MA GLI INVESTIMENTI IN CERIMONIE E BANCHETTI COSA HANNO PRODOTTO? A COSA
SONO SERVITI? CHI NE HA BENEFICIATO?
IL GROSSO ERRORE NON E’ STATO CONCEPIRLA MA FARLA NASCERE.
NOI SIAMO STATI FACILI PROFETI E LE MILLE FIRME RACCOLTE CONTRO IL CERBERO
FURONO PREMONITRICI.
Giunge puntuale e forse inatteso il rapporto de “La Sapienza” sulla qualità
della vita nelle province italiane ed ecco che la fiction che ogni giorno si
vive nella nostra Provincia Bat, fatta di manifesti, volantini, iniziative,
promozioni, feste di piazza, capodanni felici, tagli di nastri su palchi
costati decine di migliaia di euro per il sol noleggio, stappo di bottiglie e
degustazioni di vini e pasticcini si trasforma in realtà e la realtà non è
affatto quella raccontata nelle televisioni amiche e sui giornali compiacenti.
La realtà è ben altra e dimostra quanto tutte quelle cerimonie si siano
rivelate vantaggiose per i pochi privilegiasti di corte ma inutili e dannose
per tutti gli altri cittadini che ne hanno subito i costi e continuano a farlo
anche mediante gli aumenti di assicurazioni e tributi locali di ogni genere,
alla faccia della spending review che esiste solo per i più deboli.
Se il rapporto de “La Sapienza” non corrisponde alla realtà allora
chiediamo scusa ma poiché noi che viviamo il territorio sappiamo bene che la
realtà è forse addirittura peggiore di quella rapportata dalla prestigiosa
fonte universitaria, dobbiamo porci alcune domande cui non possiamo sfuggire:
- ma tutti questi investimenti cosa hanno prodotto? A cosa sono serviti?
Dov’è lo sviluppo? Dov’è l’occupazione per tutti? Dov’è la qualità della vita?
Chi dobbiamo ringraziare per tutto questo benessere mancato e promesso ancora
oggi in tutti gli spot promozionali?
Noi siamo quelli che a gennaio 2012 consegnammo direttamente all’ufficio
protocollo del cerbero, in piazza Pio X ad Andria, le firme raccolte tra i
cittadini che chiedevano l’immediata abolizione e soppressione di tutte le
province italiane, inutili, costose e comode solo per quelli che le poltrone se
le sono trovate belle, calde e pronte oltre che vellutate e moderne, sotto il
sedere.
Quelle firme erano un altro segnale ma quel segnale era scomodo per tutti
coloro che costituivano la lunga lista d’attesa che in questi lunghi cinque
anni doveva essere smaltita.
Oggi “La Sapienza” ci dice che qui si vive male, malissimo e noi lo
sapevamo da tempo quindi anche i sapienti potevano chiedere a noi notizie e
risparmiarsi i costi del sondaggio.
Fino ad ora la realtà di questa provincia era stata tenuta ben celata al
punto che i precedenti rapporti anche di testate prestigiose e storiche con le
quali le amministrazioni locali mantengono ottimi rapporti di fidelizzazione,
non si erano mai occupati di noi e del nostro territorio. Forse per non dire la
verità e far credere che tutto andava bene e che si potesse continuare a
scialacquare alle spalle degli inerti contribuenti, magari per il sol fatto di
aver ottenuto l’ennesimo abbonamento?
Perché sinora è accaduto questo? Chi ha condizionato questi rapporti che ci
vedevano esclusi?
Perché sul nostro territorio si è sempre spento “Il Sole” e le notizie non
arrivano neanche in “24 ore?”
Nonostante la realtà, qualche buontempone si ostina a continuare a far
finta di nulla affermando che siamo i migliori tra i peggiori. Un altro gioco
di parole inventato dai tanti artisti della parola e della scrittura al
servizio permanente di maestà i politici ristoratori?
Se è vero che la nostra posizione è l’83esima su 110 province italiane,
perché non ammettere immediatamente la sconfitta generale e lasciare subito le
chiavi degli immobili i cui canoni di locazione stanno arricchendo i
proprietari fortunati? A cosa serve ancora continuare a spendere per mantenere
uffici inutili con spreco di acqua, luce, gas, telefono, manutenzioni e
poltronifici?
Non vogliamo soffermarci su aspetti tipici di questo territorio come il
dilagare della criminalità organizzata ma se dobbiamo tutti impegnarci per
salvare il salvabile dobbiamo immediatamente ripartire dal riconoscimento del
fallimento totale di tutto questo impianto costoso e studiato a tavolino per
pochi.
Noi vogliamo il bene delle nostre città e dei nostri cittadini quindi non
siamo disfattisti e demolitori come invece lo sono, seppur in modo nascosto
come lor solito, alcuni politici che hanno la sola ambizione di prendere il
posto di altri. Quindi invece di tentare di contrastare la realtà bisogna
cambiare ma cambiare veramente.
Non è un fatto politico. Infatti noi non guardiamo il colore dei partiti
che governano e i tanti riferimenti alla nostra sanità completamente allo
sbando lo dimostrano.
Lo scorso venerdì presso il Pronto Soccorso di Andria una paziente ha
atteso oltre cinque ore per vedersi curare una semplice frattura al mignolo
sinistro e questa è una vergogna che non ha colore politico perché fa parte di
quel sistema di collusione e di consociativismo che unisce tutti in un amalgama
indefinito e collaudato dove a regnare è il silenzio omertoso che fa comodo a
tutti loro.
Presidente della Regione, la smetta anche Lei di compiacersi continuamente
di queste strutture che invece sono da rimodulare e assolutamente da ripensare
nella loro operatività.
Altro che propaganda quotidiana, altro che codici rossi, verdi e gialli.
Venga con la Gentile assessora a confrontarsi con noi e non aspetti anche Lei
il prossimo rapporto della Sapienza per sapere che anche di Sanità, in questa
terra, si muore, fisicamente e psicologicamente. Sanità attiva? Ma a spese di
chi?
Non siamo i guastafeste di fine anno ma forse, ogni tanto, affermare delle
verità senza filtri e senza condizionamenti fa bene e chi continua a ridere dovrebbe prenderne
atto, senza pensare che tanto tutti presto dimenticheranno e che il prossimo
rapporto sarà migliore, magari perché scritto da qualche distratto e
compiacente assoldato a corte.
Se è vero che il nuovo anno sarà quello della rivoluzione popolare, allora
si preparino tutti a nuovi 21 luglio ma questa volta non saremo noi ad
assumerci le responsabilità; non saremo noi a guidare la spontanea protesta
popolare e non saremo noi ad essere tacciati di populismo e di
strumentalizzazione così come non è a noi che dovranno impedire di manifestare
ai piedi del palazzo comunale.
I prossimi 21 luglio sono dietro l’angolo e gli amministratori locali si
mettano alla guida del loro popolo dando le risposte che non sono neanche
giunte quell’indimenticabile 9 dicembre che resterà nella storia come il giorno
e ribadiamo il giorno della sana e pacifica ribellione agli abusi e al
malgoverno.
Chi vuole continuare a strumentalizzare quella storica giornata sbaglia e
si metta l’anima in pace perché quella è una sana storia destinata a ripetersi
molto presto e anche questa volta non ci saranno capi-popolo, come qualcuno
avrebbe voluto farci passare ma non siamo caduti nel tranello anche a costo di
subire l’ingiusta accusa di aver abbandonato una lotta, quella successiva al 9
dicembre, che non era e non è mai stata nostra, né ci appartiene e dalla quale
abbiamo immediatamente preso le distanze, mentre tutti gli altri sono restati a
guardare in modo ignobile.
Non c’è più da scherzare e questo ormai lo hanno capito tutti.
Prima della prossima decisione e del prossimo banchetto, qualcuno pensi e
mediti che nell’intera Bat e in Italia ci sono tante piazza Catuma, libere e
democratiche, pronte a riempirsi di nuovo di tanta gente che chiede giustizia e
verità.
Auguriamo a tutti un buon brindisi di fine anno e raccomandiamo
all’Amministrazione Comunale di inviare le altre cartelle di pagamento almeno
dopo la befana in modo che al danno non si unisca anche l’ennesima beffa.
Il Presidente
Associazione L.A.C. – Andria
signor Vincenzo Santovito
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