Ci risiamo. Ogni qual volta qualcuno prova a sollevare questioni rilevanti per la città, a palazzo San Domenico si assiste alla solita scena muta. In questi giorni a taluni è parso logico mettere in relazione l’acutizzarsi del barbaro fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, con la piaga dell’evasione della TARI (si veda a questo proposito il commento di Vito Troilo dalle pagine di Bisceglie in Diretta e la proposta del Comitato Bisceglie Civile). Non è che la cosa fosse proprio sconosciuta all’Amministrazione, tant’è che già nel 2014 la Corte dei Conti segnalava la difficoltà del Comune di Bisceglie nel riscuotere le somme evase sulla vecchia TARSU (oggi TARI), mentre in una seduta consiliare del giugno 2015 le opposizioni recriminavano alla maggioranza di non avere affatto contezza su quanto ammontasse effettivamente l’evasione della Tassa sui Rifiuti. Di fronte a tale diffuso malcostume (stime ufficiose parlano di circa cinquemila/seimila utenze sconosciute al fisco) l’unico intervento messo in campo dalla Giunta Spina è stato l’introduzione di un meccanismo premiante per quei dipendenti che avessero contribuito concretamente alla riscossione delle somme evase. Decisamente un’arma spuntata visti i numeri in ballo. Nemmeno la richiesta dell’allora dirigente della ripartizione economica e finanziaria del Comune, dott. Angelo Pedone, di rafforzare l’attività ispettiva è stata accolta.
Non che il recupero non convenga, anzi. Le somme introitate garantirebbero probabilmente la copertura dei costi ispettivi, oltre all’accantonamento di cifre importanti nelle casse comunali. Invece di un lavoro investigativo di fino (come tra l’altro esperito con successo in altri comuni d’Italia), la solita sospetta indolenza s’insinua tra gli scranni della maggioranza. Il Sindaco Spina in testa non ha affrontato di petto il problema, quando ancora c’era tutto il tempo per intervenire, fino al fatidico passaggio del nuovo sistema di raccolta puntuale. Come qualcuno giustamente ha notato, l’obbligo di conferire rifiuti tramite mastelli non può che spingere chi non si è mai dichiarato come utente TARI (e che prima conferiva “a scrocco” la spazzatura nei contenitori comuni su strada) a disfarsi fraudolentemente della stessa. Un dettaglio che un amministratore scafato come Spina e la sua corte dei miracoli non potevano certo ignorare. Ora, che ci sia una certa malcelata svogliatezza da parte di alcuni cittadini ad adattarsi al nuovo sistema di raccolta è evidente. Ma di qui a voler imputare il disastro ecologico che subisce quotidianamente Bisceglie a questa “malavoglia” è del tutto fuorviante. Più che parlare di “sporcaccioni” si dovrebbe parlare di “evasori”, un termine che il nostro sindaco si è guardato bene dal pronunciare durante i blitz con annessa dichiarazione di guerra a chi sporca.
Anche le misure messe in campo paiono risibili di fronte alla diffusione del fenomeno che possiamo al momento definire, senza eufemismi, incontrollato. A parte il fatto che nel recente regolamento comunale in materia, l’ammontare massimo delle contravvenzioni è stato fissato ben al di sotto dei massimali previsti dalla legge. Un importo ancorché elevato, certo, ma non spaventoso, come ci si aspetterebbe da chi vorrebbe convincerci che comminare pene esemplari sia il migliore deterrente contro gli sporcaccioni/evasori.Tutto questo mentre le forze dell’ordine paiono in evidente difficoltà, se non altro per il numero esiguo di operatori impiegabili negli interventi di polizia ambientale.
È forte la sensazione che il buon Spina abbia il timore di affondare il colpo. In fondo è comprensibile. Le Elezioni Politiche 2018 sono alle porte e sarebbe certo un peccato irritare una buona fetta dell’opinione pubblica (quella che evade si intende) usando la mano pesante. Per cosa poi? Non è certo la tutela del bene comune l’obiettivo dichiarato per un rampante politico in carriera. É un copione già visto. Una splendida scenografia per le inaugurazioni e le dichiarazioni roboanti con dietro il nulla. Chi si ricorda più del candore delle basole del Waterfront “mai-pedonalizzato”? E che dire della ZTL colabrodo nata con l’intento di rilanciare il Centro Storico e finita a tarallucci e vino? Il leitmotiv è il medesimo: cogliere le opportunità di una situazione critica, come un provvedimento impopolare o una situazione emergenziale, minacciando di tagliare teste con una scimitarra di cartone a tutti coloro che non intendano rispettare le regole. Un quadretto che meriterebbe grande rispetto se si trattasse di una prima teatrale, ma che è in realtà la solita messa in scena a spese di tutti i cittadini onesti.
A quanto ammonta il costo dell’inerzia di questa amministrazione? È difficile dirlo. Sicuramente l’importo dell’evasione della TARI (che tra l’altro ancora oggi nessuno conosce con certezza, ma viste le dimensioni del fenomeno, si può certo immaginare…). Ed è proprio sull’oblio delle cifre in gioco che si costruisce l’impalcatura della retorica spiniana 2.0. Un lascito che avremmo fatto a meno di raccogliere ma con cui prima o poi faremo i conti. Ed è questa l’unica vera certezza di questo decennio di politica del “fare”.
Davide Di Tullio
Fonte http://www.bisceglievex.it
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