Il comitato b619 di Canosa di
Puglia ribadisce il no incondizionato alla proposta verbale dell’Ass.re Ettore
Attolini, spiegando i motivi per cui continua a chiedere che l’ospedale di
Canosa di Puglia non si tocchi e che debba ritornare alla situazione del 2010.
Noi siamo convinti che come dimostrato dagli emendamenti al regolamento
licenziato dalla Giunta Regionale a Giugno 2012, è possibile salvare alcuni
ospedali pugliesi, altrettanto trattamento può esser riservato al nostro
nosocomio, in quanto punto di riferimento di un territorio vasto che comprende
Spinazzola, Minervino, Trinitapoli, San Ferdinando e Margherita di Savoia. Da
qui l’invito del comitato ai rappresentanti istituzionali del Comune di Canosa
di Puglia a prendere le distanza dai vertici regionali, ed in particolare ad
autosospendersi dai propri partiti, in
difesa delle ragioni che portino a salvare il nostro ospedale. Possiamo a tutti
dimostrare come certi atteggiamenti abbiano in altri territori portato dei risultati
fruttuosi. Vedasi la gazzetta del 16 gennaio: la commissione ha ripristinato
alcuni reparti a Monopoli (Comune nel quale il Sindaco e la giunta hanno
occupato l’ospedale e minacciato lo sciopero della fame); hanno attuato
riconversioni a Conversano e Triggiano; ripristinato posti letto a Lucera e
Manfredonia, in quest’ultimi, per il primo il sindaco ha deciso di recarsi a
piedi fino a Bari, per il secondo noi stessi ci chiediamo l’utilità visto la
vicinanza a Foggia e San Giovanni Rotondo. La conferma sulla bontà che il
mantenimento dello status quo del nostro nosocomio sia una cosa possibile è la
lotta fatta nel brindisino dai consiglieri regionali Pino Romano ed Epifani,
che ha consentito agli ospedali di quel territorio di essere “graziati” in toto. Vedasi
gli ospedali di Ceglie, San Pietro Vernotico ed Ostuni, che la gazzetta giustifica
con “grazie al forte pressing fatto dai consiglieri brindisini”.
A quanto pare ci verrebbe da
dire, basta volerlo! Non accettiamo la riconversione del nostro ospedale,
peraltro fatta solo a parole. Apriamo alla proposta fatta dall’Ass.re Attolini,
solo nei termini in cui integri i servizi e reparti previsti nel 2010. Non si può ignorare il coro di quasi 2000
canosini che all’unisono gridavano “L’Ospedale non si tocca”. Canosa vuole
l’ospedale così com’era nel 2010, se allo stesso vorranno aggiungersi anche
nuovi reparti, sono ben accetti, ma senza chiudere niente. Questa richiesta va
avanti semplicemente perché sappiamo tutti che allo stato attuale non vi siano
strutture in grado di accogliere ed assistere adeguatamente la gente del nostro
territorio. È da giorni che continua l’occupazione dell’ospedale, e continuiamo
a raccogliere vicinanza ed affetto da parte dei canosini, degli operatori, da
parte dei pazienti e loro famiglie, comprese quelle di altri comuni limitrofi. Segnaliamo
una famiglia di Cerignola, che fin dal primo giorno ha deciso di sposare la
nostra causa, occupando con noi l’ospedale per difenderlo. Non possiamo
ignorare l’invito che tutte queste persone ci fanno a non mollare. All’Ass.re
dichiariamo che siamo aperti al dialogo a patto che eventuali proposte siano
messe per iscritto e che l’ospedale di Canosa abbia tutti i posti letto nei
reparti previsti dal piano del 2010, non siamo solo noi a volerlo, ma tutti i cittadini
di un territorio che va ben oltre i confini di Canosa. Seguiranno molte altre
iniziative a difesa del nostro nosocomio.
Ufficio Stampa Comitato B619
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