Continuano a susseguirsi sulla
stampa interventi critici in merito alle
cosiddette “cartelle pazze” inviate dal Comune di Andria ai cittadini per il
pagamento della tassa rifiuti e dell’ICI
relativi ad alcune annualità arretrate.
Tali interventi di associazioni
politiche e sindacali e del capogruppo
del PD in consiglio comunale, Giovanni Vurchio, hanno, fra gli altri, un
elemento che li accomuna: il mancato riscontro da parte dell’amministrazione
comunale e dei gruppi di maggioranza.
Eppure il problema posto non
riguarda soltanto il disagio procurato a tanti contribuenti per gli
estenuanti andirivieni tra i propri
consulenti e gli affollati uffici
comunali per ottenere un appuntamento e
per verificare la propria posizione, che spesso si risolvono con la
correzione o con l’annullamento del “sollecito” di pagamento erroneamente
inviato.
Si vorrebbe anche sorvolare (ma
come si può?) sul fatto che alcuni cittadini, in genere i più anziani e quelli
meno assistiti, siano incolpevolmente indotti a pagare nuovamente tasse e
tributi già versati ma di cui non hanno memoria.
Il punto essenziale concerne
infatti l’inqualificabile disorganizzazione
a cui è sottoposta la macchina comunale, che è a monte di questi episodi, e
l’eclatante rischio di avere un buco di bilancio, che ne è la diretta
conseguenza.
Se infatti questi solleciti di
pagamento vengono inviati, significa che nella contabilità del Comune risultano
dei versamenti non effettuati e quindi dei crediti da riscuotere. Tali crediti si traducono nei bilanci
dell’Ente in “residui attivi” che determinano appunto un’aspettativa di entrata
per le casse comunali a fronte delle quali si determinano le previsioni di
spesa. Dunque, se quelle entrate non si realizzano perché poi se ne
verifica l’inesistenza, le spese che sono state effettuate non hanno più
copertura. Per ovviare al rischio di errori, sempre possibili, esiste una voce
prudenziale in bilancio concernente la svalutazione dei propri crediti. Ma,
naturalmente, se gli errori sono numerosi, le cautele risultano insufficienti
ed il monte crediti si sgretola
rischiando di provocare una voragine.
Più volte, in questi anni, in occasione delle sessioni di bilancio di
previsione e di conto consuntivo, i consiglieri opposizione hanno messo in
guardia l’amministrazione Giorgino dai pericoli derivanti da sconsiderate
previsioni di entrate che poi non si verificano e che, come minimo, determinano
affanni e ritardi nei pagamenti del Comune ai propri fornitori. Sono
state anche presentate dai consiglieri di minoranza due proposte di deliberazione, entrambe
liquidate con pareri sfavorevoli senza che fossero nemmeno portate in
discussione in Consiglio.
I rilievi dell’opposizione di
centro sinistra sono stati spesso condivisi dai revisori dei conti dell’Ente e
da noi portati all’attenzione della
Corte dei Conti, sezione di Puglia. Quest’ultima nell’aprile 2014 ha emesso
“pronuncia” sui conti andriesi con evidenziazione dell’“irregolare accertamento
nel 2011 e nel 2012 di un risultato di amministrazione formato da cospicui
residui attivi derivanti crediti di dubbia esigibilità” che rischiano di
pregiudicare “gli equilibri finanziari dell’Ente”.
Nulla sembra abbia però smosso la
serafica tranquillità dei nostri amministratori, che oggi si concedono pure il lusso del silenzio dinanzi agli interrogativi
che vengono loro posti, salvo farli sobbalzare sulla sedia quando queste
domande le trasformiamo in critiche.
Ma con tenacia e nell’interesse
dei cittadini queste domande le riproponiamo ancora una volta, ancorati alla
speranza che finalmente dall’Amministrazione qualcuno risponda: qual è l’entità
dei crediti iscritti in bilancio che già si sono rivelati inesistenti per
errori e duplicazioni? E qual è l’ulteriore rischio per la tenuta del bilancio
comunale già rilevato dalla Corte dei Conti?
Il consigliere comunale
Nunzio Liso
Nunzio Liso
Il segretario cittadino
PD
Maria Carbone
Maria Carbone
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