Mentre la vendemmia 2011 ha cominciato a muovere i suoi primi passi, è ormai nella fase terminale il percorso che sta portando all’effettiva produzione vinicola della nuova “Denominazione di origine controllata” della provincia di Foggia. Anche il ministero per le Politiche agricole, infatti, mediante il Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, ha espresso parere favorevole alla domanda presentata dalla Regione Puglia del riconoscimento della doc denominata “Tavoliere”.
Nell’occasione, l’organismo ministeriale ha anche proposto il relativo disciplinare di produzione, passaggio necessario e di cui sono dotati tutti i vini doc, tra cui gli altri due foggiani come il lucerino “Cacc’e Mmitte” e il “Rosso” di San Severo.
La caratteristica principale del “nuovo” vino deve essere la presenza del vitigno “Nero di Troia”, in realtà ampiamente utilizzato anche nelle due prime doc e in diversi altri vini prodotti su tutto il territorio nord pugliese, con le tipologie stabilite che sono due: “Rosso”, anche Riserva e Rosato (con prevalenza del 65%) e “Nero di Troia” anche Riserva (con vitigno originale di almeno il 90%), con un tasso alcolemico minimo dell’11,50%. Le rispettive restanti parti di composizione possono provenire anche da uve di altri vitigni a bacca nera non aromatici, coltivati in Puglia dalla Capitanata fino alla Murgia, con la promessa di coinvolgere almeno 5.000 produttori che avranno la possibilità di “recuperare” i maggiori costi di produzione, derivanti dall’alta percentuale di uva specifica, con un maggior costo della singola bottiglia immessa sul mercato.
Entrambi i vini denominati Riserva (Rosso e Nero di Troia), inoltre, prima della loro commercializzazione devono essere sottoposti a un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno 2 anni di cui almeno 8 mesi in botti di legno, a decorrere dal 1° novembre dell'annata di produzione delle uve.
Sono 18, comunque, i comuni direttamente interessati alla determinata produzione, ovvero Lucera, Troia, Torremaggiore, San Severo, San Paolo Civitate, Apricena, Foggia, Orsara di Puglia, Bovino, Ascoli Satriano, Ortanova, Ordona, Stornara, Stornarella, Cerignola, Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia e Barletta, entro cui devono avvenire anche le operazioni di vinificazione e invecchiamento, con deroghe sui comuni direttamente confinanti.
La caratteristica principale del “nuovo” vino deve essere la presenza del vitigno “Nero di Troia”, in realtà ampiamente utilizzato anche nelle due prime doc e in diversi altri vini prodotti su tutto il territorio nord pugliese, con le tipologie stabilite che sono due: “Rosso”, anche Riserva e Rosato (con prevalenza del 65%) e “Nero di Troia” anche Riserva (con vitigno originale di almeno il 90%), con un tasso alcolemico minimo dell’11,50%. Le rispettive restanti parti di composizione possono provenire anche da uve di altri vitigni a bacca nera non aromatici, coltivati in Puglia dalla Capitanata fino alla Murgia, con la promessa di coinvolgere almeno 5.000 produttori che avranno la possibilità di “recuperare” i maggiori costi di produzione, derivanti dall’alta percentuale di uva specifica, con un maggior costo della singola bottiglia immessa sul mercato.
Entrambi i vini denominati Riserva (Rosso e Nero di Troia), inoltre, prima della loro commercializzazione devono essere sottoposti a un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno 2 anni di cui almeno 8 mesi in botti di legno, a decorrere dal 1° novembre dell'annata di produzione delle uve.
Sono 18, comunque, i comuni direttamente interessati alla determinata produzione, ovvero Lucera, Troia, Torremaggiore, San Severo, San Paolo Civitate, Apricena, Foggia, Orsara di Puglia, Bovino, Ascoli Satriano, Ortanova, Ordona, Stornara, Stornarella, Cerignola, Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia e Barletta, entro cui devono avvenire anche le operazioni di vinificazione e invecchiamento, con deroghe sui comuni direttamente confinanti.
Un territorio, quindi, talmente vasto che di problemi ne aveva comportati parecchi, sia di natura campanilistica ma anche strettamente commerciale e produttiva, in apparente contrasto con il Consorzio Castel del Monte che in realtà fa grande uso del vitigno ma piuttosto lontano dalla sua definizione geografica iniziale. L’oggetto del contendere era proprio la “territorialità” dell’uva che ne indicava una, ovvero il Foggiano, mentre il grosso della produzione avveniva e avviene in un’altra, ossia la terra barese. Da qui è nata una strisciante querelle che è andata avanti per anni, con il risultato di penalizzare le potenzialità di un grande prodotto vitivinicolo, tutto da valorizzare e promuovere adeguatamente.
Il ministero ha ovviamente stabilito quali devono essere le principali caratteristiche dei nuovi vini doc, a partire dal colore che viene indicato come “rosso rubino più o meno intenso, talvolta con riflessi tendenti al granato”, mentre l’odore deve essere “caratteristico, intenso, fruttato”, il sapore “secco o abboccato, caratteristico e armonico”. Qualche piccola variazione c’è per il rosato che avrà un colore meno intenso e un odore delicato e fruttato.
Il ministero ha ovviamente stabilito quali devono essere le principali caratteristiche dei nuovi vini doc, a partire dal colore che viene indicato come “rosso rubino più o meno intenso, talvolta con riflessi tendenti al granato”, mentre l’odore deve essere “caratteristico, intenso, fruttato”, il sapore “secco o abboccato, caratteristico e armonico”. Qualche piccola variazione c’è per il rosato che avrà un colore meno intenso e un odore delicato e fruttato.
Ai fini delle etichette dei vini, confezionabili solo in bottiglie e non in dame e damigiane, il disciplinare permette il ricorso a indicazioni geografiche e toponomastiche che facciano riferimento a comuni, frazioni, aree, fattorie e località comprese nella zona di produzione stabilita. Sono 23, infatti, i luoghi precisi e indicati espressamente dal Comitato come culle del vitigno Nero di Troia sui territori selezionati: Valle Scodella, Valleverde, Mortellino, Posta Crusta, Vigna Cenerata, Montecigliano, Cuparoni, Terra dei Bisi, Quarto, I Parioni, Coppa Malva, Terra di Corte, Quadrone delle Vigne Agro di Foggia Santa Chiara Agro di Foggia, Marchesa Agro di Lucera, Masseria Celentano Agro di Lucera, Guado San Leo Agro di San Severo, Tenuta Coppanetta Agro di San Severo, Incoronata Agro di Foggia, Posta Uccello Agro di Cerignola, Risicata Agro di Cerignola, Torre Alemanna Agro di Cerignola, Tenuta Capaccio Agro di Orsara. (Luceraweb)
Riccardo Zingaro
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