Quello che i consiglieri comunali hanno votato nella scorso
consiglio comunale erano una serie di provvedimenti che incideranno fortemente
sulla vita materiale delle fasce più deboli della popolazione.
Infatti con il voto favorevole dei consiglieri si è materializzato
in Consiglio Comunale un partito unico
della crisi e dell’austerity all’interno della maggioranza guidata dal Sindaco
Cascella che ha deciso di far pagare gli effetti devastanti della crisi
economica interamente ai cittadini. Non solo nell’immediato, attraverso una
serie di aumenti, ma anche scaricandone il peso sulle future generazioni
attraverso la privatizzazione di porzioni di patrimonio pubblico.
Nelle prossime settimane ci troveremo una serie di aumenti
sia per la Tares
che per l’Irpef, aumenti che andranno a colpire pesantemente i lavoratori
dipendenti, i pensionati, i piccoli commercianti, aggravandone le già fragili condizioni di vita.
Proprio sulla Tares, nella sua componente che riguarda i
rifiuti, in Consiglio Comunale abbiamo toccato con mano l’inadeguatezza
dell’assessore all’ambiente Pisicchio, incapace di dare risposte adeguate per
quanto riguarda il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti.
Da tempo come Collettivo all’interno del Coordinamento
Rifiuti Zero abbiamo posto sul tavolo dell’assessore l’adozione della Strategia
Rifiuti Zero con la necessità di coinvolgere nel progetto i commercianti attraverso
una serie di incentivi e di prevedere
per tutti il passaggio dalla tassa alla tariffa attraverso un principio molto
semplice: più differenzi e meno paghi.
Anche il voto favorevole al piano di alienazione e
valorizzazione degli immobili da parte della maggioranza, nonostante l’impegno
preso dal Sindaco nel redigere un nuovo piano e un nuovo regolamento (impegno preso esclusivamente
a parole e non inserito come emendamento all’ordine del giorno) dimostra quanto
il centro-sinistra sia pervaso dall’idea che i beni comuni, patrimonio della
collettività, debbano essere soggetti ad un processo di smantellamento e
privatizzazione.
Non si può continuare ad utilizzare i beni comuni come cassa
da cui attingere risorse per sopperire a un disastro finanziario frutto di
decennali politiche fallimentari creato dalla stessa classe politica che ora ci
chiede sacrifici.
Come più volte abbiamo denunciato, questo avviene in una
città dove mancano spazi sociali,dove non vengono valorizzati i percorsi di
cooperazione, dove ancora una volta il partito della speculazione è più forte
di qualsiasi esigenza collettiva.
Per questo come Collettivo EXIT, insieme ad altre realtà
sociali, abbiamo deciso di promuovere un percorso di mobilitazione contro
questi provvedimenti, ricordando a chi governa la città che Barletta non si
svende.
Francesco
Caputo-Collettivo EXIT
Nessun commento:
Posta un commento