Dopo il successo di pubblico di questi giorni, proseguono gli appuntamenti con gli spettacoli della XVᵃ edizione del Festival Internazionale di Andria 'Castel dei Mondi', diretto da Riccardo Carbutti, promosso dalla Città di Andria, con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Puglia e del Teatro Pubblico Pugliese attraverso l’attivazione dei fondi FESR.
Ricco il programma di questa sera. A partire dalle ore 20.45, presso l'Auditorium della Scuola Manzoni “Paola Chicco”si potrà assistere allo spettacolo “Tempesta” della Compagnia Anagoor, una inquieta performance di teatro visivo ispirata agli studi dell'artista sulla luce, il paesaggio, la giovinezza e la violenza.
Nell'Auditorium Salesiani, alle ore 20.45, la Compagnia 'Teatro Sospeso' mette in scena “Nero come la neve”, di Francesco Di Niccolo, la storia di un ragazzo come noi che sceglie uno stile di vita autodistruttivo.
Al gioco teatro/vita si rifà invece lo spettacolo “The Secret Room” del duo Cuocolo/Bosetti, in scena da oggi, e sino al 3 settembre, alle ore 21.15, in un appartamento privato per un numero di 10 spettatori alla volta.
Nello scenario di Castel del Monte, questa sera e domani, alle ore 21.15, in prima regionale, andrà in scena l'atteso “Amleto”, della Compagnia 'Teatro del Carretto'. Una riscrittura dell'opera di William Shakespeare, che mette in luce il dramma dell'uomo oppresso da pensieri sul senso dell'esistenza: solo con i fantasmi, il dubbio, l'essere o non essere....
In piazza Vittorio Emanuele II (già piazza Catuma ), alle ore 21.45, in prima nazionale (sino al 4 settembre), il 'Cirque-Teatre Rasposo', in un grande tendone mette in scena “Le chant du dindon” , uno spettacolo di acrobati, equilibristi, contorsionisti, giocolieri, attori e musicisti. “Le chant du dindon” è un viaggio funambolico sul filo....in cui ogni personaggio con la propria storia, il proprio passato, le sue origini cerca continuamente di sottrarsi alla solitudine.
Infine a Palazzo Ducale, alle ore 22.00, la compagnia 'Cantieri Teatrali Koreja' con “Iancu, un paese vuol dire”, dà vita al racconto di una giornata in cui la grande Storia, quella con la S maiuscola, invade la vita e le strade di un paese del Salento.
SCHEDE DEGLI SPETTACOLI:
Anagoor, Tempesta
Due schermi a cristalli liquidi sospesi come due moderne pale d'altare ritraggono paesaggi avvolti dalla nebbia e sferzati dai venti di una tempesta che incombe all'orizzonte. Un senso di tragedia imminente è nell'aria. “Tempesta” unisce passato e presente, esplorando il mondo rivelato negli enigmatici dipinti di Giorgione. Calme e solo apparentemente pacifiche nella composizione queste opere sollevano dubbi nella mente dell’osservatore, suggerendo una più complessa rete di significati. Giorgione anticipatore di Tiziano morì per contagio a soli 33 anni nel 1510. Anagoor, che ha base nel paese natale di Giorgione, Castelfranco Veneto, è stata segnalata al Premio Scenario 2009 per questa inquieta performance di teatro visivo ispirata agli studi dell'artista sulla luce, il paesaggio, la giovinezza e la violenza.
Anagoor nasce a Castelfranco Veneto nel 2000. La formazione dei componenti include lo studio della filologia classica, della storia dell'arte, dell'architettura, delle arti visive, della danza, della musica e un lungo apprendistato teatrale. Oggi Anagoor è una delle più impegnate nuove compagnie teatrali del Veneto e una riconosciuta forza promotrice della diffusione dei linguaggi performativi contemporanei. Nel gennaio 2011 debutta con Tempesta al Mime Festival di Londra e a febbraio si insedia a Palazzo Pesaro degli Orfei Fortuny con Ballo Venezia un evento site specific appositamente creato per il Museo Fortuny. Nel 2010 è tra i finalisti del Premio OFF del teatro Stabile del Veneto diretto da Alessandro Gassman. Nel 2009 riceve per Tempesta una Segnalazione Speciale al Premio Scenario.
Teatro Sospeso, Nero come la Neve
Un ragazzo come noi, della nostra stessa città, o forse quartiere, o forse… una persona a noi molto vicina, vicina e cara, sceglie uno stile di vita autodistruttivo.
Perché? per la povertà culturale, la povertà dello spirito, la povertà economica o ogni altro tipo di povertà?
Ma soprattutto, cosa c'è nella mia città per dargli la consapevolezza di ciò che gli sta accadendo e cosa c'è, dovesse scegliere di uscirne e intraprendere uno stile di vita nuovo, costruttivo?
Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre (Aus/It), Interior Sites Project. Season 1, The Secret Room
Una donna sola, chiusa nella sua casa. È possibile farle visita a orari stabiliti e le visite seguono il ritmo dei pasti e le regole dell'ospitalità. Il ritmo della vita e quello del teatro si sovrappongono. In ogni casa c'è una stanza segreta. È il luogo più intimo e isolato: il luogo dove tutto ciò che doveva rimanere segreto è rivelato. “The Secret Room” è presentato nella casa della protagonista e espone lo spazio domestico e personale allo sguardo estraneo dello spettatore-ospite, alla ricerca di un'impossibile, illecita geografia dell'intimità. Con The Secret Room ci siamo spostati dal regno della scena a quello dell'osceno. L'osceno si genera nella transizione dallo spettacolo alla trasparenza.
Fondato a Roma nel 1978 da Renato Cuocolo L'IRAA Theatre ha realizzato una serie di sette trilogie che sono state presentate in ventitre nazioni di quattro continenti. Dal 1988 la compagnia si è trasferita a Melbourne dove è diventata col tempo la principale compagnia Australiana d'innovazione (Flag Company). Gli ultimi lavori della compagnia sono stati presentati con successo e interesse critico in numerosi Festival tra cui ricordiamo: Vienna International Festival, Adelaide International Festival, Melbourne International Festival of the Arts, Sydney Olympic Art Festival, Contemporanea Teatro Metastasio Prato, Creazione Contemporanea Torino, Genova Capitale Europea della Cultura, Teatro Eliseo Roma, Contemporary Theatre San Diego, Lincoln Centre New York, Cité Paris, Centre Theatral National Calais, Festival Internazionale di Goteborg, Royal Dramatic Theatre Stockholm, Waseda International Centre Tokyo. The Secret Room ha vinto i due maggiori premi del teatro australiano (Green Room Award e MO Award) come Migliore Spettacolo dell'Anno e Migliore Spettacolo di Innovazione.
Teatro del Carretto, Amleto da William Shakespeare.
Proveremo a leggere il testo nella prospettiva del protagonista, con le altre figure, fantasmatiche o reali, filtrate dalla sua sensibilità o dalla sua immaginazione: proiettando il dramma come in un sogno... in una riscrittura che attraverso spostamenti, cesure e montaggi caratterizzi una struttura che pur dal taglio quasi cinematografico, metta in evidenza o infranga ogni convenzione teatrale, sempre sovrapponendo moto tragico a moto comico e che lasci l'interpretazione psicanalitica come quella politica visibili in trasparenza, per mettere in luce il dramma dell'uomo oppresso da pensieri sul senso dell'esistenza: solo con i fantasmi, il dubbio, l'essere o non essere...
La scena è rotta da pannelli purpurei, un rosso che risucchia e risputa un bianco di personaggi, ne svela dalle morbide fessure frammenti improvvisi o insinuanti, al ritmo disarmonico di una mente turbata. Alle spalle di Amleto un canto di Gertrude e un ghigno di Re, davanti a sé un teatrino in miniatura con i personaggi del dramma che vanno svanendo ad ogni colpo mortale, e lo Spettro dentro... il Principe galleggia in un presente dilaniato tra misfatto subìto e ingannevole follia... "fragilità, il tuo nome è femmina".
Irrompe un frastuono lussurioso all'eco lontana di festini e battaglie, personaggi ebbri di vita si spengono nella loro nudità ai fianchi della scena... Entrano gli attori, accade la pantomima, turbamento e divertimento, odore di vendetta che si fa strada e che non verrà consumata... Pioggia di petali che ingoia Ofelia, danza di scheletri, preludio al duello finale, climax in scala di marionette che irrompe in dramma su scala umana...
Cirque-Théâtre Rasposo, Le chant du dindon
La compagnia Rasposo ne Le chant du dindon indaga le tracce sensibili lasciate da un’intera vita trascorsa, vissuta, in viaggio. Lo spettacolo rappresenta un continuo interrogarsi sulla fragilità della vita. Una vita fatta di destini che si incrociano, di vite anche lontanissime che si uniscono in un universo sostanzialmente finito, chiuso. Ogni personaggio, con la propria storia, il proprio passato, le sue origini cerca continuamente di sottrarsi alla solitudine. Allora si unisce in gruppo, si crea una famiglia: ecco la compagnia, la vera protagonista dello spettacolo. Un intreccio di artisti senza successo, o dal successo mancato, artisti in divenire e comunque sempre pieni di speranza o semplicemente pazzi e ingenui, uomini che hanno scelto una via che non può essere la loro. All’interno di questa famiglia creano e inventano il loro proprio intero universo, simile ad un bozzolo soffice, dove invitano il pubblico a entrare per condividere le ebbrezze, le follie e le illusioni di questa famiglia. La compagnia riunisce acrobati, equilibristi, contorsionisti, giocolieri, attori e musicisti. Le chant du dindon è un viaggio funambolico sul filo delle emozioni accompagnato dalla musica slava e tzigana, suonata dal vivo, cui si intrecciano tutte influenze delle culture incontrate nel viaggio.
Cantieri Teatrali Koreja, IANCU, un paese vuol dire.
Questo è il racconto di una giornata. Una domenica dell'agosto del 1976 in cui la grande Storia, quella con la S maiuscola, invade la vita e le strade di un paese del Salento. Un famoso bandito, fuggito dal carcere di Lecce due giorni prima, è stato riconosciuto mentre si nasconde nelle campagne del paese. Inizia così una tragicomica caccia all'uomo che coinvolge un po' tutti, bambini compresi. Ma questo non è solo il racconto di una giornata. È soprattutto il racconto di un'epoca. Attraverso gli occhi di un bambino di otto anni viene ricostruito il mosaico del ricordo: uno strano e deformato affresco di quegli anni nel profondo Sud. Un sud che oggi non c'è più, piazze e comunità che si sono svuotate e si sono imbarbarite, o sono state svendute. Nessuna cartolina, nessuna nostalgia: è un mondo duro, cupo, eppure comico e grottesco. Un mondo fotografato un attimo prima di scomparire. Un mondo di figure mitiche, contadini, preti, nonni, libellule, giornaletti e una gran voglia di diventare grandi, chissà poi perché.
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