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giovedì 16 maggio 2013

BARLETTA : Il bilancio 2012 dell’azienda BARSA si è chiuso con un attivo di quasi 400.000 euro


Pochi giorni fa il presidente della Barsa il Dott. Dibitonto ,attraverso un comunicato stampa, ha affermato che il bilancio 2012 dell’azienda si è chiuso con un attivo di quasi 400.000 euro.
Inoltre ha dichiarato che a marzo scorso si è chiusa l’istruttoria del progetto per la realizzazione di un impianto per la selezione del secco differenziabile prodotto dalla città di Barletta,previsto nel piano industriale 2010-2012.
Il Dott. Dibitonto non può emettere un comunicato in cui annuncia un attivo nel bilancio 2012 senza poi aggiungere come l’azienda utilizzerà questa somma,se è vincolata ad investimenti ben precisi,se sarà scongiurato per sempre il rischio di licenziamento per 15 unità lavorative,come annunciato dall’azienda nei mesi scorsi.
Anche sulla questione dell’impianto per trattare la frazione secca, crediamo si debba fare un po’ di chiarezza,vista la totale approssimazione.
Più volte in passato abbiamo affermato che nella gestione del ciclo dei rifiuti e quindi della possibilità di coniugare la questione occupazionale con quella ambientale,la Barsa dovesse avere un ruolo centrale perché rappresenta una delle realtà produttive più importanti della città.
Purtroppo ci siamo trovati di fronte ad un muro di gomma non solo da parte dell’amministrazione precedente,ma anche da parte dell’attuale dirigenza della Barsa,soprattutto per quanto riguarda la nostra proposta di adesione alla Strategia Rifiuti Zero,che oggi è diventata a livello nazionale una proposta di legge promossa da movimenti e comitati.
Una legge che, vogliamo ricordarlo, ha come linee direttrici quelle di far rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta,riducendo la nostra “impronta ecologica” tramite l’eliminazione degli sprechi,la riduzione dei rifiuti,il riuso dei beni a fine vita,il riciclaggio e minimizzando,tendendo a zero,lo smaltimento,il recupero di energia e il recupero di materia diversa dal riciclaggio.
Oggi invece scopriamo che nel Piano Industriale 2010-2012 c’è un progetto per la realizzazione di un impianto per il trattamento della frazione secca differenziabile.
Vorremmo capire se questo progetto nasce da una iniziativa dell’attuale dirigenza della Barsa,oppure è stato concordato con l’amministrazione Maffei.
Inoltre vorremmo chiedere al presidente della Barsa Dibitonto se per caso c’è stato un refuso di stampa per quanto riguarda il termine differenziabile.
Perché se c’è stato un errore ci troveremmo di fronte ad un impianto che tratta la frazione secca indifferenziata per produrre CDR(combustibile da rifiuti)che verrebbe poi bruciata all’interno di Inceneritori e/o Cementifici.
Se invece non c’è stato errore significa che nella nostra città ci sarà un impianto per la selezione della frazione secca destinata a riciclo.
Ma anche su questo punto sorgono tutta una serie di interrogativi,perché realizzare un impianto di questo tipo quando la nostra raccolta differenziata ha percentuali bassissime,intorno al 20%?
Che quantità di frazione secca andiamo a differenziare?Rischiamo di avere un impianto che funziona poco e  non garantisce nessuna opportunità di sviluppo e riduzione dei costi, come invece affermato dal Presidente.
Soprattutto ci chiediamo come si riesca a coniugare questo progetto con la nascita degli ARO(Ambito Raccolta Ottimale)in cui la nostra città insieme ai Comuni di Trani e Bisceglie avrà nei prossimi mesi un unico gestore per quanto riguarda lo spazzamento,la raccolta e il conferimento dei rifiuti.
Sulle questioni da noi sollevate vorremmo delle risposte chiare non solo dalla dirigenza della Barsa,ma anche da parte del Commissario prefettizio.

Angelo Dileo-Collettivo EXIT 

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