Pochi giorni fa il presidente
della Barsa il Dott. Dibitonto ,attraverso un comunicato stampa, ha affermato
che il bilancio 2012 dell’azienda si è chiuso con un attivo di quasi 400.000
euro.
Inoltre ha dichiarato che a
marzo scorso si è chiusa l’istruttoria del progetto per la realizzazione di un
impianto per la selezione del secco differenziabile prodotto dalla città di
Barletta,previsto nel piano industriale 2010-2012.
Il Dott. Dibitonto non può
emettere un comunicato in cui annuncia un attivo nel bilancio 2012 senza poi
aggiungere come l’azienda utilizzerà questa somma,se è vincolata ad
investimenti ben precisi,se sarà scongiurato per sempre il rischio di
licenziamento per 15 unità lavorative,come annunciato dall’azienda nei mesi
scorsi.
Anche sulla questione
dell’impianto per trattare la frazione secca, crediamo si debba fare un po’ di
chiarezza,vista la totale approssimazione.
Più volte in passato abbiamo
affermato che nella gestione del ciclo dei rifiuti e quindi della possibilità
di coniugare la questione occupazionale con quella ambientale,la Barsa dovesse avere un ruolo
centrale perché rappresenta una delle realtà produttive più importanti della
città.
Purtroppo ci siamo trovati di
fronte ad un muro di gomma non solo da parte dell’amministrazione precedente,ma
anche da parte dell’attuale dirigenza della Barsa,soprattutto per quanto
riguarda la nostra proposta di adesione alla Strategia Rifiuti Zero,che oggi è
diventata a livello nazionale una proposta di legge promossa da movimenti e
comitati.
Una legge che, vogliamo
ricordarlo, ha come linee direttrici quelle di far rientrare il ciclo
produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta,riducendo
la nostra “impronta ecologica” tramite l’eliminazione degli sprechi,la
riduzione dei rifiuti,il riuso dei beni a fine vita,il riciclaggio e
minimizzando,tendendo a zero,lo smaltimento,il recupero di energia e il
recupero di materia diversa dal riciclaggio.
Oggi invece scopriamo che nel
Piano Industriale 2010-2012 c’è un progetto per la realizzazione di un impianto
per il trattamento della frazione secca differenziabile.
Vorremmo capire se questo
progetto nasce da una iniziativa dell’attuale dirigenza della Barsa,oppure è
stato concordato con l’amministrazione Maffei.
Inoltre vorremmo chiedere al
presidente della Barsa Dibitonto se per caso c’è stato un refuso di stampa per
quanto riguarda il termine differenziabile.
Perché se c’è stato un errore
ci troveremmo di fronte ad un impianto che tratta la frazione secca
indifferenziata per produrre CDR(combustibile da rifiuti)che verrebbe poi
bruciata all’interno di Inceneritori e/o Cementifici.
Se invece non c’è stato
errore significa che nella nostra città ci sarà un impianto per la selezione
della frazione secca destinata a riciclo.
Ma anche su questo punto
sorgono tutta una serie di interrogativi,perché realizzare un impianto di
questo tipo quando la nostra raccolta differenziata ha percentuali bassissime,intorno
al 20%?
Che quantità di frazione
secca andiamo a differenziare?Rischiamo di avere un impianto che funziona poco
e non garantisce nessuna opportunità di
sviluppo e riduzione dei costi, come invece affermato dal Presidente.
Soprattutto ci chiediamo come
si riesca a coniugare questo progetto con la nascita degli ARO(Ambito Raccolta
Ottimale)in cui la nostra città insieme ai Comuni di Trani e Bisceglie avrà nei
prossimi mesi un unico gestore per quanto riguarda lo spazzamento,la raccolta e
il conferimento dei rifiuti.
Sulle questioni da noi
sollevate vorremmo delle risposte chiare non solo dalla dirigenza della
Barsa,ma anche da parte del Commissario prefettizio.
Angelo Dileo-Collettivo EXIT
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