Il progetto prende le mosse dalla necessità di creare un luogo del ricordo e della contemplazione. Per sottolineare la sacralità dello spazio e proteggere l’idea di preghiera come momento di raccoglimento, Livio Valentini sceglie di racchiudere la cappella in due pareti curve, due grandi gusci curvilinei che, come delle barriere, proteggono il nucleo interno. «Queste pareti curve – afferma il progettista – illuminate di notte dal basso a luce calda, possono essere viste anche come la metafora di un “abbraccio amorevole” a ciò che vi è contenuto, che per l’appunto è sacro».
All’interno contribuisce a favorire il raccoglimento anche il nucleo centrale concepito ad una quota più bassa e sovrastato da un lucernario che ne riprende la forma. Questo spazio è poi conformato secondo le proporzioni del rettangolo aureo. Il rapporto aureo, principio generatore della forma di molte cose in natura, diventa la matrice di base per il disegno della parte centrale della pianta, ma anche per definire la scansione degli infissi e del rivestimento.
La cappella non prevede nessun altro colore o materiale, che non sia il travertino o una pietra chiara locale, in modo che non ci sia alcun elemento predominante nella scena, per un’astrazione assoluta di un’architettura che vuole tendere alla spiritualità e favorire il raccoglimento e la contemplazione.
Il lucernario che evidenzia il rettangolo centrale ribassato di un metro invita a percepire lo spazio come luogo di connessione verticale con la dimensione dell’Aldilà.
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