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News dalle Città della BAT

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venerdì 9 gennaio 2015

BARLETTA : Immobili Pubblici, tra svendita e abbandono.

In questi ultimi giorni si è tornati a parlare dello stato di abbandono in cui versa la palazzina all’interno della Villa Bonelli,uno dei simboli storici della nostra città sottratta nei decenni scorsi alla svendita grazie alla mobilitazione di cittadini e movimenti e che è parte del  patrimonio pubblico della città di Barletta.
Proprio la Palazzina di Villa Bonelli era stata al centro di un “piccolo caso” durante l’approvazione del bilancio 2013 perché inserita nella delibera di giunta del piano di valorizzazione e alienazione degli immobili pubblici(che comprende beni immobili come l’ex anagrafe,l’ex convento S.Andrea,l’ex convento S.Lucia e numerosi terreni agricoli) e, dopo le numerose proteste, eliminata dall’elenco degli immobili da svendere insieme all’ex mattatoio destinato alla realizzazione della nuova caserma dei vigili del fuoco.
Piano delle alienazioni che nel frattempo l’amministrazione guidata dal Sindaco Cascella ha continuato a portare avanti predisponendo un regolamento che disciplinerà le procedure di valorizzazione,dismissione e concessione del patrimonio pubblico della città di Barletta.
Un regolamento che dovrebbe essere approvato dal Consiglio Comunale e redatto purtroppo senza uno straccio di confronto pubblico dove una classe politica screditata si arroga il diritto di mettere a profitto beni comuni di notevole pregio storico e artistico.
Oggi quel piano delle alienazioni ,confermato ed aggiornato, viene riproposto in allegato al bilancio di previsione 2015,con una piccola novità  visto che la Palazzina di Villa Bonelli e l’ex mattatoio continuano a far parte dell’elenco degli immobili non più indisponibili.
Vorremmo capire come mai la Palazzina di Villa Bonelli continua ad essere inserita all’interno del piano di svendita degli immobili, se la delibera di giunta del 23 dicembre 2014 doveva aggiornare il piano delle alienazioni; perché questo non è stato fatto?
Dovremmo forse incominciare a pensare che Villa Bonelli e l’ex mattatoio non sono mai stati eliminati da quell’elenco.
E’ chiaro il tentativo dell’amministrazione Cascella di andare avanti spediti verso il proprio obiettivo che è quello di dismettere il patrimonio pubblico anche a costo di poter sembrare approssimativi e poco attenti.
In questo progetto è in buona compagnia visto che l’opposizione di centro-destra condivide in pieno l’idea di privare la collettività del proprio patrimonio,nonostante gli strali di questi ultimi giorni del capogruppo di Forza Italia Damiani sul pessimo stato di conservazione della Palazzina di Villa Bonelli(saremmo curiosi di capire dal Dott. Damiani come mai villa Bonelli a parole si difende e ad esempio per l’ex anagrafe di via Cialdini si vota per la svendita).
A questo punto vorremmo chiedere all’amministrazione Cascella,ai partiti che compongono la sua coalizione,alla sinistra cosiddetta radicale che pur di governare la città avvalla qualsiasi provvedimento,  come mai in un città priva di spazi sociali e di servizi,dove la disoccupazione colpisce duro, le periferie sono in stato di totale abbandono e  il patrimonio artistico e storico viene lasciato andare in malora( caso emblematico Villa Bonelli), degli immobili e dei terreni potenzialmente in grado di generare lavoro(attraverso processi di auto recupero,dando in comodato d’uso gratuito i terreni a giovani agricoltori) e di essere restituiti alla città come patrimonio condiviso, vengano svenduti al miglior offerente.
Così ancora una volta si fa un regalo a chi ha già deturpato questa città,dando continuità e nuova linfa a quel processo di privatizzazione di porzioni del nostro territorio.


-Angelo Dileo Collettivo EXIT


venerdì 22 novembre 2013

BARLETTA : Una città in svendita !

La ragione della comparsa di strani codici a barre sulle facciate di alcuni edifici cittadini è molto semplice. Si annuncia pubblicamente che la città è in vendita. Una città in cui il sindaco e l'amministrazione si arrogano il diritto di disporre come meri oggetti commerciali beni immobiliari appartenenti all'intera comunità. Che si sappia allora quali siano questi immobili e li si etichetti come merce da allineare su uno scaffale, con il loro bel codice a barre.
Nella prossima seduta di Consiglio Comunale di venerdì 22 e sabato 23 novembre, uno dei punti all’ordine del giorno riguarda proprio l’alienazione e la valorizzazione degli immobili pubblici ai sensi della L.133/2008.
Tra i beni elencati nella delibera di giunta presentata dall’assessore al patrimonio Dipalo e votata all’unanimità, non solo vengono svenduti terreni agricoli, appartamenti e una struttura come l’ex mattatoio, ma si  “valorizzano”, cedendoli a privati per un periodo non superiore ai 50 anni, immobili di pregio come l’ex carcere di S. Andrea, l’ex Anagrafe di via Cialdini,l’ex convento di S. Lucia, l’ex Convento di via S. Antonio.
Proprio nel progetto di “valorizzazione” di questi immobili, che hanno un notevole valore artistico, si nasconde di fatto una vera e propria opera di svendita ai privati con finalità speculative, nascoste dietro il paravento della temporaneità dell'affidamento di gestione.
 In un contesto di forte crisi economica, molti enti pubblici sul territorio nazionale stanno ricorrendo a questa pratica per risanare i propri bilanci, cercando di convincere i cittadini dell'utilità di queste operazioni per il bene di tutti. La verità è ben diversa: questa idea di gestione del bene comune è totalmente lontana dell’interesse collettivo e affonda miseramente qualsiasi tentativo di una gestione partecipata e condivisa del bene pubblico..
È assurdo che un manipolo di assessori non in grado neanche di redigere le linee programmatiche del proprio settore senza dosi massicce di copia-incolla(i casi dell’assessore al Bilancio Chieppa e all’Ambiente Pisicchio) pretendano di decidere delle sorti di immobili appartenenti, lo ripetiamo di nuovo, all’intera comunità. Riteniamo pertanto di doverci opporre a questa scelta scellerata e di dover aprire un percorso informativo e di discussione con i cittadini. Ci stupisce, inoltre, come determinate formazioni politiche che tanto si erano riempite la bocca nelle ultime campagne elettorali con argomenti quali “partecipazione” e tutela dei beni comuni, siano in questo momento silenti e quindi in linea con la proposta di smantellare il patrimonio immobiliare tenendo gran parte della cittadinanza all’oscuro di ciò.
Alla base della nostra opposizione e alla richiesta che questo provvedimento venga ritirato dai punti all’ordine del giorno  della prossima seduta di Consiglio Comunale non c'è solo una motivazione "ideale", ma pressanti necessità pratiche. La città di Barletta risulta essere del tutto carente di spazi sociali, contenitori culturali alla portata di tutti, aule studio, asili nido pubblici, palestre popolari… ed è necessario che il sindaco Cascella apra un tavolo di discussione con le realtà sociali del territorio per provare a sottrarre dal degrado parte degli immobili comunali, restituendoli alla cittadinanza sottoforma di servizi e, soprattutto, spazi di socialità, di incontro, di partecipazione.  Come altre realtà autonome d’Italia crediamo, infatti, che la risposta al degrado ed alla svendita di immobili pubblici debba essere quella di reclamare reddito, sotto diverse forme: sopperire alle mancanze di uno stato sociale pressoché inesistente tramite la restituzione ai cittadini dei propri beni è una di queste forme.
Questa nostra presa di posizione rappresenta solo il primo passo di un percorso di opposizione alla svendita del patrimonio immobiliare in una città che potrebbe far uso dello stesso per colmare le sue innumerevoli criticità sociali. Una città che in eccesso ha solo una classe politica incapace di interfacciarsi con i problemi reali dei cittadini ed una sinistra che rivendica partecipazione solo in campagna elettorale.

Francesco Caputo - Collettivo EXIT