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lunedì 4 aprile 2011

TRINITAPOLI : Stringerebbe la mano a Iula? "Certo!". DI BIASE :“Non tollero che si associ Sanitaservice ad un coinvolgimento giudiziario”

INTERVISTA con l’amministrazione unico di Sanitaservice Antonio Di Biase, dopo la recente aggressione ai danni del giornalista de L’Attacco Michele Iula.


Fonte : Stato Quotidiano

Allora dott. Antonio Di Biase. Partiamo dal quid. Ovvero, dalle motivazioni addotte dal collega Michele Iula. Sulle pagine de l’Attacco di venerdì 1 aprile scrive che, per il suo è il modo palesato di cosa accade a chi evidenzia le criticità del sistema delle società in house. Che dice?



Sulla possibilità che si possano evidenziare le criticità delle società in house, io, non ho mai avuto dubbi. Anzi. Chiunque sia a conoscenza della mia vita, chiunque conosca i miei trascorsi, sa che non discuto e non ho mai discusso la possibilità che si possa essere oggetto di osservazioni che non necessariamente debbano coincidere con le mie. Tuttavia, dico di più. Nel caso in specie, quello della trattazione del tema Sanitaservice da parte del quotidiano l’Attacco, le criticità messe in rilievo da un suo giornalista, Michele Iula appunto, sono consistite sempre in una serie di affermazioni contrarie alla realtà. Attenzione. Non contrarie rispetto a quanto dica Di Biase, bensì contrarie rispetto a quanto documentato da Di Biase. L’Attacco e Iula in particolar modo sono stati gli unici beneficiari, nell’ambito dei media, di una quantità incredibile di documentazione di Sanitaservice. Anche quella più riservata. Personalmente, ho fornito a Iula l’intero partitario contabile dell’Asl e della Sanitaservice relativa ai servizi internalizzati. Chiunque avesse voluto avere la prova della bontà di Sanitaservice e della mia buona fede nella verità, l’avrebbe rintracciata in quei documenti. Come lei sa, tutte le società depositano i bilanci. Oltre al bilancio, io, di mia iniziativa, ho aggiunto anche una documentazione analitica, voce per voce, dei costi di Sanitaservice. Ovvero, ho fornito i mattoni con cui si costruisce il palazzo del bilancio. Chiunque, leggendo quelle carte, avrebbe dedotto quanto io sostengo.



Invece?

Guardi, faccio un esempio. Sui costi di pulizia e sanificazione. Ho fornito una documentazione sinottica, giorno per giorno, fattura per fattura, riguardante sia Sanitaservice sia le precedenti società assegnatarie. Ebbene, il confronto è impietoso. Pensi che, a parità di superfici sulle quali operare il servizio, l’attività di sanitaservice ha determinato alla Asl un risparmio di oltre 500 mila euro. È documentato. È un dato. Basta confrontare due numeri. L’Attacco scrive, invece, che con il passaggio dal privato a Sanitaservice, il costo di quel servizio è lievitato, salendo da meno di 3 milioni di euro ad oltre 5 milioni di euro. Non è vero niente. Iula e l’Attacco hanno tutte le carte che smentiscono questo dato. Ovviamente, hanno preferito dare credito ad una serie di soggetti interessati che, con Sanitaservice, sono stati esclusi dai servizi.



La stessa cosa, ad esempio, è accaduta sulla questione del 118. Il giornalista ha scritto che, con l’affidamento del servizio a Sanitaservice, il costo è lievitato di 4 milioni all’anno. Ed invece, negli allegati al bilancio che non solo ho trasmesso via rete a l’Attacco, ma che mi sono anche premunito di consegnare in copia cartacea, si dice altro. Cioè: se i costi di gestione per l’anno 2008 sono di 2 milioni e 800 milioni di euro e nel 2009 salgono, è perché è aumentato anche il numero delle postazioni, passato, intanto, da 19 a 31. Le carte è anche necessario saperle leggere.



Lei si dice sia sbottato per l’associazione a Raffaele Granatiero. Quali sono i suoi rapporti con lui? Comunque c’avrà avuto a che fare?

Ho conosciuto Granatiero nei primi mesi del 2007, quando io ero sub commissario dell’allora Asl Fg2, con uffici centrali in quel di Cerignola. All’epoca, Granatiero era direttore dell’area patrimonio della fg2. Poi, al momento dell’accorpamento delle asl, divenne Direttore dell’intera area patrimonio della nuova Aslfg. Da quel momento, non credo di averlo più visto in maniera organica. Anche perché io rimasi a Cerignola e lui traslocò a Foggia. Ma le posso dire una cosa: Granatiero è quanto di più intellettualmente culturalmente distante, ma proprio milioni anni luce, dall’idea di una società in house. In una ipotetica scala antipodica, da un lato avremmo la società in house e, all’opposto, Granatiero. Come abbia fatto lo Iula a fare questo accostamento mi è oscuro. Anzi, è molto comprensibile. Granatiero viene arrestato. Io scrivo contro Sanitaservice. Quindi, faccio il guizzo. Associo Granatiero a Sanitaservice e lo faccio diventare – scrive Iula!– “sponsor ufficiale” di Sanitaservice.



Ma questa storia di Granatiero è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Infatti, per esprimere una valutazione oggettiva sull’argomento, va tenuta in considerazione la sistematica attività portata avanti da l’Attacco con caparbietà degna di miglior causa, la falsificazione ripetuta e costante dei dati, la loro invenzione. Pensi, ad un certo punto mi è stato addirittura accreditato il fatto che io sia beneficiario di un emolumento, ovviamente da parte dell’Asl – l’ha scritto l’Attacco! L’ha scritto Iula! – di 615 milioni di euro l’anno. Ebbene, vi posso dire che Michele è in possesso, perché io gliel’ho dato, del verbale nel quale è scritto che l’assemblea dei soci, in pratica l’Asl e, quindi, il Direttore Generale dell’Asl, riservava agli amministratori di Sanitaservice lo stesso emolumento percepito dal dirigente di una struttura amministrativa



Parliamo di?

(cita, secco, a memoria, ndR) 97.652 euro lordi. 4800-4850 euro al mese netti. Poi, anche le pietre sanno che ai dirigenti non compete alcuno straordinario, che non è commisurato l’ emolumento sulla quantità di ore o in base alla presenza in ufficio. Chiunque sa queste cose. Anche Iula sa queste cose. E allora che cosa s’inventa? Si inventa che Antonio Di Biase, per arrivare a raggiungere la cifra di 615 mila compie tanto lavoro straordinario fino al raggiungimento dell’emolumento da nababbo. La domanda è: dove ha attinto questo dato fuori da ogni schema o logica? In base a quali criteri l’ha fabbricato?



Lei accusa sempre Michele. Ma la possibilità forse più logica non crede sia che ci sia qualche “cattivo consigliere”? Ovvero, una fonte sballata?

Esattamente. È quello che credo anch’io. Ma, guardi. Un giornalismo d’inchiesta condotto secondo norme di verità impone che la fonte, specie se cattiva, venga confrontata con una che cattiva non è. Io gli ho dato dei documenti che sono inoppugnabili. Nulla. Anche quelle poche volte che ha riportato dati giusti su Sanitaservice l’ha fatto sempre in termini dubitativi. Eppure io ho fornito loro, pur di dare ai lettori una visuale completa sul fenomeno Sanitaservice, una documentazione che nemmeno la Regione Puglia ha. E come sono stato ricambiato? Con inaccettabili illazioni. Come quando, tempo fa, Iula disse che io, di mio pugno, durante un incontro che definisce – cito – “sindacale”, avrei annotato i nomi dei referenti politici accanto ai nomi degli ex dipendenti della Sgm (società che fu affidataria dei servizi di ausiliariato, ndr – Focus ). Chiama quel documento, di cui dice di essere in possesso, “papello”, concorrendo a diffondere puzza di mafia di cianciminiana memoria. E lo usa, il termine “papello”, nei miei confronti per un documento che non conosco. E che, anzi, chiedo a Iula di conoscere. Gli chiedo di farmi una fotocopia e gli manifesto la mia intenzione di sottoporlo a perizia calligrafica.



Senta da quello che dice, dunque, si deduce che avevate comunque un rapporto cordiale con Iula…

Si, certo. Ci siamo parlati spesso, ci siamo anche mandati a quel paese più volte, abbiamo discusso. Eppure ho continuato a fornire notizie e documenti a Michele, certo che la Sanitaservice non meritasse tutto questo e che, prima o poi, anche lui si sarebbe ricreduto. Per questo progetto, io sto spendendo tutta la mia vita. È una missione. Non creda sia stato facile ed immediato. Sono stato, soprattutto nei primi tempi, anche destinatario di minacce anonime. Minacce. Scritte nero su bianco. “Sporco comunista morrai bruciato vivo” diceva la prima missiva. La seconda, peggio: “sporco comunista se ti affacci a San Severo faremo di te e la tua macchina un colabrodo”. Abbiamo operato in questo clima. Un clima di terrore. Sanitaservice scardinava un sistema costituito e toccava un sacco di interessi privati.



Che cosa non le è andato giù, l’accostamento a Granatiero o la differenza di vedute con Iula?

È l’accostamento che è ributtante. E mi sdegna in superficie, a fior di pelle. Non tollero e non sopporto che si possa associare a Sanitaservice una qualunque forma di coinvolgimento giudiziario. Indipendentemente da come sarà giudicato Granatiero. Accostare il progetto delle internalizzazioni al sistema di gare truccate, appalti, tangenti è una vigliaccata imperdonabile. Siamo noi quelli assaltati. Pensi. Quando, agli albori della Sanitaservice, parlavamo con i lavoratori, emergevano tantissime difficoltà a convincerli. Sa perché? Per due motivi. Prima cosa: dalle cooperative percepivano un assegno. Minimo, 600 euro, ma comunque erano soldi. Seconda cosa: avevano paura. Molti lavoratori del Gargano mi hanno raccontato che, all’uscita delle banche dove loro andavano a riscuotere l’assegno mensile delle cooperative, li aspettavano loschi figuri che si pulivano le unghie con i coltellacci pretendendo 200 euro o anche più.



Granatiero, dunque. Ma poi c’è il consigliere regionale che, a detta dell’Attacco, tutto muove: Arcangelo Sannicadro. In che rapporti siete? Ed è vero che lei prende direttive da lui, che sia un suo uomo?

Io conosco l’avvocato Sannicandro praticamente da sempre. Sono 45 anni che ci frequentiamo assiduamente. E, questo, è noto a tutti. Tra l’altro io fui assessore al Bilancio del Comune di Trinitapoli quando lui fu sindaco. Secondo le illazioni di Iula, il mio unico merito sarebbe proprio che io sia un uomo di Sannicandro. E che Sannicandro veicolasse le assunzioni in Sanitaservice. Ed invece, gli assunti erano e sono persone che già in precedenza prestavano la loro attività alle dipendenze di imprese affidatarie di quel servizio. Noi ci siamo limitati ad assumere quelle persone. Ma da qui a dire che quelle persona siano state veicolate.



Facciamo un salto indietro e ritorniamo al pomeriggio del 29 marzo. La ricostruzione di Michele è chiara. Lei arriva in redazione, gli chiede di scendere, circondato da tre altri uomini, per “pestarlo”. Lui dice no, accende il registratore, lei sale con il sangue alla testa, lo insulta pesantemente, con la sinistra il giornale, con il destro tira il montante. Lui perde i sensi, soccorso da alcuni colleghi, lei continua ad insultarlo. Infine una piccola zuffa, spintoni e minacce di morte. Poi porta chiusa e tutto finisce.

No. È il giornale che arriva in faccia. Precisamente, il giornale ripiegato su quella parte della notizia in cui il nome di un atrestato il giorno precedente veniva accostato a Sanitaservice, addirittura sponsor ufficiale.



Dottor Di Biase, nessun pugno?

No, nessun pugno. E poi: perde i sensi? Macchè. È un’invenzione.



Però ci scusi l’audio è chiaro. Parla di un violentissimo alterco e si sentono rumori.

Certo, un alterco. E i motivi li ho detti. Non sopporto più che in modo vigliacco, venga associato il nome di questa persona a quello di una persona per bene, a quello di una società senza macchia che si sta prodigando a stabilizzare i rapporti con centinaia di lavoratori che lavoravano in schiavitù. Una società indicata a modello dalla stessa Regione (delibera 2477/2009).



La domanda che tutti le fanno: perché non ha querelato?

Guardi. Ha scritto lo stesso Iula che io lavoro anche di domenica. Ed è vero. Sono 3 anni che lavoro anche nei fine settimana. E, questo, non in omaggio ad un novello stacanovismo, bensì perché la Sanitaservice ha sopperito, sinora, a 27 imprese cooperative, imprese individuali ed altre sottoforma societaria: 27. Capisce bene che ho dovuto sostituire 27 presidenti di coop, titolari di imprese, amministratori…



Le manca il tempo, insomma?

Io non ho tempo, non ho tempo di correre dietro queste cose. Per questo ho sperato in un ravvedimento.



È pentito?

Quello che ho fatto è semplicemente imperdonabile. Imperdonabile. Oltre che ingenuo.



Stringerebbe la mano a Iula?

Certo. Guardi, anche quando mi faccio prendere dalle arrabbiature più eclatanti, so che, due secondi dopo, devo tornare materialmente a lavorare. Per dire, il 29 marzo ho lavorato sino alle 22.30. Non ho tempo materiale per dedicarmi ad altro. Infatti, speravo tanto di invischiarmi in querele, controquerele, denuce, atti giudiziari. E poi in quel momento specifico ero alle prese con venti cause fra Tar e Consiglio di Stato più un’altra ventina al tribunale ordinario portate avanti da ex dipendenti o falsi ex dipendenti delle imprese precedenti. Non mi va di aprire altri fronti con i giornali.



Ma lei non pensa che, con l’aggressione, ora abbia ottenuto l’effetto contrario?

Purtroppo si.



Ed infatti si è scatenato un pandemonio…

Si, ma io voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. È lecito ai giornali scrivere di tutto? O confondiamo la liberta di stampa con la difesa della corporazione? Io ritengo che si debba aprire un dibattito in merito anche fra gli stessi operatori dell’informazione. Perché l’informazione, a volte, ferisce più di una lama. Chi è andato lì, alla redazione de l’Attacco, era una persona ferita, che non ce la faceva più per tutto quanto subito negli ultimi due anni. Gli ho detto di smetterla di insistere nell’ignorare la documentazione, di abbandonare il dileggio. Non è possibile che non ci sia un limite. Come è possibile, allora, che si possa concepire l’associazione fra un arrestato e Sanitaservice? Capite bene che il messaggio che contiene è devastante?



A flash. Ci racconti la giornata del 29.

La mattina di quel giorno, ci siamo incontrati con Iula, in maniera del tutto fortuita, al IV piano dell’Asl. Io non avevo ancora letto il giornale. Ci siamo intrattenuti sul mio commento sulla sentenza delle Corte Costituzionale che gli avevo trasmesso. Michele mi aveva telefonato, dicendomi anche che era troppo lunga. Comunque, mentre discutevamo della cosa, è giunto il Direttore Generale il che causò il rinvio a pomeriggio della chiacchierata con il giornalista. Spostammo in quanto ci tenevo davvero a spiegare il mio punto di vista in merito alla sentenza della Corte e, inoltre, perché, di lì a pochi giorni (il 31, ndr) si sarebbe tenuto, a Roma, un incontro fra i sindacati, il Governatore Nichi Vendola, l’Assessore alla Sanità Tommaso Fiore e il Ministro Raffaele Fitto proprio sulla questione. Terminato l’incontro con il direttore, ritorno a Cerignola per motivi di lavoro. Lì, in quel momento, apro il giornale. Leggo, mi rendo conto e dico: “Ma guarda tu che carogna! Sono stato con lui stamattina e non mi ha riferito questa cosa”. Trovai il tutto carognesco. Lì, elaborai l’incredibilità della cosa. Mi dissi che, di lì a breve, l’avrei incontrata e gliel’avrei fatta vedere io. E mi sono messo in macchina.



E i “gorilla”? Sappiamo che volevano fermarla

Erano con me. Mi hanno visto agitato, che scendevo le scale, visibilmente agitato. Tentarono, con un’altra auto, di fermarmi. Se fossero stata la mia “squadraccia”, non crede che me li sarei messi in macchina?



Però i colleghi riferiscono il loro nervosismo…

Si, alla fine.



Era imbufalito Di Biase?

Si, ma volevo sfogarmi a parole contro Iula.



Fra le accuse mossegli da l’Attacco, anche quella di intimorire i lavoratori…

Si tratta di due momenti, di cui, il primo riguarda il licenziamento in tronco di due persone. Tengo a dire che, ogni volta che mi arriva sulla scrivania un certificato di malattia, io chiamo direttamente a casa il dipendente per appurare le condizioni e chiedere se proprio è necessaria l’assenza. Ma perché lo faccio? Perché so che, quando saremo fatti oggetto ancor più di ora, di una disamina attenta e, quindi, dei giudizi conseguenti, questi giudizi saranno visti da tutti. Ora, il tasso di assenteismo per malattia potrebbe essere un parametro attenzionato. D’altra parte, in molti si augurano che Sanitaservice scivoli proprio su questo terreno. Motivo per il quale io tendo a stare molto attento ed a richiamare tutti. Risultato? L’assenteismo per malattia in Sanitaservice nel 2010 è dello 0.9%. Ovvero, niente. Nemmeno la più aguzzina delle imprese capitalistiche ha questi numeri. Abbiamo un tasso assenteismo pressoché inesistente. E, questo, perché ragazzi sentono un forte senso responsabilità e fanno attenzione a non cadere trappola. Ho inoltre sempre detto loro che i nemici sono perennemente in agguato. Ragion per cui, dobbiamo far leva sul loro senso di responsabilità. “Voi – dico loro – dovete difendere da soli il vostro posto lavoro”. Invece, come lo ha letto Iula e come lo ha letto l’Attacco: Vessazioni perpetrate da Di Biase, che obbliga i lavoratori, anche quando sono ammalati a recarsi sul posto. Questo talebano, questo dittatore…



Come si difenderà in Tribunale?

Mi difenderò. E, come minimo, querelerò per diffamazione perché non ho dato pugno a nessuno. Sarà stato sfiorato con il lembo del giornale



Sapeva essere registrato?

Mai fatto una cosa del genere in vita mia. Quindi: no.




Fonte : Stato Quotidiano
p.ferrante@statoquotidiano.it

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