Il consigliere regionale Francesco Pastore (Gruppo misto – PSI) ha rilaciato la seguente dichiarazione.
“Perché mai i medici, per formarsi, continuano a perdere il tempo su impegnativi e voluminosi
fardelli scientifici carichi di nozioni, frequentano corsi, si specializzano all’estero, si aggiornano, quando poi tutto si riduce a calcoli, statistiche, numeri e previsioni?
La nuova Sanità, quella proposta nel nuovo piano di riordino, almeno per quanto riguarda la Asl Bat, è così priva di se stessa, è così distante dal suo motivo d’essere, cioè la cura dei cittadini – utenti, la soddisfazione del loro legittimo diritto alla salute, che per essere operatori di tale sanità diventa persino superfluo offrire dei servizi.
Ad una sempre maggiore complessità di termini, parole, definizioni, livelli, rigorosamente in inglese, così che la prima selezione avvenga a monte, eliminando le opinion e, dunque, gli eventuali rimbrotti e critiche di tutti coloro che non hanno gli strumenti per capire di cosa si stia parlando, corrisponde una sempre minore quantità e qualità di servizi. Fumo, tanto fumo per confondere e rendere poco chiaro e poco visibile, almeno fino a quando non sarà compiuto, il depauperamento di un territorio, delle sue professionalità, delle sue eccellenze, della riabilitazione cardiologica, della rete di emergenza urgenza e, badate, non mi soffermo su quello che accadrà o è previsto che accada in un ospedale piuttosto che in un altro, ma preferisco parlare di rete divelta perché di questo, comunque, si tratta.
Sta funzionando come i punti al supermercato. Se riesci ad accumularne 100 in un anno allora vinci la possibilità di poter usufruire ancora di un supermercato, altrimenti dovrai accontentarti del droghiere di 40 anni fa, non lo meriti il supermercato, non spendi abbastanza. Come dire che non c’è una popolazione abbastanza inferma, che ricorre tanto spesso al pronto soccorso, o abbastanza cardiopatica, o abbastanza incinta, o cancerosa. Insomma non si capisce quale sia la bussola che indichi la giusta direzione per il piano di riordino e per le decisioni aziendali. Di sicuro non è la stessa che guida dei cittadini, non è il buon senso, non è neppure il senso di realtà.
Essendo stato tacciato di propaganda e strumentalizzazione politica di tali vicende e anche di parlare quale difensore degli interessi specifici di amici medici, parlo e intervengo su questo dopo che tutti, praticamente, lo hanno fatto, medici, primari, sindaci, amministratori ed ex amministratori. Così che se qualche accusa simile mi verrà mossa anche in tal caso dovrei essere l’ultimo di una lunga lista. Tutto ciò è indecente e lo è ancor più chi tenta di celare il vero volto di un sistema che affossa la nostra Asl, i nostri presidi di salute, le eccellenze e le risorse, sia umane che strutturali.
La nostra Asl, ripeto la Asl Bat, e non questo o quell’ospedale, vivono una situazione di attesa, subendo però le conseguenze di quello che un giorno, forse, sarà.
Così per esempio, tornando sulla Rete della Emergenza urgenza, che prevede in tutta la regione sette Hub, la Asl Bat per averne uno dovrà attendere la realizzazione del nuovo ospedale di Andria. Al momento resta priva del livello più alto di pronto soccorso.
Queste non sono risposte di salute al nostro territorio, questa è una chiara presa in giro, è uno spreco di competenze e di un patrimonio di risorse umane. Un depauperamento doloroso. Di contro, però, mentre alcune realtà scompaiono e vengono cancellate, altre sorgono dal nulla, quello che era complesso diviene semplice e quello che non c’era, nasce complesso, l’importante è fare quadrare i conti e sistemare le cose al posto giusto. Questa è una sanità indolore per la parte amministrativo – manageriale, ma è letale per i cittadini.
La politica deve stare fuori dagli ospedali, questo è sacrosanto, perché è altrove, e cioè nei luoghi deputati alla politica, nelle commissioni e in consiglio regionale, per quanto mi riguarda, che essa deve dare gli indirizzi giusti e ridimensionare le velleità di ragionieri della salute che per fare di conto sacrificano i diritti e la domanda di salute dei cittadini e disseminano diseguaglianze in una stessa regione”.
“Perché mai i medici, per formarsi, continuano a perdere il tempo su impegnativi e voluminosi
fardelli scientifici carichi di nozioni, frequentano corsi, si specializzano all’estero, si aggiornano, quando poi tutto si riduce a calcoli, statistiche, numeri e previsioni?
La nuova Sanità, quella proposta nel nuovo piano di riordino, almeno per quanto riguarda la Asl Bat, è così priva di se stessa, è così distante dal suo motivo d’essere, cioè la cura dei cittadini – utenti, la soddisfazione del loro legittimo diritto alla salute, che per essere operatori di tale sanità diventa persino superfluo offrire dei servizi.
Ad una sempre maggiore complessità di termini, parole, definizioni, livelli, rigorosamente in inglese, così che la prima selezione avvenga a monte, eliminando le opinion e, dunque, gli eventuali rimbrotti e critiche di tutti coloro che non hanno gli strumenti per capire di cosa si stia parlando, corrisponde una sempre minore quantità e qualità di servizi. Fumo, tanto fumo per confondere e rendere poco chiaro e poco visibile, almeno fino a quando non sarà compiuto, il depauperamento di un territorio, delle sue professionalità, delle sue eccellenze, della riabilitazione cardiologica, della rete di emergenza urgenza e, badate, non mi soffermo su quello che accadrà o è previsto che accada in un ospedale piuttosto che in un altro, ma preferisco parlare di rete divelta perché di questo, comunque, si tratta.
Sta funzionando come i punti al supermercato. Se riesci ad accumularne 100 in un anno allora vinci la possibilità di poter usufruire ancora di un supermercato, altrimenti dovrai accontentarti del droghiere di 40 anni fa, non lo meriti il supermercato, non spendi abbastanza. Come dire che non c’è una popolazione abbastanza inferma, che ricorre tanto spesso al pronto soccorso, o abbastanza cardiopatica, o abbastanza incinta, o cancerosa. Insomma non si capisce quale sia la bussola che indichi la giusta direzione per il piano di riordino e per le decisioni aziendali. Di sicuro non è la stessa che guida dei cittadini, non è il buon senso, non è neppure il senso di realtà.
Essendo stato tacciato di propaganda e strumentalizzazione politica di tali vicende e anche di parlare quale difensore degli interessi specifici di amici medici, parlo e intervengo su questo dopo che tutti, praticamente, lo hanno fatto, medici, primari, sindaci, amministratori ed ex amministratori. Così che se qualche accusa simile mi verrà mossa anche in tal caso dovrei essere l’ultimo di una lunga lista. Tutto ciò è indecente e lo è ancor più chi tenta di celare il vero volto di un sistema che affossa la nostra Asl, i nostri presidi di salute, le eccellenze e le risorse, sia umane che strutturali.
La nostra Asl, ripeto la Asl Bat, e non questo o quell’ospedale, vivono una situazione di attesa, subendo però le conseguenze di quello che un giorno, forse, sarà.
Così per esempio, tornando sulla Rete della Emergenza urgenza, che prevede in tutta la regione sette Hub, la Asl Bat per averne uno dovrà attendere la realizzazione del nuovo ospedale di Andria. Al momento resta priva del livello più alto di pronto soccorso.
Queste non sono risposte di salute al nostro territorio, questa è una chiara presa in giro, è uno spreco di competenze e di un patrimonio di risorse umane. Un depauperamento doloroso. Di contro, però, mentre alcune realtà scompaiono e vengono cancellate, altre sorgono dal nulla, quello che era complesso diviene semplice e quello che non c’era, nasce complesso, l’importante è fare quadrare i conti e sistemare le cose al posto giusto. Questa è una sanità indolore per la parte amministrativo – manageriale, ma è letale per i cittadini.
La politica deve stare fuori dagli ospedali, questo è sacrosanto, perché è altrove, e cioè nei luoghi deputati alla politica, nelle commissioni e in consiglio regionale, per quanto mi riguarda, che essa deve dare gli indirizzi giusti e ridimensionare le velleità di ragionieri della salute che per fare di conto sacrificano i diritti e la domanda di salute dei cittadini e disseminano diseguaglianze in una stessa regione”.
Nessun commento:
Posta un commento