Tra le tante “iniziative” che il governo ha messo in campo o meglio dire “avrebbe voluto” dal momento che nell’arco di poche ore ha ribaltato completamente il senso della “Manovra” fatta salva la previsione dell’aumento dell’aliquota Iva, cosa che avrebbe potuto fare in cinque minuti senza rinunciare alle “meritate” ferie estive, c’è il recepimento della proposta, oggi Legge dello Stato, del Ministro al Turismo sig.ra Brambilla Michela Vittoria in merito alla totale liberalizzazione degli orari e delle aperture dei negozi e ipermercati.
Già nella Manovra di luglio venne prevista la liberalizzazione totale di orari e giornate di apertura dei negozi, comprese quelle domenicali e festive, per le città in possesso del riconoscimento di città d’arte o ad economia prevalentemente turistica cioè quelle dove esistono gli Ipermercati o perlomeno la maggior parte di esse; oggi questa possibilità viene estesa a tutte le città, indistintamente, in barba alle leggi regionali che, in qualche modo, avevano cercato un equilibrio che pareva essere genericamente accettato da tutte le parti.
Con la Manovra d’agosto, per intenderci quella della quale oggi non rimane null’altro se non l’aumento dell’Iva, senza alcun taglio ai costi della politica e al sistema parassitario che vi ruota attorno, compresi quegli Enti dove vengono “sistemati” taluni soggetti, la signora Michela ha voluto estendere questa liberalizzazione selvaggia.
La bella “Vittoria” ha affermato di aver fatto una scelta per rilanciare l’economia del Paese, pensando di indicare con questo termine tutto il territorio italiano, almeno presumiamo sia così, quindi la decisione è stata assunta senza tenere conto di alcuni elementi normativi come quelli costituzionali che conferiscono il potere di tale disciplina alle Regioni le quali, a loro volta, regolamentano la materia coinvolgendo gli altri Enti locali e soprattutto “la rossa” è andata avanti nonostante il parere, apparentemente, contrario delle Associazioni di Categoria, tra le quali anche la “Sua” cioè quella della quale l’attuale Ministra è stata Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori mentre contemporaneamente alla detenzione di tale carica la “sindacalista”, a novembre 2006, fondava i Circoli della Libertà, dei quali ne diventava anche Presidente. Tutti ricorderanno le frequenti “apparizioni” della rossa italiana nel più famoso salotto politico della Tv nazionale.
Il provvedimento della signora, appassionata e amante degli animali, è in realtà quello che più di ogni altra cosa aspettavano i magnati della Grande Distribuzione Organizzata cioè degli Ipermercati i quali (anche loro) hanno registrato segnali di flessioni nelle vendite come mai avvenuto prima d’ora e gli stessi i quali sanno moto bene quanto la domenica porti loro tanti incassi al punto da rappresentare oggi l’unica loro ancora di salvezza.
Ora che il liberismo ha preso il sopravvento sulle tante discussioni in merito ai diritti dei lavoratori, alla conciliazione dei tempi del lavoro con quelli della famiglia e dopo aver finanche ignorato i numerosissimi interventi, anche da parte del Papa, sull’argomento, ha prevalso, ancora una volta, la forza del potere e del profitto, sopra tutto e sopra tutti.
Altro che ricorsi amministrativi e soldi gettati via; ora non ci sarà più bisogno di tutto questo. Si è tornati ad oltre trent’anni fa quando i commercianti (sempre quelli piccoli) vivevano nei loro negozi, nelle panetterie, nelle salumerie, nelle macellerie.
Questo bel regalo della Brambilla alla Grande Distribuzione non ha visto alzarsi barricate da parte dei cosiddetti “contrari”, così come non lo hanno fatto nei confronti dell’aumento dell’Iva, seppur anche in questo caso dichiaratisi contrari. A parte qualche trafiletto di articolo giornalistico, infatti, non abbiamo sentito parlare di manifestazioni né di altre azioni per contrastare questa decisione. Eppure a parole, sempre a parole, tutte le Associazioni di Categoria, almeno quelle “importanti” che costituiscono le cosiddette “Parti Sociali” ascoltate dal Governo e che sono rappresentate e presenti in quell’altro carrozzone e fabbrica di milionari che tutti voglio abolire ma che nessuno fa cioè il Cnel, hanno manifestato contrarietà al provvedimento, giudicandolo “errato” e “non concertato” ma forse lo hanno fatto più per scrupolo di coscienza che per convinzione visto che oramai il sistema di rappresentanza del commercio è diventato carta straccia e nessuno se ne frega più, tanto è forte l’impegno per costruire la nuova Casta di questo Paese.
Allora che si fa?
Sicuramente la situazione che si sta profilando all’orizzonte è drammaticamente difficile e siamo convinti che ora servirebbe veramente quel colpo di reni in grado di far sentire la voce delle micro imprese che non rappresentano per nessuno una risorsa o che lo sono solo in campagna elettorale o quando c’è da prendere i numeri per sistemarsi in qualche Ente in utile ma generoso.
Dopo tutta questa farsa estiva i mesi di settembre ed ottobre rappresenteranno un altro banco di prova per tutti e siamo convinti che saranno in tanti coloro che si nasconderanno per la vergogna di non aver fatto nulla di buono o per la consapevolezza di aver fatto tanti, troppi danni. Ma loro se ne fregheranno perché le “camere di compensazione” sono già state attivate, come è già accaduto ai tempi delle liberalizzazioni del decreto Bersani con ampi ed esclusivi spazi riservati a certe Organizzazioni.
Abbiamo il sospetto, il fondato sospetto che la storia si stia tristemente ripetendo e che a pagare saranno sempre e solo gli stessi.
“Settembre poi verrà e piangeranno solo gli occhi miei”, cantava Peppino Gagliardi.
CO.DI.COM – Puglia
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