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venerdì 21 marzo 2014

BARLETTA : “No al Registro Unioni Civili”

Si amplia il dibattito, intervengono altre associazioni

Si estende oltre i confini comunali il dibattito avviato con la lettera aperta di alcune associazioni cattoliche della diocesi, in risposta alla decisione dell’Amministrazione comunale di portare in Consiglio comunale la proposta, avanzata in primis dall’Arcigay Bat, di istituire anche a Barletta il Registro delle Unioni Civili. Stavolta ad intervenire sul tema, che evidentemente suscita grande interesse e meriterebbe approfondimenti mediante incontri pubblici, sono numerose associazioni, anche tramite i propri referenti regionali.

Scrivono le associazioni firmatarie della lettera aperta: “Col presente comunicato le associazioni sottoscritte esprimono la loro ferma opposizione alla decisione del Comune di Barletta di istituire il Registro amministrativo delle unioni civili. Tale atto, che i suoi ideatori considerano utile a superare situazioni di discriminazione, è in realtà, esso stesso fonte di disparità.
Giova ricordare che, dal nostro Ordinamento Civile, alle coppie conviventi sono già riconosciuti ampi diritti ed il Registro non potrebbe certamente aggiungerne di nuovi, essendo questa una
competenza del Parlamento e non delle amministrazioni comunali. D’altro canto proprio l’ampia
tutela giuridica già prevista per queste unioni è causa dell’insuccesso di tali Registri, che, in alcuni
Comuni, dopo essere stati istituiti, sono stati cancellati per mancanza di iscrizioni.
Dunque, qual è il reale obiettivo di questa iniziativa? Si vuole facilitare la concessione di benefici a
coppie che non vogliono o non possono sposarsi e che costituiscono una c.d. “famiglia anagrafica”, equiparando, di fatto, ad esse la famiglia naturale fondata sul matrimonio, come riconosciuta dall’articolo 29 della nostra Costituzione.
La “famiglia anagrafica”, ai sensi dell’articolo 4 del D.P.R 223/1989 è “un insieme di persone legate
da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed
aventi dimora abituale nello stesso comune”. È a sottolineare la vaghezza della definizione di 
“vincoli affettivi” cui può corrispondere anche una relazione di semplice amicizia: è ovvio che tale
requisito non è oggettivamente riscontrabile da parte degli Uffici Comunali che, al limite, possono
solo controllare l’effettiva convivenza o, addirittura, soltanto la residenza nel Comune di Barletta.
È profondamente INGIUSTO concedere gli stessi benefici a cittadini che possono cancellare con un 
colpo di spugna la loro relazione e a chi, attraverso il matrimonio, diviene sì titolare di diritti, ma al 
tempo stesso diviene titolare di doveri ben precisi e si impegna nella stabilità della relazione, 
elemento fondamentale per la tutela dei figli.
Oggi ad essere oggetto di discriminazione è la famiglia costituzionale, che, contrariamente a quanto sancito anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, è abbandonata dalle Istituzioni. In particolare è evidente l’iniquità delle aliquote fiscali comunali che non tengono conto della reale capacità contributiva rispetto al numero dei componenti di un nucleo familiare, secondo il dettato dell’art.53 della Costituzione italiana.
Inoltre, fondamentale per la stabilità della famiglia costituzionale è il diritto alla casa. È impensabile
che senza di esso una giovane coppia possa pianificare con serenità la nascita dei figli. Al futuro delle
famiglie costituzionali, però, il Comune non dà la giusta importanza, volendo equiparare ad esse
unioni che, in genere, non sono stabili né finalizzate alla generazione e all’educazione della prole.
Ulteriore ingiustizia si produrrebbe nei confronti della famiglia costituzionale in quanto per il mero
accesso a benefici e diritti sarebbe sufficiente produrre un unione con un vincolo affettivo labile
svuotando l’istituto familiare e condizionando le giovani coppie a deflazionare la scelta familiare.
Infine l’istituzione di tale Registro comporterebbe delle conseguenze sociali non indifferenti: la legittimazione di qualsiasi tipo di unione determinate da un qualsiasi vincolo affettivo.
Con ipocrisia, si introdurrebbe, tra l’altro, un surrogato dei matrimoni omosessuali, pur sapendo che tale questione è di competenza del Parlamento, fingendo situazioni di emergenza che non sussistono.
A tal fine, le sottoscritte Associazioni chiedono all’Amministrazione Comunale di Barletta:
1. che venga ritirata la proposta di istituire il cosiddetto Registro delle unioni civili;
2. che impieghi le proprie risorse umane ed economiche nella realizzazione di politiche fiscali,
assistenziali, abitative a favore delle famiglie costituzionali a cui, in caso contrario, verrebbero
sottratte risorse destinate ad unioni non parificabili ad esse, commettendo, in tal modo, una
grave ingiustizia;
3. che si apra un tavolo di confronto su questi temi, con tutte le associazioni che lo richiedano e
che sia data la possibilità di audizione dalla I Commissione Consiliare.
Le associazioni:
Associazione Ai.Bi. “Amici dei Bambini” Barletta
La Manif Pour Tous Puglia
Associazione “Reazione Barletta”
Forum delle Associazioni Familiari della Puglia
Associazione “Comitato Progetto Uomo” o.n.l.u.s.
Associazione Nazionale Famiglie Numerose – Puglia
Associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo”

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