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News dalle Città della BAT

martedì 9 settembre 2014

BARLETTA : Emergenza mare le risposte sono inefficaci perché parziali

Intervento del consigliere regionale Franco Pastore su emergenza mare Barletta e convocazione audizione V Commissione consiliare

"Il presidente della V commissione consiliare, il collega Filippo Caracciolo, ha convocato per domani mattina, mercoledì 10 settembre, gli assessori regionali all’Ambiente, Territorio, Demanio, Protezione Civile, Infrastrutture e i rispettivi dirigenti per affrontare il tema dello “Stato delle acque dei Comuni costieri della provincia BAT e relativi impianti di depurazione”. Nel corso della riunione della commissione e delle audizioni si parlerà anche degli “Scarichi a mare nel Comune di Barletta (Presenza di canali di scolo lungo la litoranea di Ponente - Canale H e Canale M) – Applicazione normative vigenti in materia di divieto di balneazione su tutto il litorale pugliese”.
E’ l’ennesimo incontro, audizione e confronto che teniamo su questi temi e non lo dico con tono né polemico né dispregiativo dell’iniziativa che, al contrario, ritengo importante e significativa.
Questo tipo di “controffensiva”, però, rispetto alla portata e alla complessità del problema mare, che riguarda le criticità della costa, la qualità delle acque, l’assetto idrogeologico del territorio e anche l’urbanistica, è e continuerà a essere inefficace perché parziale.
Più volte mi sono speso su questo argomento e lo farò ancora, nonostante lo sport cittadino più popolare, praticato su alcuni portali di informazione (sarebbe meglio definirli di “diffamazione”), sia l’insulto gratuito e becero. Ma non mi scalfisce, arrivando, fra l’altro da ignoti quanto codardi mittenti, che omettono la propria identità e sono capaci di aprir bocca solo celati da nickname. Di loro non mi curo, ma ai cittadini voglio rivolgermi e alla amministrazione comunale.
Per parlare di litoranee, di mare fruibile e di cambiamento della vocazione della città di Barletta, da industriale a turistico-culturale, si deve avere la forza, la volontà e il coraggio, per un tempo congruo, un certo numero di anni, di concentrare tutte le risorse e le politiche su quello; tutto il denaro pubblico, per intercettare progetti e finanziamenti europei, sapendo, però, di dover stringere la cinghia altrove.
Siamo disposti a farlo?
Questo, si badi, per quanto concerne le opere e gli interventi sovrastrutturali che dipendono strettamente dalla gestione e dalle competenze comunali. Poi, però, bisogna considerare quanto non di prerogativa né del comune di Barletta né della regione Puglia.
Prendiamo le criticità legate al fiume Ofanto. Per risolverle bisognerebbe coinvolgere altre regioni e altri enti. Prendiamo il depuratore “colabrodo” che ci ritroviamo, o l’impianto di affinamento delle acque, completato, collaudato e inutilizzato. Su questi due impianti ci sono almeno sette enti da mettere d’accordo.
Restando sulle criticità che compromettono la qualità delle acque e la loro balneabilità, c’è il Ciappetta Camaggio. Anche in questo caso è a monte, sulla Murgia e ad Andria, che bisogna andare a sanare la situazione.
Restando a casa nostra, invece, ci sono i canali di acque meteoriche che finiscono a mare. In comune esistono i progetti, depositati, per realizzare un’unica canalizzazione, a partire dal sollevamento degli impianti a monte. La pulizia dello specchio d’acqua del molo di Levante, che si intorpidisce fra le convenzioni fra comune, Barsa, e ditte specializzate. Un altro fattore che ci aiuterebbe a mantenere le acque pulite potrebbe essere la posidonia. Ma questo entra in conflitto con l’attività dei vongolari. La loro pesca a strascico non fa altro che sradicare le praterie di posidonia, utili a trattenere impurità e fanghi. E con l’Ofanto che porta in mare i suoi detriti non ci si può certo permettere il lusso di privarci di questo, sia pur labile, filtro. Certo l’amministrazione comunale si dovrebbe fare carico di compensare, in qualche modo, i vongolari.
Il comune, la città, noi barlettani siamo disposti ad accollarci questo carico di lavoro e responsabilità?
Io sono uno di quei barlettani che al mare ci va, al mare e in spiaggia. Lo faccio da sempre, a Levante, a Ponente, al braccio. Con le condizioni ottimali potremmo avere, asseconda dei giorni e delle correnti, un mare magari non sempre limpidissimo, ma balneabile, sicuro, non inquinato.
Possiamo e dovremmo aspirare a che ciò accada. Dovremmo insistere e creare una viabilità sostenibile, perché quella attuale fa convivere schizofrenicamente il porto commerciale con le litoranee;
dovremmo poter capire cosa fare degli arenili lungo la litoranea, magari cominciando a far luce sulle proprietà e sulle destinazioni, per creare percorsi naturalistici e dividere i pedoni, dai ciclisti, con altrettante piste;
Ora si da tutto per scontato, ma vorrei ricordare che i primi bagni chimici o la pulizia della sabbia non sono sempre stati un fatto ordinario (a dire il vero i bagni chimici scarseggiano ancora) e posso vantarmi di essere stato colui che ha inaugurato e avviato la pulizia della spiaggia.
Quello che voglio dire è che partendo dagli incontri e dalle audizioni come quello che terremo in V commissione, bisogna presentarsi agli interlocutori con le idee chiare e una volontà ferrea: Barletta vuole investire sulla sua costa e sul suo mare, ad ogni costo e sopportandone i costi?
Siamo disposti a farlo, a mettercela tutta per due, tre mandati amministrativi, a prescindere dal colore politico di chi amministrerà la città? Siamo disposti a porre questo vincolo per investire sul futuro, forse l’unico possibile, per Barletta?
Senza questo coraggio, qualunque azione e progettualità, dal water front a chissà cosa altro ci si possa inventare, sarà sempre vana, perché parziale.
Mi piacerebbe che su questo punto, in città, si aprisse un confronto, un dibattito aperto e trasparente". 

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