IL
PIANO DEL COMMERCIO HA SOLO PEGGIORATO LA SITUAZIONE.
SE
NE E’ PARLATO IN PUBBLICA RIUNIONE MENTRE IN TUTTI I COMUNI DELLA
BAT, DA BISCEGLIE A TRANI, DA ANDRIA A CANOSA, MINERVINO E TUTTI GLI
ALTRI, VIOLATO IL CODICE DEL COMMERCIO REGIONALE.
IL
SISTEMA DEI CONTROLLI IMPOTENTE DI FRONTE AL DILAGARE DEL FENOMENO
MENTRE I COMUNI NON HANNO MAI PREDISPOSTO LE AREE PREVISTE DALLA
LEGGE.
NIENTE
PIU’ SOSTE PER LA VENDITA IN STRADA MA SOLO PERCORSI O AREE
ATTREZZATE.
CHE
FINE HANNO FATTO LE DISPOSIZIONI PREFETTIZIE IN MATERIA DI ABUSIVISMO
COMMERCIALE?
L’intero
sistema del commercio anche in Puglia, soprattutto in Puglia è sotto
attacco e vive una condizione di assoluto disorientamento. Il nuovo
Codice del Commercio, quello approvato frettolosamente e senza alcuna
forma di consultazione, peraltro impugnato dal Consiglio dei Ministri
quindi a rischio decadenza, trova applicazione a seconda degli umori
e delle volontà di amministratori, politici e burocrati i quali, di
volta in volta, scelgono a proprio piacimento quale sia la strada
“più conveniente” per operare, magari cercando di compiacere, a
seconda dei casi, chi ancora concepisce anche il sindacato come la
politica cioè un dispensatore di clientelismo e di favoritismo. Un
marasma di provvedimenti che andrebbero tutti impugnati per
illegittimità – fanno sapere da UNIBAT.
Una
realtà complessa e resa volutamente complicata al punto da rendere
difficilissimo operare in un sistema di norme disapplicate o mal
applicate.
Quello
dell’abusivismo commerciale e delle vendite per strade è un
problema tanto vecchio quanto ormai incancrenitosi visto che le
amministrazioni non hanno mai saputo affrontare la situazione con le
soluzioni opportune e continuano altresì a violare anche le recenti
disposizioni prefettizie proprio in materia di abusivismo
commerciale.
Politici
e burocrati hanno preferito far degenerare il fenomeno al punto da
creare la situazione che è sotto gli occhi di tutti con conseguenze
anche dal punto di vista igienico-santario.
Per
quanto riguarda il territorio della Provincia Barletta Andria Trani
quello delle vendite di prodotti, soprattutto alimentari ed
ortofrutta, su strada è un fenomeno che tocca il top in senso di
negatività e ad appuntarsi la medaglia patacca è il comune di
Barletta dove la rabbia e le rimostranze dei venditori “regolari”
che operano nei mercati, nei mercatini organizzati ed a sede fissa si
sono anche alzate forti, fortissime anche recentemente nel corso
dell’incontro pubblico lo scorso 7 giugno in viale Marconi dove
anche le autorità locali, intervenute al simposio, hanno preso atto
di una situazione drammatica che degenera di giorno in giorno e crea
un allarme sociale di enormi proporzioni con conseguenze
imprevedibili ma reali.
A
nulla è servito a Barletta approvare dopo oltre 13 anni di ritardo
un Piano del Commercio messo in discussione dalle Associazioni di
Categoria ed in primis da UNIMPRESA BAT la quale, sganciata dalle
logiche di chi cambia idea a seconda di convenienze ed opportunismi,
aveva da subito analizzato la situazione e prospettato ciò che oggi
sta accadendo cioè il caos totale. Anche nel corso dell’audizione
nella Commissione consiliare barlettana i massimi responsabili
dell’Associazione di Imprese relazionò dettagliatamente ed indicò
anche le strade da percorrere per la soluzione delle problematiche ma
il Consiglio Comunale preferì tapparsi il naso e procedere con
l’approvazione di uno strumento che nello stesso consiglio venne
giudicato inadeguato e nato già obsoleto, oggi disapplicato in molte
parti e per nulla confacente rispetto, invece, al Piano Strategico
richiesto proprio dalla Regione Puglia. Quindi tutto da rifare, a
vantaggio di chi? Chi ha tratto e trarrà beneficio da queste
“operazioni”? Stessa condizione in tutti gli altri comuni che si
trovano ad operare con piani scaduti e da rifare ma i tempi sono
cambiati e tutta la mole di denaro gettata via per compiacenti
consulenti del passato ora non ci sono più quindi tutto bloccato.
Oggi
in tutti i Comuni della Bat, da Bisceglie a Trani, da Andria a
Canosa, Minervino e tutti gli altri continua la palese e spudorata
violazione delle norme previste dal vigente Codice del Commercio
regionale il quale ha previsto, all’art. 31 - Esercizio
dell’attività in forma itinerante di tipo B, comma 4 che:
“l’esercizio del commercio in forma itinerante permette di
effettuare soste per il tempo necessario a servire la clientela e,
con divieto di posizionare la merce sul terreno o su banchi a terra,
nel rispetto delle vigenti normative igienico sanitarie.”
Quindi
la nuova norma sostituisce la precedente disposizione che consentiva,
invece, a questo tipo di attività, di poter sostare per un certo
periodo di tempo nello stesso luogo e poi spostarsi in altro luogo
per altrettanto tempo.
Visto
che oggi non è più possibile esercitare le vendite per strada in
forma stanziale, come avviene dappertutto, cosa farà questo esercito
di venditori che per anni, per decenni ed ancora oggi vendono agli
angoli e lungo le strade cittadine con sosta permanente ma con
licenza di tipo B itinerante da sottoporre alla nuova disciplina?
Se
Barletta guadagna il “premio” del commercio abusivo su strada, è
anche vero che è quello che perlomeno ha realizzato una rete di
mercatini in città anche se hanno bisogno di una profonda
riqualificazione, come dovrebbe avvenire per quello di Borgovilla sul
quale proprio Unibat ha presentato fattibili idee di riqualificazione
nel contesto socio-urbano.
Sempre
lo stesso Articolo di legge, al comma 6, recita: “I singoli comuni,
anche mediante accordi con altri comuni, possono individuare appositi
percorsi e aree ove la permanenza degli operatori itineranti non e
sottoposta a vincoli temporali, o a determinate condizioni o in
particolari orari.”
A
distanza di un oltre un anno da quelle disposizioni nulla ma proprio
nulla si muove e la situazione degenera di giorno in giorno e nessuno
interviene.
Area
Comunicazione
UNIMPRESA BAT
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