Se non è vergogna questa, cos’è?
Un nutrito numero di cittadini andriesi si sono riuniti spontaneamente
sotto palazzo di città ad Andria per protestare contro i provvedimenti che
stanno dissanguando le risorse delle famiglie che ormai sono alle pezze. Hanno
protestato in mutande e in pannoloni per mostrare il disagio fisico e
psicologico trasformato in estrema sofferenza per l’indifferenza istituzionale
di fronte a questi drammi familiari che sono ormai all’ordine del giorno.
Tutti noi, a cominciare dal sottoscritto le cui condizioni fisiche sono
quelle mostrate nelle immagini, e non è photoshop, eravamo lì a chiedere un
minimo di attenzione da parte di quelli che si vantano essere i rappresentanti
del popolino ma che pur avendo visto quei cittadini in mutande non hanno avuto
neanche il coraggio di avvicinarsi ma si sono trincerati dentro al palazzo del
potere, fortificati e protetti da un esercito di controllori, spioni,
osservatori ma anche da fotografi, cineoperatori e tutti quanti vengono pagati
con i nostri soldi per proteggere e controllare i potenti incontrastati ed
incontrastabili (poveri noi sobillatori).
I “mutandari” rimasti a casa ma che avrebbero voluto far parte del gruppo
di protesta sono tanti. Dieci, cento, mille e diecimila. Esattamente tutti
quelli che sia il 21 luglio 2011 che il 9 dicembre 2013 hanno delegittimato
un’intera classe politica ed amministrativa scendendo in piazza e manifestando
tutto il loro dissenso per le politiche scellerate e disastrose che hanno
portato l’economia cittadina e le famiglie sul lastrico.
Quelle migliaia di persone e di cittadini non hanno potuto essere sotto il
palazzo perché in quel luogo è vietato manifestare in modo organizzato quindi
ormai è tabù della democrazia, esattamente come la democrazia negata agli
elettori che si vedono oggi governare una Provincia con soggetti del tutto
quasi sconosciuti e comunque non legittimati dal voto popolare ma nominati tra la
casta per non si sa ancora, o forse si sa troppo bene, quali politiche spartitorie.
Noi a protestar e loro a ridere a squarciagola abbracciandosi senza pudore,
festeggiando e dimenticando che quegli abbracci di oggi erano dardi velenosi
solo ieri ma il buon prosecco cancella i brutti ricordi e fa guardare avanti
cioè a quelle nuove spartizioni pronte per accontentare ed assoggettare accompagnatrici,
paggetti, portaborse e chi più ne ha, più ne metta.
Ironia della sorte il nuovo Presidente nominato dai suoi colleghi alla
guida della Bat è la stessa persona, almeno crediamo che sia rimasta tale, che
ha ripetutamente denigrato verbalmente l’Ente al punto da preferire sollecitare
i suoi concittadini a lasciare questo territorio, dal punto di vista
istituzionale, con l’aggregazione alla città metropolitana di Bari ma il tempo
sana ferite e soprattutto fa aprire gli occhi specie ai politici che guardano
lontano e ben sanno individuare i piatti pieni da quelli semivuoti e la Provincia
Bat è un piatto ricchissimo con tutti i nostri soldi che continuano a
riempirlo.
Quelle persone, quei cittadini, quei sudditi privati anche del voto sono
quelli che ad Andria, sotto palazzo di città, hanno rappresentato tante
situazioni vergognose che tutti i giorni sono una pena insopportabile per i più
deboli, anche le code al CUP che sembrano non interessare a quei capoccioni e eppure
lo stiamo denunciando da molti anni.
Il sottoscritto ha sempre manifestato nel pieno rispetto della legge ma
pare che questo metodo e questo rispetto non sia ricompensato dai sordi amministratori
che si contano solo i voti per governare e festeggiare con i soldi pubblici
quindi ho il timore che questa forte tensione sociale prima o poi possa
sfociare in un’incontrollata reazione popolare e in quel caso non ci sarà
nessun Santovito ad assumersi responsabilità e la mobilitazione sarà spontanea
e senza guide e lì non basteranno né videocamere, né macchine fotografiche e
forse neanche i carri armati per fermare la reazione democratica per
riprendersi i diritti negati e violati.
Siamo trattati come Mnestero ad ubbidire agli ordini dell’imperatore
Claudio, a giacere controvoglia nel putrido talamo di Messalina, sua moglie,
per non essere uccisi da lei.
Noi non vogliamo giacere in quel talamo puzzolente di Messalina. Siamo
liberi di coscienza e sappiamo che bisogna fare quello che bisogna fare,
attenti a non essere neanche fatti precipitare nelle scale gemonie di Roma.
Il Presidente
Libera Associazione Civica Andriese
Santovito Vincenzo
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