La
pubblicazione dell’avviso pubblico per la selezione di un Piano di Gestione per
la struttura comunale denominata “Incubatore per l’innovazione e la creatività”
ha sollevato non poche perplessità da parte di cittadini impegnati nella
promozione di una comunità nuova, più inclusiva e responsabile.
E’ utile
sottolineare che la stragrande maggioranza della popolazione barlettana non
conosce la storia dell’ex-Distilleria, l’iter che ha portato alla
riqualificazione di alcuni suoi plessi né tanto meno le funzioni destinate a
ciascuno di essi. In vista di operazioni ‘socialmente utili’ come la creazione
di un “Laboratorio per i giovani (GOS)”, di un “Incubatore per l’innovazione e
la creatività”, di un “Orto urbano” e di una “Residenza destinata ad anziani”,
sarebbe stato utile da parte dell’amministrazione organizzare incontri prima di
tutto informativi e poi di reale coinvolgimento non solo dei soggetti
destinatari di tali interventi ma della cittadinanza tutta.
Un’amministrazione
responsabile avrebbe dovuto, prima di procedere all’assegnazione del terzo
spazio (l’Incubatore per l’innovazione e la creatività) e poi del quarto
(l’Orto botanico) che seguirà a breve, analizzare lo stato dei primi due spazi,
la Residenza per anziani e il Laboratorio Giovani Open Space, per valutare la
propria capacità di vigilare ed assicurare una fruizione socialmente giusta di
spazi pubblici.
Mi
domando per esempio come mai il plesso
destinato a residenza per anziani sia occupato ormai da anni abusivamente da
alcune famiglie barlettane e se il laboratorio GOS abbia realmente conseguito
la finalità principale di favorire la realizzazione personale e professionale
dei giovani attraverso la creazione di un luogo, in una zona marginalizzata
della città (e pertanto da reinserire nel tessuto sociale cittadino), in grado
di fornire gli strumenti per superare il disagio sociale e culturale.
E qui mi
ricollego all’intervento dell’assessore alle Politiche dell’Innovazione e della
Competitività, Antonio Divincenzo, che lungi dal dare una risposta politica, si
limita, da tecnico, a ripercorrere l’iter procedurale che ha portato all’avviso
pubblico in oggetto, liquidando in questo modo le richieste di chiarimento ed
ulteriore coinvolgimento di cittadini allarmati da un modo di gestire le
risorse comuni che, nel corso degli anni, non ha portato benessere alla nostra
comunità. E’ bene ricordare che essere ‘in regola’, ottemperare alle normative,
non significa automaticamente operare bene e che spesso le finalità di numerosi
progetti non vengono realizzate, sebbene gli enti gestori producano tutta la
documentazione necessaria a dimostrare l’aver diretto secondo il capitolato
dell’appalto di concessione del bene.
Verificare
in modo partecipato, pertanto, i punti di forza e debolezza di un precedente,
quale quello del Laboratorio GOS, avrebbe potuto essere una ottima base sulla
quale costruire il futuro dei successivi beni pubblici da consegnare alla
comunità.
Tale
verifica sarebbe stata utile a modellare insieme lo stesso avviso pubblico
sulla base, ovviamente, del Programma Stralcio di interventi di Area Vasta
“Vision 2020” che, come puntualmente e correttamente evidenziato dall’assessore
Divincenzo, rappresenta il punto di partenza dell’intero percorso.
Questo
non solo non è stato fatto ma si è proceduto con l’emanare un avviso pubblico
che concede solo 20 giorni ai soggetti interessati per presentare un Piano di
Gestione per la struttura comunale denominata “Incubatore per l’innovazione e
la creatività” e che tra i criteri di valutazione non prevede alcuna voce
relativa a strumenti di monitoraggio e valutazione dei risultati attesi.
Qualcuno
è in grado di spiegare come mai siano stati concessi solo 20 giorni per
l’elaborazione e la presentazione di un Piano che tra le altre cose, prevede il
coinvolgimento di cittadini, enti, imprese, centri di ricerca con l’obiettivo
di scambiare buone pratiche ed esperienze innovative regionali, nazionali ed
internazionali? Qualcuno dell’amministrazione conosce i tempi necessari a
coinvolgere altri soggetti, a relazionarsi per armonizzare metodi ed obiettivi,
per dividere ruoli e responsabilità, per arrivare insomma ad un protocollo
d’intesa fra diversi soggetti (che spesso devono essere valutati ed approvati
dai Consigli Direttivi o organi simili)? Perché non è stata data alcuna
importanza alla verifica e valutazione della conduzione del progetto?
Sembra
quanto mai urgente ed opportuno un intervento del Sindaco Cascella per tutelare
i diritti all’ascolto, al confronto e alla partecipazione, che da più parti
vengono percepiti come violati, sul destino di un bene comune come l’ex
Distilleria.
Diritti
che, lo scorso anno, abbiamo cercato di tutelare, per esempio in occasione
dello svolgimento del progetto ‘F.R.E.D. è tornato’, rivolgendoci in primis al
Sindaco e poi all’assessore Azzurra Pelle, che con noi lo ha condiviso, e all’assessore
Francesco Dipalo. Congelare l’iter, in previsione di un allungamento dei
termini per la presentazione delle domande e di una revisione dello stesso
avviso per le lacune segnalate, sarebbe un’azione responsabile e lungimirante
per scongiurare l’ennesimo fallimento di un’iniziativa finalizzata a
risollevare le drammatiche sorti della Città di Barletta.
Sabrina
Salerno
Associazione
di Promozione Sociale Beni Comuni
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