VA BENE MA I DANNI ARRECATI
DA IMPROVVISAZIONE E CATTIVA GESTIONE DEL TERRITORIO SONO BEN ALTRI E QUELLE
DANNEGGIATE SONO TUTTE LE PICCOLE IMPRESE. E QUI’ IL METEO NON C’ENTRA!
Siamo stati i primi ad
effettuare le rilevazioni sull’andamento della stagione turistica nei territori
della Provincia di Barletta, Andria, Trani ed i primi a certificare il calo
drammatico sia delle vendite per tutte le piccole imprese, con una stagione dei
saldi che non ha consentito neanche di recuperare le risorse economiche per il
pagamento delle tasse di agosto, sia per gli stabilimenti balneari che hanno
anche subito le incertezze di un clima perlomeno anomalo il quale ha anche influito
sui consumi di abbigliamento con negozi ancora pieni di merce invenduta che
sarà depositata per non si sa ancora bene farne cosa. Ebbene a fronte di tutte
queste incertezze ad incrementare la condizione di crisi dei settori economici
locali ci hanno anche pensato le amministrazioni pubbliche le quali, ancora,
hanno contribuito non poco a far si che questo territorio, per l’ennesima
volta, si trovasse assolutamente impreparato ad accogliere, anche dal punto di
vista infrastrutturale, quel turismo di qualità e possibilmente anche straniero
che, sempre auspicato dagli operatori economici, non trova ancora condizioni
favorevoli e si riversa da sud di Bari verso il Salento. E’ questa la
motivazione per la quale gli indiani, qui da noi, non verranno mai a celebrare
nozze e a prenotare banchetti per decine di milioni di euro con lo sviluppo
inimmaginabile di un indotto che solo da queste iniziative di qualità, ripetute
nel tempo, uscirebbe immediatamente dal suo stato di profonda crisi ma basti
guardare la condizione delle nostre strade, la deturpazione ambientale del
nostro territorio, l’assenza di infrastrutture e di reti di collegamenti, la
carenza di punti di ricettività in rete, l’assenza di politiche strategiche di
organizzazione dei servizi turistici e un profondo senso di disinteresse per
alimentare quella indispensabile cultura dell’accoglienza per rendersi conto
che le fuoriserie degli indiani e i loro elefanti, sulle nostre strade
sfasciate, non ci cammineranno mai, con tutte le conseguenze.
Riguardo alla questione
sollevata a Barletta circa l’abbattimento della Tassa Rifiuti, che i comuni
stanno continuando ad aumentare in modo stratosferico per coprire totalmente
servizi che spesso non sono all’altezza di quei costi inaccettabili, non
sappiamo se il consiglio comunale che si riunirà fra alcune ore accoglierà una
proposta lodevole nelle intenzioni ma oggettivamente non concretizzabile
qualora rapportata esclusivamente ad una sola categoria di imprese in quanto
sarebbe facilmente impugnabile e quindi passibile di incostituzionalità, specie
se non supportata da certificazione certa che dimostri il calo proporzionale
degli incassi rispetto agli anni precedenti e questa sarebbe una condizione che
in alcuni settori apparirebbe ancor più rilevante rispetto a quella dei
balneari quindi tale forma di agevolazione, semmai fosse approvata e condivisa,
sarebbe da attuare nei confronti di tutte quelle imprese locali che siano in
tali condizioni e che siano in grado di dimostrarlo quindi non applicabile per
comparti o addirittura a gruppi di soggetti.
Non sappiamo quali
eventualmente possano essere le sorprese che il bilancio del comune di Barletta
potrebbe rivelare e speriamo che non siano uguali a quelle già riscontrate in
altri comuni della Bat dove i ragionieri si sono limitati a cambiare le
percentuali in aumento per le aliquote della tassazione locale al fine di far
quadrare le entrate che poi in molti casi sono solo virtuali visto il tasso di
mancati pagamenti proprio di tasse come quella dei rifiuti con la conseguenza
che anche per coprire tali minori entrate le aliquote volano in alto.
Al di la di qualunque altra
considerazione su questo argomento gli operatori ed alcune loro associazioni di
categoria su un punto sono d’accordo: il danno causato dalle negligenze
amministrative non saranno mai compensabili con sconti né abbattimenti
tariffari perché sembra come raccontare la barzelletta del medico e del
paziente con le due notizie, una buona ed una cattiva con la buona quando il
medico dice al paziente che gli restano ancora due anni di vita e la cattiva
quando gli dice che avrebbe dovuto dirglielo due anni fa. Questo a significare
che in questa situazione talmente pesante per le piccole imprese ci si aspetta
una proposta progettuale che non sia quella reiterata negli anni che ha visto
solo alcuni banchettieri utilizzare strumentalmente le imprese e la loro
condizione di crisi per accomodarsi comodamente con i propri compari in
incubatori dove non si sa che cosa si faccia, come lo si faccia e chi lo faccia
o in agenzie messe fortemente in discussione per inerzia ed inattività quindi
destinate a sparire fra qualche mese.
A fronte di tutto questo
abbiamo apprezzato che si ammetta con serietà e chiarezza, in alcuni casi, che
la precarietà dell’azione amministrativa e l’inadeguata gestione del territorio
abbiano causato negatività penalizzando il comparto delle attività
turistico-ricettive come, ad esempio, i divieti temporanei di balneazione
disposti precauzionalmente o notizie ballerine sui dati di balneabilità delle nostre
acque marine. Notizie incerte che comunque alimentano la disincentivazione
dell’attrattività del territorio e questo è accaduto in molte aree della
litoranea Bat.
Ad essere onesti e sinceri,
però, bisogna ammettere che anche nelle giornate più calde, in piena stagione
balneare, ad agosto anche con condizioni meteo favorevoli, le spiagge hanno
risentito di cali consistenti così come lo hanno avvertito le attività di bar e
ristorazione e tutte le altre piccole imprese quindi questo significa che a monte
persiste la difficoltà delle famiglie di spendere e di spendere per attività
che non siano quelle indispensabili per il sostentamento come l’alimentazione.
Tutto questo ci porta anche ad affermare che se le amministrazioni locali
continuano ad aumentare la tassazione a carico delle famiglie e se la spesa
rimane del tutto localizzata senza nuovi consumatori che portino risorse
esterne indispensabili come quelle derivanti dai flussi turistici, è ovvio che
i consumi ne risentano ed allora l’analisi deve essere più profonda e più
estesa fino a portare alla determinazione che è urgente anche la
predisposizione di un generale programma di interventi sul territorio che abbia
carattere sociale e non solo economico o settoriale perché non serve azzerare
la tassazione sul lavoro dipendente se poi le aziende non possono pagare gli
stipendi.
Aumentare le tasse per le
famiglie significa quindi diminuire ancora di più la capacità di spesa
localizzata e se diminuiscono ancora i consumi le imprese chiudono e se
chiudono non le salva certo una riduzione della tassa rifiuti, specie se prima
di quella riduzione c’è stato un suo forte aumento.
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