti o ad incolparli delle difficoltà di oggi. Questi personaggi oramai
mitologici visto che gli si attribuisce di tutto e di più, forse anche di aver
scritto il calendario Maya. In realtà non erano e non sono giganti, ma solo
uomini che erano mossi da una grande passione, sicuramente hanno sbagliato
molto ma è anche vero che molto hanno fatto per la comunità. E mai avremmo visto
loro piagnucolare come femminucce o cercare di incolpare fantasmi di un passato
recente , davanti ai problemi socio-economici che attanagliano il paese. La
risposta è semplice e lampante fin tanto che i nuovi politici non saranno in
grado di prendersi le loro responsabilità con coraggio e passione, saranno solo
delle inutili comparse che non lasceranno nessun segno se non quello della loro
manifesta incapacità. Molti affermano che non ci sono più le scuole politiche
come una volta , alcuni che i giovani non vogliono apprendere, altri più
banalmente che i vecchi non gli danno spazio. Tutte queste scuse sono vere e
false allo stesso tempo. Lo spazio i giovani validi se lo prendono non lo
chiedono, sono le idee che vincono su altre idee, non la carta d’identità. I
nuovi politici chiedono tempo e spazio ma la realtà dice che hanno entrambi a
portata di mano. Solo ed esclusivamente la loro incapacità li rende piccoli
davanti ai “vecchi grandi”. I giovani non stanno arrivando , non perché i
vecchi non lo permettono. I giovani forse non arriveranno perché gli manca la
passione per difendere le loro idee e il coraggio di sbagliare pur di
realizzare i loro sogni. Il popolo ha bisogno di miti quasi come il pane e non
esistono miti che si lamentano banalmente, invece di prendere decisioni forti
ed innovative.
Questa riflessione per quanto sia prettamente personale vale
per entrambi gli schieramenti, la maggioranza dice di aver ereditato una
situazione disastrosa, intanto non riesce a tener a freno l’aumento dell’anticipazione
di cassa, la quale riguarda il presente e non il passato. L’opposizione si lamenta
per l’inferiorità numerica e la poca democrazia della maggioranza, ma intanto
non riesce a spiegare ai cittadini in cosa questa amministrazione sta fallendo.
Una soluzione semplice e di comodo al momento non c’è. Però, se si accettasse
almeno che il problema esiste si potrebbe dire che esiste una luce alla fine
del tunnel, anche se fino ad oggi non la vediamo.
Ucciamo Scummessa !
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