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News dalle Città della BAT

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venerdì 12 maggio 2017

ANDRIA : CHIUDE ANCHE LA CAMERA DI COMMERCIO

Giovedì 11 maggio sono stati i commercianti a sede fissa del Quartiere Europa, aderenti al Comitato, a chiamarmi ad intervenire in qualità di Coordinatore, per approfondimenti circa l’annuncio della chiusura definitiva della sede decentrata della Camera di Commercio ubicata proprio nel popoloso quartiere cittadino. Immediata la reazione e la richiesta di chiarimenti proprio presso la sede della Camera ove mi sono recato immediatamente. La notizia diventa ufficiale dunque anche la Camera di Commercio, dopo l’Agenzia delle Entrate ed altri importanti uffici pubblici, lascia la città di Andria. Già nel 2016, ed anche ancor prima, come riportato dagli Organi di Informazione, nella mia qualità di Presidente dell’Associazione di Categoria UNIMPRESA BAT e di componente effettivo eletto della 3^ Consulta delle Attività Produttive, Libere Professioni e Consumatori e Utenti avevo preannunciato ciò che si stava ancora una volta consumando ai danni della città federiciana, invitando i cosiddetti “rappresentanti” del territorio ed in particolare di Andria, che occupano ancora oggi posti prestigiosissimi proprio nella stessa Camera di Commercio di Bari, pur rappresentando percentuali insignificanti rispetto al numero delle imprese iscritte al Registro, ad intervenire ed a far conoscere pubblicamente quali fossero le intenzioni dell’Ente a proposito del funzionamento dello Sportello di Andria. Nulla di nulla, mentre hanno continuato a “deliberare”. Eppure la città di Andria era già stata beffata nel non vedersi riconosciuta l’istituzione della Camera di Commercio della Bat, pur avendone numeri e requisiti ma una politica maldestra, condizionata, succube e poco propensa all’interesse generale e diffuso si fece sopraffare da azioni polisindacaliste che fecero di tutto perché quel’istituzione non ci fosse, con fortissime penalizzazioni per gli utenti cioè i commercianti e le imprese che poi finanziano la Camera di Commercio di Bari che non può assolutamente dirsi in crisi economica viste le continue ed inarrestabili deliberazioni di privilegi e di fondi pubblici destinati proprio a quelle associazioni ed alle società di capitali, riferimento di coloro che siedono in corso Cavour. Una beffa dopo l’altra che vede, anche in questa circostanza, prevalere un senso di rassegnazione, di silenzio, di commistione che lasciano indignati ed increduli. Sembra che in questo territorio nessuno più voglia “compromettersi”; che tutti abbiano paura, timori di ripercussioni, di perdere privilegi quindi una rinuncia espressa ad esercitare anche semplicemente l’impegno civico che dovrebbe essere dovere morale di ciascun buon cittadino. Tutto ciò è ancora più preoccupante perché accentua quel crescente stato di degrado e di miseria culturale e professionale che stanno continuano ad indirizzare questo territorio verso una palude senza scampo. Noi vogliamo continuare ad essere altro, ben altro ed è per questo che pur avendo molti più titoli di altri, su quelle poltrone rosse abbiamo deciso di rinunciare a stare comodamente seduti. Intanto la sede decentrata di Barletta viene “salvata”.



*Presidente UNIBAT

lunedì 31 ottobre 2016

TRANI : La discarica non può essere definitivamente e formalmente chiusa

Negli ultimi giorni si sono succedute  ancora una volta informazioni contradditorie e speculazioni ideologiche di modo da imporci di fare chiarezza sulla vicenda. La discarica non può essere definitivamente e formalmente chiusa,  nè per provvedimento del Sindaco o del Consiglio Comunale,  né per decisione della Regione, né con referendum popolare o con la raccolta di firme, ma unicamente all’esito di una precisa procedura e solo dopo che l'ente territoriale competente al rilascio dell'autorizzazione abbia eseguito un'ispezione finale sul sito, abbia valutato tutte le relazioni presentate dal gestore e comunicato a quest'ultimo l'approvazione della chiusura. Vi è un preciso complesso e lungo iter imposto dalla legge italiana e dalla normativa europea di riferimento, onde evitare  una chiusura “ in fretta e furia” e che non tenga conto delle esigenze successive di  manutenzione, della sorveglianza e del controllo nella fase di gestione post-operativa, per tutto il tempo durante il quale la discarica può comportare rischi per l'ambiente dalla legge previsti in trenta anni ma possibilmente  persistenti per  un periodo ancora più lungo. Tale obbligo di legge coincide con l’approccio scientifico di Legambiente e con la necessità che si compiano tutti gli adempimenti di legge essenziali alla chiusura ed al post esercizio della discarica, ed in tal senso coerentemente ai principi di precauzione e prevenzione la metodologia di calcolo da applicare  per lo studio dei rischi legati alla chiusura della discarica deve essere quella di tipo probabilistico prevedendosi  valori casuali e parametri in input incerti che possano verificarsi in futuro ed in funzione delle loro distribuzioni di probabilità e per ognuno di essi deve calcolarsi un valore di rischio che dovrà poi tracciare il percorso precauzionale per gli anni a venire evitando l’improvvisa esplosione della bomba ecologica che una discarica dismessa rappresenta. Il modello di calcolo di tipo deterministico adottato da alcuni autoproclamatisi esperti o demagoghi nell’ancorarsi di volta in volta ai parametri negativi accertati su sito della discarica rischia di non considerare tutte le future varianti e di provocare una chiusura formale della discarica con l’adozione di misure di bonifica contingenti che in realtà lascerebbero un “vulcano attivo” covare ancora sotto le ceneri della dismessa discarica.
E’ essenziale che il futuro della dismessa discarica sia affidato alla Città di Trani ed alla consapevolezza dei suoi cittadini coerentemente alle norme precauzionali imposte dalla legge che con rigido criterio governa la chiusura di una discarica. Urgono una pianificazione ed uno studio adeguato che tengano conto di ogni esigenza e problematica attuale come futura: dalla chiusura del “pozzo spia” PV6 possibile veicolo di inquinamento in falda, al risanamento delle pareti di contenimento,  alla razionale captazione di pergolato  e biogas alla necessità logica e normativa di colmare il bacino ove insistono i lotti della discarica. Infatti nella consapevolezza che i tre attuali lotti della discarica costituiscano un unico insieme che a sua volta si riconduce al fantomatico lotto 2bis, Legambiente Trani si chiede come possa evitarsi che il percolato si muova tra i tre lotti e raggiunga il quarto lotto 2 bis e soprattutto come si intenda colmare il bacino della ex cava posto che legge e logica scientifica impongono che la discarica cessata la sua funzione quindi avviata alla chiusura raggiunga il piano campagna per essere ricoperta da terreno vegetale e piantumata opportunamente con specie vegetali in grado di abbattere ulteriormente i fenomeni inquinanti. Devono essere poste al bando tutte le forme di verità assoluta ed intransigenza ideologica e ricercate soluzioni tecniche adeguate e permanenti in sinergia con il comparto territoriale, ipotizzandosi magari conferimenti di inerti, da parte delle industrie di lavorazione del marmo o impianti di compostaggio o altre soluzioni ragionevoli che soprattutto evitino che interventi urgenti e straordinari  esauriscano i fondi di post esercizio lasciando il territorio solo ad affrontare le incertezze di un futuro regalatoci dalla presenza di cave reimpiegate come discariche.

rifiuti sono tra i  problemi economici e ambientali della attuale  società industriale, una realtà parallela  rispetto a quella delle merci. Ci si compiace della produttività, non si rinuncia al consumo e nel contempo si lanciano invettive per i danni ambientali causati dai rifiuti il quali  rappresentano una presenza pervasiva negli stili di vita contemporanei. Solo affrontando il problema dei rifiuti alla radice senza fare affidamento sul mero smaltimento sarà possibile in futuro ipotizzare un vivere diverso ed un'organizzazione sociale basata su un maggior rispetto di se, degli altri e dell'ambiente. Un gruppo di volontari ambientalisti non può da solo provocare una inversione culturale in una città come Trani. Tuttavia e tenendo fede ad un impegno già assunto con la Commissaria Straordinaria Legambiente Trani si sta adoperando nelle scuole, con i migranti, con i detenuti  e con l’ausilio dei volontari dei cantieri sociali per promuovere concretamente interventi ed esperienze di raccolta differenziata. E’ essenziale che AMIU ed Istituzioni procedano con slancio e reale orientamento  e che tutti coloro che vogliono, non solo per proclami, che a Trani si segni una inversione di rotta nella gestione dei rifiuti si adoperino concretamente operando ed informando la cittadinanza la quale non cambierà atteggiamento solo per una delibera del consiglio comunale  o per una raccolta di firme. Non vi è alcuna provocazione in tali parole ma la consapevolezza di chi da oltre trenta anni si confronta con il “torpore” dei  cittadini tranesi  per i quali sarà essenziale un adeguato percorso preparatorio alla raccolta differenziata porta a porta ed in tal senso si invoca il contributo di tutti coloro che dichiarano di avere a cuore le sorti del nostro territorio.  Analogo invito alla unità e nel contempo ad un approccio scientifico viene formulato per affrontare la problematica della  chiusura della discarica comunale evitando il rischio che “l’emergenza chiusura” generi un disastro maggiore di quello causato dalla “emergenza apertura”.

martedì 27 settembre 2016

TRANI : DISCARICA, DISPOSTA DAL SINDACO LA CHIUSURA DEI 3 LOTTI

Il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, ha firmato un’ordinanza di chiusura immediata dei 3 lotti della discarica di rifiuti solidi urbani sita in contrada Puro Vecchio. I contenuti del provvedimento e le motivazioni che l’hanno ispirato saranno al centro di una conferenza stampa convocata per domani, martedì 27 settembre, alle ore 12 presso la sala Giunta del Comune di Trani. Alla conferenza parteciperà il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, l’assessore all’ambiente del Comune di Trani, Michele Di Gregorio. Compatibilmente con la seduta di Consiglio regionale già programmata, è inoltre prevista la presenza dell’assessore regionale all’ambiente, Domenico Santorsola.

mercoledì 28 gennaio 2015

ANDRIA : Chiusura Euronics, non c’è l’accordo. Lavoratori e sindacati non si arrendono

Si conclude con un verbale di mancato accordo l’incontro tra Filcams e Media Puglia Due, società che gestisce il punto vendita a marchio Euronics di Andria. Sindacati: “Disponibili alla mediazione”.

Sindacati e lavoratori non si arrendono e tentano soluzioni alternative per scongiurare la chiusura del punto vendita a marchio “Euronics” presente nel centro commerciale “Mongolfiera” di Andria. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un incontro tra la Filcams Cgil Bat, una delegazione di lavoratori ed il legale rappresentante della società Media Puglia Due dopo la proceduta di licenziamento collettivo avviata dall’azienda per chiusura dell’attività determinata dal calo del fatturato e dalla difficoltà di sostenere i costi del personale e della gestione complessiva del punto vendita.
Il tavolo si è concluso con un verbale di mancato accordo: la società ha evidenziato, infatti, di non avere la possibilità di ricollocare i lavoratori in altri punti vendita perché, oltre a quello di Andria, l’altro di Monopoli è stato chiuso nel 2014.
“Abbiamo preso atto delle dichiarazioni portate al tavolo dal datore di lavoro – spiega Tina Prasti, segretaria Filcams Cgil Bat – pur avendo ribadito fino all’ultimo la nostra richiesta di ricollocare i venti lavoratori licenziati in altri punti vendita appartenenti al gruppo salvaguardando i livelli occupazionali. Nel frattempo noi della Filcams, insieme alla Cgil Bat ed ai lavoratori, cercheremo di mettere in atto tutte le azioni finalizzate a tentare di far venire meno i presupposti che hanno portato l’azienda alla decisione di chiudere il punto vendita in questione”.
“Siamo pronti – aggiunge Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – a provare qualsiasi strada per evitare la chiusura: la nostra idea è che si può tenere aperto il punto vendita, così l’azienda potrà proseguire la sua attività e venti persone non perderanno il lavoro. Noi vorremmo, dunque, stare dalla stessa parte del tavolo perché siamo convinti che insieme possiamo salvare i dipendenti e quindi chiediamo aiuto a tutte le istituzioni che possono e devono intervenire, affinché, ognuno per quelle che sono le proprie possibilità, si adoperi per bloccare quest’altra sequenza di licenziamenti, l’ennesima nel nostro territorio. Siamo disponibili alla mediazione pur di non perdere neanche un solo posto di lavoro”.
Michela Alicino

Ufficio Stampa Cgil Bat

sabato 25 ottobre 2014

ANDRIA : "Viva2014!": la Misericordia chiude in viale Crispi

Evento informativo a cura dei volontari del Centro di Formazione Regionale

Sarà la centralissima viale Crispi ad Andria, la location dell'ultimo appuntamento dedicato alla diffusione alla cittadinanza delle informazioni per la rianimazione cardiopolmonare volute nell'ambito della Settimana "Viva! 2014", evento promosso dall'IRC (Italian Resuscitation Council) in collaborazione con una moltitudine di associazioni di volontariato sui diversi territori italiani. E dopo i tantissimi eventi formativi promossi dal Centro di Formazione Regionale delle Misericordie di Puglia, la Confraternita Misericordia di Andria sarà protagonista di un evento di massima diffusione aperto a tutti i cittadini gratuitamente. Domenica 26 ottobre, infatti, a partire dalle ore 18, vi sarà uno stand allestito appositamente nella zona pedonale di viale Crispi.

I volontari andriesi, istruttori qualificati IRC, uno dei due enti certificatori per quel che concerne tutti i corsi formativi di primo soccorso, daranno informazioni e permetteranno di sperimentare praticamente il primo approccio con le tecniche di salvamento e di primo intervento in caso di malore. Obiettivo è quello di rilanciare forte il messaggio che prevede la necessità di esser consapevoli degli interventi da effettuare in caso di emergenza. Un cittadino informato può salvare una vita od agevolare l'arrivo dei soccorsi professionali. L'evento, che vede il patrocinio della Provincia di Barletta Andria Trani e del Comune di Andria, chiude la campagna "Viva! 2014" del Centro di Formazione Regionale delle Misericordie di Puglia, che a partire dal 7 ottobre ha formato ed informato gratuitamente dipendenti di enti pubblici di diversi comuni di Puglia, forze dell'ordine, istruttori sportivi, atleti e dipendenti e genitori di alcuni istituti scolastici per un totale di circa 200 persone.
Evento da non perdere che nei prossimi giorni vedrà la prosecuzione sui territori di corsi più specifici di BLS-D, BLS e PBLS, per i diversi interventi e le diverse certificazioni su cui i volontari delle Misericordie proseguono il loro lavoro di formazione.  
Ufficio Stampa – Misericordia Andria

Dott. Pasquale Stefano Massaro

venerdì 24 ottobre 2014

BARLETTA : RISCHIO CHIUSURA CANTINA SPERIMENTALE. UN INCONTRO A PALAZZO DI CITTÀ

Questa mattina a Palazzo di Città il Sindaco Pasquale Cascella e la dirigente Santa Scommegna hanno incontrato il Direttore dell’Unità di ricerca per l’uva da tavola e vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Turi, Donato Antonacci, e una rappresentanza dei ricercatori e dei dipendenti della Cantina Sperimentale di Barletta, annessa a quella struttura, che da anni è attiva nella ricerca e selezione delle varietà di uva da tavola e da vino del territorio.
L’incontro ha affrontato il rischio di chiusura, a seguito della riorganizzazione delle strutture e alla riduzione dei finanziamenti pubblici, da contrastare puntando sullo sviluppo dei progetti di ricerca in corso a Barletta, sul recupero di sperimentazioni già avviate e sullo sviluppo di nuovi progetti in grado di valorizzare le produzioni locali e di sostenerle anche con sinergie con operatori privati del mondo agricolo.
Per il Sindaco Cascella “l’allarme sul rischio incombente di chiusura della Cantina Sperimentale deve essere raccolto con la forza propositiva del ruolo che la Cantina Sperimentale ha mostrato nel tempo di saper assolvere e delle potenzialità di crescita del settore vitivinicolo nel sud Italia che ha bisogno di essere sostenuto da adeguati progetti di ricerca nella nuova programmazione europea. Nell’assicurare che l’Amministrazione comunale assolverà alla propria parte, bisognerà coinvolgere tutte le istituzioni del territorio e le energie del settore per condividere l’impegno a salvare e rilanciare uno storico riferimento della ricerca nel mezzogiorno d’Italia”.


venerdì 29 agosto 2014

ANDRIA : CHIUSURA DELLA LIBRERIA GUGLIELMI E’ IL RISULTATO DI UN PROGRESSIVO DECLINO CULTURALE

La Libreria Guglielmi ad Andria chiude? Nessun silenzio assordante ma il forte chiassoso caos culturale che da troppi anni sta invadendo questa città e che ha fatto si che intere classi dirigenti, politiche, professionali, sindacali e di rappresentanza si assopissero completamente lasciando spazio, un enorme ed incontrastato spazio, alla futilità e al falso progresso di cui qualcuno arriva addirittura a compiacersene non rendendosi conto che la propaganda è arma assai ambigua e a doppio taglio. Esprimiamo la nostra solidarietà a chi ha avuto coraggio e senso di appartenenza e seppur senza l’affannosa ricerca di entrare a far parte di alcuni circuiti molto vantaggiosi, al punto che possono arrivare a salvarti dalla morte (aziendale) certa, ha continuato spesso nel silenzio, in quel silenzio intriso di cultura e di professionalità, a resistere in un sistema nel quale anche le aziende sono diventate “mordi e fuggi”, come tutto il resto e la brevità della loro esistenza ne è ampia e consolidata dimostrazione.
E’ vero, è difficile, molto difficile sopravvivere con un’impresa di quel genere senza diversificare ma come si può diversificare la cultura, mettendola insieme o al suo posto una cicchetteria o alcoleria?
E’ possibile, certo, ma non è “cosa da tutti” anche se enormemente diffusa ed economicamente vantaggiosa in questa città “sensibile alle mode” e poi chi è seriamente abituato ad alimentarsi e a dispensare libri e Cultura, come nel caso dei librai, difficilmente può somministrare sostanze alcoliche magari avendo come clienti abituali proprio quei minori che, nella nostra città, invece  avrebbero bisogno, tanto bisogno di imparare a vivere vite reali e non artificiali o condizionate.
Vicinanza quindi a chi ha perlomeno tentato di cambiare costumi e mentalità sicuramente riuscendoci in tantissimi casi e per molti decenni perché al contrario di quanto si pensi o di quello che si vorrebbe far pensare o peggio ancora di ciò che si vorrebbe far credere, questa è una città dove non tutti sono disposti e disponibili a cedere il passo alla falsa cultura ed ai suoi temporanei rappresentanti quindi alla solidarietà per una libreria che chiude vada tutto il nostro sostegno a chi ha la forza di resistere e l’auspicio che chi ha già dimostrato di saperlo e volerlo fare continui a farlo con le proprie forze.
Alle istituzioni l’invito a spalmare in modo di verso e differente quella solidarietà economica, che in taluni e ripetuti casi è stata anche di entità considerevole ed a non farla pendere troppo da certe parti lasciando completamente all’asciutto talune altre, come di fatto facilmente verificabile dagli atti pubblici. La cultura, anche la Cultura, in questa città non deve avere appartenenze altrimenti la chiusura sarà definitiva e non riguarderà solo qualche libreria ma le menti e i pensieri delle persone e questo sarebbe il più grande danno sociale che classi politiche e dirigenti spesso inadeguate, o peggio improvvisate, possano compiere e lasciare in eredità a questa Comunità ancora dormiente, in taluni casi.

                                                    
                                              

Associazione ”Io Ci Sono!” – Andria

sabato 23 agosto 2014

BISCEGLIE : Chiude con uno spettacolo scoppiettante il festival Dialogo di pace tra i popoli

  Parlava tutte le lingue la pizzica con cui si è conclusa ieri sera al Teatro del Mediterraneo di Bisceglie la kermesse Dialogo di pace tra i popoli, che ha reso la cittadina del nord barese importante crocevia internazionale di popoli e culture nel segno del dialogo per la pace dal 17 al 21 agosto. Ballata da tutti gli artisti partecipanti alla serata e dal pubblico sugli spalti come in una grande festa in segno di pace, la tipica danza pugliese ha chiuso la cinque giorni inizata domenica scorsa con “i suoni dal mondo” del concerto del grande artista partenopeo Enzo Avitabile. Promossa e patrocinata dal comune di Bisceglie, con l’organizzazione dall’Associazione culturale Mons. Pompeo Sarnelli e la direzione artistica di Floriana Savino, la manifestazione ha visto la presenza di delegazioni estere e artisti provenienti da Mediterraneo e Medio Oriente:Arabia Saudita, Kuwait, Giordania, Oman, Serbia, Italia, Qatar, Kuwait, Libia, Algeria, Emirati Arabi con un programma molto fitto tra cui qualche chicca come ad esempio la Via della poesia, reading di poesia di diversi autori provenienti da paesi arabi e dal bacino del Mediterraneo, accumunati dalla stessa passione per quest’arte che può essere medium culturale per propugnare gli ideali di pace nel mondo intero, come giustamente sottolineato dal primo cittadino della città di Bisceglie Francesco Spina. Ma ancora cortometraggi, danze arabe, spettacoli teatrali, performance di musica e danze folkloriche hanno messo in contatto in un’ottica di conoscenza e scambio culture apparentemente lontane anche per lingua ma importanti veicoli di pace e cooperazione tra popoli, poiché è dalla conoscenza della cultura di un Paese che si deve partire per il rispetto della pace. 
Una serata finale che ha interessato tutte le vie della città di Bisceglie con una splendida contaminazione artistico-culturale al fine di lanciare un messaggio di vera pace e solidarietà tra i popoli.  Si è partito con la parata di strada del gruppo The Benuonh Hobbyst Association of Oman che ha attraversato le vie del centro della città partendo da Piazza Vittorio Emanuele per raggiungere l’Auditorium Santa Croce nel centro storico, dove si sono proiettati cortometraggi in lingua araba alla presenza del vice sindacoVittorio Fata
E’ stato poi il Teatro Mediterraneo protagonista con “Le vie del Mediterraneo”, un viaggio attraverso le varie culture quali musica, danza, recitazione e poesia. Un susseguirsi di performance di artisti internazionali, esibitisi, ciascuno con la propria arte, senza soluzione di continuità nel proscenio del teatro: Khaled Ben Salah; le danze orientali del mondo arabo e berbero con Sabah Benziadi (Algeria) e il corpo di ballo El Kahina; the Benuonh Hobbyst Association of Sultan Qaboos Higher Centre For Culture & Science – Oman;  Khaled Gamash – Arabia Saudita;  Nicola Accettura; Abdulaziz Al Haddad – Kuwait; Majed Al Thobaity – Arabia Saudita; Zaccaria Gallo; Marco Tornese; Dragan Mraovic – Serbia; Osool Group of Artistic Production – Qatar; Massoud Al Hamdani–Oman. Una straordinaria contaminazione di luci, suoni, voci, danze e colori. Un evento epifanico di apertura e scoperta verso Paesi e culture altre.
L’amministrazione comunale nella persona del sindaco Francesco Spina ha inteso premiare l’Associazione culturale Pompero Sarnelli e il suo presidente Cav. Franco Massimiliano, che hanno organizzato la kermesse, spiegando che l’associazione dedicata al vescovo biscegliese Pompeo Sarnelli, con i forti principi di etica e radici cristiane diventa ponte funzionale e di coesione tra popoli a favore per la pace. Il presidente si è detto onorato della scelta dell’amministrazione per l’individuazione della associazione da egli rappresentata per l’organizzazione di Dialogo di pace tra i popoli. Premiata con una targa anche la direttrice artistica del festival, Floriana Savino, che si è occupata con impegno dei rapporti internazionali con i Paesi arabi in un momento storico difficile per gli assetti geopolitici di quei luoghi elaborando un fitto cartellone artistico.
Il sindaco ha evidenziato come sia importante verificare che l’idea del festival funzioni, auspicando che serva come messaggio di pace nel delicato scenario internazionale attuale.  Una Bisceglie che guarda al futuro nel segno dell’arte e della cultura - ha sottolineato Spina- con numerose opere pubbliche di rivalutazione del patrimonio storico-artistico della città, di aperture di musei, come quello dedicato al musicista Giuliani. Una Bisceglie che guarda al cinema e al teatro nazionale ed internazionale, che ha una forte visione d’insieme, e che da una parte rafforza le proprie tradizioni e dall’altra si apre al dialogo di pace tra popoli diversi.
Il primo cittadino ha poi salutato e premiato tutte le delegazioni dei Paesi ospitati ricambiato dai cadeau di quei Paesi al sindaco, al presidente del consiglio cittadino, Franco Napoletano e alla direttrice artistica floriana Savino, cui faranno seguito gli inviti istituzionali all’amministrazione comunale e agli artisti biscegliesi a visitare quei paesi in un’ottica di gemellaggio artistico-culturale, nella certezza che gli artisti sono i veri ambasciatori di cultura, così come sottolineato nel corso della serata dal dott. Raid Althobaity, responsabile della comunicazione e funzionario dell’ambasciata dell’Arabia Saudita a Roma e del Corriere d’Arabia.  
Mirabile e pregevole l’esibizione della cantante-musicista Adil Kaled e della ballerina Maud Payen. Una miscela emozionale di movimento fluido dato dalla danza contemporanea e dal corpo reso strumento di comunicazione della francese Maud Payen assieme alla voce affascinante dalle sonorità e modulazioni arabe di Adil Kaled. La loro esibizione ha letteralmente rapito il pubblico presente.
Scoppiettante poi la fine con la performance di chiusura del festival che ha coinvolto  tutti gli artisti presenti in una pizzica animata anche dalla danza Tanoura della ballerina e coreografa Sabah Benziadi.
Tanti artisti assieme, presentati mirabilmente da Tommaso Amato, per rendere omaggio e ringraziare l’ospitalità della città di Bisceglie e l’Amministrazione comunale nell’ottica di future cooperazioni e sinergie che proprio nella cittadina del nord barese hanno visto la luce.


lunedì 24 marzo 2014

TRANI : MERCATO DEL MARTEDI’ A RISCHIO CHIUSURA.

ECCO PERCHE’ DOBBIAMO INTERVENIRE, SUBITO.

DOMENICA MATTINA L’INCONTRO TRA IL PRESIDENTE DI UNIMPRESA BAT E I RESPONSABILI DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI POLIZIA DI STATO CHE PRESTANO SERVIZIO VOLONTARIO NEL MERCATO.

Sempre attualissimo il tema della riqualificazione e della messa in sicurezza del mercato settimanale del martedì di Trani. Con altissimo senso di responsabilità questo argomento a Trani è sempre d’attualità e tenuto sotto osservazione da parte delle Associazioni di Categoria attente e propositive. A distanza di alcune settimane dall’avvio del preziosissimo servizio prestato proprio all’interno dell’area mercatale di via Superga dai volontari dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato, la mattina di domenica scorsa il presidente di Unimpresa Bat, Savino Montaruli, si è fermato a lungo a discutere dell’argomento proprio con il responsabile dell’Associazione della Polizia di Stato e proprio con i volontari che prestano servizio nell’area mercatale.
Un approfondimento necessario visto che in ballo c’è la salute e l’incolumità delle persone, sia dei commercianti che dei consumatori quindi doveroso l’impegno dell’Associazione di Categoria affinché non si faccia come si sta facendo negli altri comuni dove si continua a sottovalutare situazioni di estremo disagio e pericolo.
Tornando alla situazione nel mercato di Trani bene, benissimo ha fatto il Sindaco RIserbato, coadiuvato dall’ottimo staff dell’Ufficio Commercio, il quale ha posto la questione al primo punto degli interventi di cui si occuperà anche il costituendo Comitato di Concertazione al quale hanno già aderito le Associazioni Confcommercio, Confesercenti, Unimpresa Bat, Cna Bat, Confartigianato, Cgil, Cisl, Uil. 
Mettere in sicurezza in particolare alcuni tratti del percorso mercatale e soprattutto predisporre e riattivare un’idonea Squadra Annonaria della Polizia Locale, unitamente alla predisposizione di punti di soccorso e di intervento, sono sicuramente i punti più importati che richiedono provvedimenti conseguenti che siano finalizzati alla risoluzione definitiva della problematica altresì legata anche alla situazione della viabilità sovrastante l’area mercatale, più volte oggetto di riflessioni e di sollecitazione di provvedimenti da parte dell’Anas. 
Il nostro auspicio – ha dichiarato Montaruli ai rappresentanti degli organi di informazione presenti anche per numerosi altri eventi collaterali e concomitanti che si sono svolti domenica nella città di Trani – è che vengano immediatamente superate incomprensioni che potrebbero ritardare processi amministrativi e di valenza politico-istituzionale che, al contrario, necessitano di provvedimenti coraggiosi e soprattutto condivisi. Riteniamo – ha proseguito Montaruli – che la volontà espressa dal Sindaco Riserbato di assumere provvedimenti importanti e qualificanti per il commercio tranese, a cominciare dalla programmazione turistica fino alla gravissima crisi del settore commercio e servizi, compresa la questione del mercato settimanale e la predisposizione di atti preliminari a soluzioni definitive, senza escludere quella del trasferimento totale in altra area urbana, vada sostenuta e resa attuabile, senza fibrillazioni politiche che, qualora persistenti, porterebbero unicamente al risultato di ritardare quei processi virtuosi che anche Trani deve immediatamente attuare, senza correre il rischio di cadere in quella condizione di apatia e di persistente inattività che sta continuando a caratterizzare negativamente il settore sviluppo economico nelle altre città, anche in quelle cocapoluogo che dovrebbero essere, invece, le più propositive e le più efficienti.

         

Segreteria Confederale
UNIMPRESA BAT

venerdì 28 febbraio 2014

BAT : IN POCHISSIMI ANNI DRAMMATICO CALO DEL NUMERO DELLE IMPRESE ATTIVE

I NUMERI PARLANO CHIARO E QUELLE OPPORTUNITA’ PERSE DIVENTANO IRRECUPERABILI.
EPPURE QUALCHE ANNO FA SI AMBIVA ADDIRITTURA AD OTTENERE L’ISTITUZIONE DELLA CAMERA DI COMMERCIO.

Alla data di giungo 2010 di imprese attive registrate nella sesta provincia se ne contavano ben 44.921, con un andamento costante nel tempo.
Numeri talmente importanti che indussero tutte le realtà associative a sollecitare l’istituzione della Camera di Commercio nella Provincia di Barletta-Andria-Trani. A tal proposito il 4 ottobre 2010, presso la sede decentrata della Camera di Commercio di Bari, a Barletta, avvenne la sottoscrizione del Protocollo per l’attivazione delle procedure di istituzione dell’Ente Camera di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura – Decreto Legislativo 25 febbraio 2010 n.23, nella Provincia Barletta – Andria – Trani. UNIMPRESA BAT risultò tra i primi firmatari del Protocollo che, allora, vedeva anche l’adesione delle Associazioni di Categoria e Sindacali Datoriali: UNSIC PUGLIA – CLAAI Bat – CASARTIGIANI – UGL – CGIL Bt – CNA Bt – CONFARTIGIANATO e della CONFESERCENTI Bat.
Tale protocollo, sottoscritto e firmato successivamente anche da altre importanti Sigle sindacali, venne inviato all’allora Prefetto della Bat, dott. Carlo Sessa, da parte dell’Ufficio per gli Interventi Conseguenti all’Istituzione della Provincia di Barletta – Andria – Trani.
La sottoscrizione di tale protocollo era avallato dal fatto, indispensabile, che proprio il territorio della sesta provincia era in condizione di rispettare appieno il dettato normativo secondo il quale “la Camera di Commercio avrebbe potuto realizzarsi solo se ci fossero state le condizioni previste espressamente dal D.Lgs. 15 febbraio 2010 n° 23 (Riforma dell'ordinamento relativo alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, in attuazione dell'articolo 53 della legge 23 luglio 2009, n. 99, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 25 febbraio 2010, n. 46) che afferma: “con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, può essere disposta l'istituzione di camere di commercio nelle nuove province solo se in ciascuna camera di commercio interessata dal provvedimento risultano iscritte o annotate nel registro delle imprese almeno 40.000 imprese e sia comunque assicurato il raggiungimento di un sufficiente equilibrio economico.”
Ciò significava che l’esistenza di almeno 40 mila Imprese nel territorio della Bat era l’unico requisito richiesto per la istituzione di nuove Camere di Commercio quindi requisito indispensabile ed imprescindibile e il 3 novembre 2010 il Presidente della Provincia di Barletta-Andria-Trani relazionava in merito al suo incontro romano presso il Ministero dello Sviluppo Economico con il Direttore Generale per il Mercato, la Concorrenza, il Consumatore, la Vigilanza e la Normativa Tecnica, Gianfrancesco Vecchio, al quale partecipò anche l’Assessore provinciale alle Attività Produttive e riferiva che “dal punto di vista numerico non esisteva alcun problema in quanto le imprese esistenti erano superiori alla soglia minima di 40mila essendo 44.921 le imprese registrate.”
Questa la situazione al mese di giugno 2010 ma alla data del 30 giugno 2011 viene pubblicato il primo report riferito al sistema imprenditoriale della Provincia di Barletta - Andria - Trani, relativo al secondo trimestre del 2011, con la divulgazione dei dati ufficiali attinti tramite la neo istituzione dell’Osservatorio Economico Provinciale fortemente voluto dall’Ente Pubblico il quale pubblicava i dati relativi al secondo trimestre del 2011 dai quali si evinceva come al 30 Giugno 2011 il numero di imprese registrate ammontava a 40.074 delle quali circa un terzo (28,5%) delle imprese registrate sarebbe riconducibile al comparto del commercio (seguono il settore agricolo con il 24,9% e quello manifatturiero con l’11,6%). I tre comparti da soli, quindi, rappresentavano circa i due terzi dell’economia provinciale, mentre il settore delle costruzioni (10,1%) e del turismo (4,7%) completano quasi interamente il quadro economico del territorio.
Già questo significava che in solo un anno (giugno 2010/giugno 2011) sarebbero morte ben 4.847 Imprese, di vari Settori. Un dato drammatico che già da allora ci allarmò non poco ma il nostro allarmismo rimase isolato in una omertosa indifferenza generalizzata e senza l’assunzione di un minimo di iniziative e di interventi che mirassero seppur anche alla sola comprensione del fenomeno che poi è di fatto degenerato e si è involuto in quei conflitti sociali che tutti conosciamo e in quelle che vengono definite le nuove povertà che vedono proprio i piccoli imprenditori tra i quelli che più ricorrono alle strutture di aiuto e soccorso sociale volontario.
Nonostante questo calo, gli entusiasmi per la nascita della nuova Camera di Commercio rimasero più o meno intatti, tranne in quei politici che caldeggiavano e continuano a caldeggiare diverse scelte e che fecero di tutto, riuscendoci, per far saltare quel numerino magico delle 40 mila imprese che oggi, lo vedremo fra poco, non ci sono più e che è impensabile riagganciare, con buona pace di quel “sistema misto” che orchestra la vita dei cittadini (e degli imprenditori).
Ecco, quindi, che arriviamo alla realtà più prossima a noi in termini temporali, quella dei numeri e non della propaganda.
Siamo nell’anno 2012, in piena crisi economica, sociale, politica, istituzionale e civica e giungono ulteriori dati aggiornati della situazione nella Provincia di Barletta – Andria – Trani.
“Una Provincia in sofferenza acuta”, titolava qualche autorevole sito di notizie on-line e questa definizione rispondeva esattamente alla realtà.
Il 7 febbraio 2013 vengono divulgati i dati ufficiali e si registra che:
Nel primo trimestre del 2012 il numero di imprese registrate nella Provincia di Barletta – Andria – Trani è risultato essere pari a 39.063.
Rispetto al trimestre precedente veniva quindi registrato un calo delle imprese registrate dello 1.39% pari a 552 unità in termini assoluti.
Questi i dati ufficiali emersi dal report dello stesso Ente provinciale, quindi assolutamente inconfutabili. A questi dati negativi se ne aggiungevano ulteriori che parlavano altresì di un calo anche dell’import ed export provinciale con punte di oltre l’8 % per l’export e fino al 14% per  l'import.
Dal rapporto, inoltre, emergeva la fortissima difficoltà degli imprenditori della BAT e di altre province pugliesi a collocare i propri prodotti sui mercati internazionali con le province di Lecce e della BAT essere quelle a più bassa propensione all'internazionalizzazione.
Per quanto riguarda la città di Andria, i dati erano questi:
- numero complessivo delle imprese pari al 25 % delle imprese della provincia con ben 9.940 aziende con il 30% delle imprese registrato nell'ambito del Commercio con 3.362 aziende. A seguire il settore Agricoltura con 2.075 imprese, le costruzioni con 1.202 e la manifattura con 1.060 aziende; le professioni con 151 imprese registrate. In quel tristissimo 2012 nella sola città di Andria furono 198 le imprese attivate sulle 318 cessate, con un saldo un saldo negativo di -120 imprese.
Mentre attendiamo l’aggiornamento dei dati ufficiali dell’anno 2013, giungono i dati derivanti da iniziative che parlerebbero di un aumento del numero di partite i.v.a. nella provincia di Barletta-Andria-Trani. Nel 2013, quindi, sarebbe stata registrata una crescita nella sesta provincia di 95 posizioni fiscali che da 3.342 del 2012 salirebbero a 3.437 nel 2013 con una variazione, in questo caso, di 95 posizioni fiscali in più.
Chi legge questi dati capisce bene che siamo lontani, lontanissimi da riacciuffare quel primato che la nostra provincia vantava fino all’anno 2010 cioè le 44.921 imprese attive.
Assimilando i dati ufficiali, quindi, significherebbe che oggi, nella provincia BAT, di imprese attive dovrebbero essercene non più di 39.200 quindi con un saldo negativissimo di ben  oltre cinquemila partite iva in meno e perse nel giro di qualche anno.
Se stessimo parlando di un’Azienda privata sarebbe uno sfacelo e un dato drammatico ma in altri ambiti, specie quelli della pubblica amministrazione, i parametri di riferimento e di valutazione, purtroppo, sono altri.
Chiudiamo facendo alcune nostre osservazioni.
Anche del leggerissimo, insignificante aumento di quelle 95 posizioni fiscali a fronte delle oltre 5.000 perdute, è opportuno rilevare che trattasi di partite iva il cui 66% vede l’avvio di un’attività d’impresa da parte di soggetti provenienti da altri settori fortemente in crisi come l’agricoltura e soprattutto l’edilizia; che di quelle 95 posizioni ben il 58% sono a rischio chiusura entro massimo tre anni e che, in generale, la vita media delle imprese del territorio è diminuita del 130%.
Questi sono i nostri dati rilevati, come sempre, sul campetto della crisi e della disperazione e se un ulteriore, lieve, insignificante, irrilevante aumento delle partite iva potrebbe ancora verificarsi è perché il piccolo commercio, deprofessionalizzato, è diventato ormai l’unico ammortizzatore sociale e sta svolgendo questo ruolo anche per supplire alle ormai acclarate deficienze che ogni giorno manifesta un sistema pubblico incapace di reagire e soprattutto gestito e manovrato da piloti ormai privati di patenti di guida ma che stanno continuando a mettere a serio rischio l’incolumità di tutti  gli altri guidatori e dei passeggeri che ancora si avventurano nell’immensa ma anche sempre affascinante autostrada che dovrebbe portare verso quella che una volta era chiamata libera iniziativa all’interno di un libero mercato che è stato completamente distrutto e assoggettato ad altre, estranee logiche che hanno spezzettato e triturato completamente il concetto e la qualifica di imprenditore e di impresa, in questo stranissimo Paese.
Andria, 28 febbraio 2014 


Savino Montaruli
Presidente UNIMPRESA BAT

lunedì 10 febbraio 2014

BAT : LEGGE STABILITA’ 2014 RIPRISTINATO L’INDENNIZZO PER CESSAZIONE ATTIVITA’ COMMERCIALE

L’art. 1 comma 490 della legge 147/2013, in vigore dal 01.01.2014 ha ripristinato l’indennizzo per cessazione attività commerciale pari ad € 458,00 mensili.
La prestazione funziona come un vero e proprio ammortizzatore sociale il cui scopo è quello diaccompagnare fino alla pensione coloro che lasciano definitivamente l’attività.
I destinatari sono tutti coloro che esercitano, in qualità di titolari o collaboratori, l’attività commerciale al minuto in sede fissa o ambulante, i gestori di bar e ristoranti e gli agenti e rappresentanti di commercio e può essere richiesto da tutti coloro che, nel periodo compreso tra il 01.01.2009 e il 31.12.2016, siano in possesso dei requisiti previsti dall’art. 2 D.lgs. n°207/1996, ossia:
-        62 anni, se uomini; 57 anni se donne;
-        Iscrizione, al momento della cessazione dell’attività, per almeno cinque anni, in qualità di titolari o coadiutori nella Gestione Commercianti I.N.P.S.
La domanda potrà essere presentata presso la sede I.N.P.S. territorialmente competente, entro e non oltre il 31 gennaio 2017.
Al fine di poter usufruire della prestazione occorre che l’attività sia completamente cessata (si intende cancellata dalla Camera di Commercio).
L'indennizzo è incompatibile con l'esercizio di qualsiasi attività di lavoro autonomo o subordinato. Pertanto, la corresponsione del beneficio termina il 1° giorno del mese successivo a quello nel quale sia stata ripresa l'attività lavorativa sia essa dipendente che autonoma.
 Il beneficiario ha l'obbligo di comunicare all'Inps la ripresa dell'attività lavorativa entro 30 giorni dal suo verificarsi.
A sua volta l'Inps è tenuto ad effettuare i controlli sul rispetto della norma che prescrive l'anzidetta incompatibilità.
L’indennizzo di cui al decreto legislativo 28 marzo 1996, n. 207, è erogato agli aventi diritto fino al momento della decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia e non è previsto il pagamento dei trattamenti di famiglia.

L’ufficio legale del Centro Servizi alle PMI “Dino Di Tondo” (società del sistema Confesercenti Prov.le Barletta – Andria – Trani) è a disposizione per ogni chiarimento.

Per contatti: tel/fax 0883-888236; info@confesercentibat.it;



             dott. Raffaele Landriscina                                      avv. Vincenzo Pappolla
             Direttore Confesercenti                                        Ufficio Legale Confesercenti




domenica 13 ottobre 2013

TRANI : La città sta perdendo la sede Inps

Parte della sede dell’Inps di Trani a breve chiuderà». Lo ha riferito, durante l’ultimo consiglio comunale, il capogruppo consiliare del Partito democratico Mimmo De Laurentis, che di quell’ente è anche dipendente, quantunque in altra struttura. «Ed infatti – ha precisato il consigliere comunale -, il problema non tocca il sottoscritto, che lavora molto lontano, ma tutti i cittadini di Trani: saranno costretti, per ottenere gli stessi servizi, a recarsi ad Andria (dove si trova la sede centrale, ndr) o in un altro comune, a quanto pare Bisceglie. Mi sarebbe piaciuto conoscere quali attività abbia posto in essere il sindaco per evitare ciò». 

La risposta del primo cittadino, Gigi Riserbato, durante le repliche ai vari interventi preliminari, fra cui quello di De Laurentis, non s’è fatta attendere: «Ho ricevuto il direttore regionale, Giovanni Di Monde, insieme con il direttore di Trani ed il capo dell’Ufficio tecnico dell’Inps, e tutti mi hanno parlato della disponibilità di altri immobili, sui quali l’ente previdenziale sta operando le sue valutazioni. Ma non credo si possa chiedere al Comune di Trani di farsi carico anche di questo problema, giacché, nel frattempo, stiamo risolvendo questioni urgenti e delicate come quelle legate all’accorpamento degli Uffici giudiziari. Il patrimonio immobiliare della città di Trani, in questo momento, è gravato da responsabilità ed impegni di non poco conto, ed è troppo facile venire a richiedere immobili e, magari, anche con agevolazioni di canone per non andare via. Tuttavia, poiché ritengo che l’Ufficio Inps a Trani sia un’assoluta risorsa, insieme con il l’ingegnere dell’ente faremo un sopralluogo all’inizio della settimana per individuare, insieme, degli immobili comunali. Eventualmente, si trasferirebbero dei dipendenti altrove, ma sempre a completa disposizione dell’Inps con le salvaguardie di legge».

L’Inps ha sede in corso Vittorio Emanuele, angolo via Lepanto, occupando primo e secondo in uno storico immobile del borgo murattiano, di proprietà privata. Il locatario, da almeno un anno, ha richiesto all’ente la disponibilità del secondo piano, essendo in scadenza di contratto, in cui ha sede l’Ufficio legale dell’Inps, indicando aprile 2014 quale data di rilascio. In cambio, però, avrebbe proposto soluzioni alternative che non penalizzerebbero il conduttore.

L’ente previdenziale, dal suo canto, starebbe valutando di fare traslocare l’Ufficio legale al primo piano (mantenendolo sicuramente a Trani per la comprensibile coesistenza con il Tribunale) e trasferire l’Ufficio prestazioni, che poi è quello aperto al pubblico, altrove. Il punto è proprio questo: altrove in città, ovvero, per sempre, via da Trani?

Fonte Radiobombo

mercoledì 9 ottobre 2013

CANOSA DI PUGLIA : Il comitato B619 costituitosi per salvare l'ospedale grida un esasperato “basta!”

Ancora una volta, e senza mai smettere, il comitato B619 costituitosi per salvare l'ospedale di Canosa grida un esasperato “basta!”
            Prendiamo atto dell'assenza dell'assessore Gentile che, il 7 ottobre ormai trascorso, aveva promesso di incontrare la cittadinanza canosina delucidandola sulle sorti del suo ospedale. Purtroppo impegni istituzionali in quel di Roma ne hanno impedito la presenza. Se non fosse che l'esponente del PD in giunta Vendola fosse a Bari, per quanto impegnata con i rappresentanti dei sindacati locali. Ma non vogliamo vedere troppo la mala fede della signora in questione, certi che si sia trattata di una momentanea débàcle della stessa. La città è in attesa di risposte, quindi questo incontro “s'ha da fare” il prima possibile, davanti ad un'attenta platea. Ne va appunto della vera buona fede della politica cerignolana (e non solo) che, si spera, non fugga ai suoi impegni doverosi per competenza pur di guadagnare tempo a discapito di una comunità che si sente – in tutta onestà - presa in giro da quasi due anni a questa parte.
            Il Sindaco continua la sua battaglia, ma si confida non diventi un novello Don Chisciotte affiancato da noi ingenui Sancho Panza delle Puglie. Deve continuare la sua battaglia e lo sproniamo ad avanzare nella lotta pur di riuscire ad avere un pubblico contatto con l'assessore regionale. Corrado Guzzanti parlava di “spingitori di cavalieri”, siamo nella stessa situazione. Più in tema, potrebbe essere vista come una crociata di un recente Boemondo, sempre se questo non vada ad esaltare troppo il dott. La Salvia che, comunque, si sta prodigando più di quanto sostengano i soloni dei social network che, dai loro monitor, difficilmente si uniranno nella lotta pratica pur di fare opposizione a prescindere.
            Senza deviare il discorso in ulteriori chiacchiere, la città è impaziente per davvero. È un concetto che va ribadito e sottolineato: le parole volano al vento, abbiamo bisogno di sapere la realtà, abbiamo bisogno di garanzie, abbiamo bisogno di una struttura degna di essere chiamata “ospedale”. Perché non stilare un “contratto coi canosini” (sulla falsariga di un celebre precedente)? Potremmo essere i primi a sottoscriverlo, valutando le condizioni concrete che verranno proposte nei vari punti. Come i lettori noteranno, noi non dormiamo e continuiamo ad alzare la voce pur di ottenere i giusti risultati.

                                                                       per il Comitato B619 pro Ospedale di Canosa di P.

                                                                                 Ciro Franza – Marco Tullio Milanese